Skip to main content

da Giorgio Fabbri

Il “giorno della memoria”, che ricorda a noi tutti la terribile vicenda dell’Olocausto, è caduto quest’anno nel cinquecentesimo anniversario della riforma luterana, ma nessuno – a quanto ho potuto verificare – ha posto in luce alcuni aspetti inquietanti dello spirito anti-ebraico (oltre che anti-romano) che animò Lutero e i suoi seguaci.
Forse lo spirito ecumenico induce a sottacere ciò che può urtare il dialogo inter-religioso, ma la verità va detta sempre e comunque.
Da tempo è di moda parlar male di Pio XII e dell’atteggiamento tenuto dalla Chiesa di Roma circa la persecuzione hitleriana contro gli Ebrei (omettendo i riconoscimenti e i ringraziamenti che quel Pontefice ricevette proprio dagli Israeliti), ma nessuno ricorda le terribili parole scritte da Martin Lutero contro il popolo di Abramo e di Isacco.

Il riformatore tedesco manifestò in più occasioni il suo odio verso gli Israeliti, che troviamo espresso nel libro Degli Ebrei e delle loro menzogne, da lui pubblicato nel 1543 e che secoli dopo sarà usato da Adolf Hitler per avvalorare e diffondere il suo odio verso i “giudei”, tanto è vero che sotto il nazismo (!) questo libro di Lutero ebbe diverse edizioni.

Cito una sola frase, fra le tante che disse Lutero contro gli Ebrei, tratta dal libro citato. Frase che lascerà molti sbigottiti e sconcertati, ma che è doveroso conoscere : “In primo luogo bisogna dare fuoco alle loro sinagoghe o scuole; e ciò che non vuole bruciare deve essere ricoperto di terra e sepolto, in modo che nessuno possa mai più vederne un sasso o un resto”. Proprio quello che fecero Hitler e i suoi seguaci…

L’Olocausto non è nato per caso, ma è il frutto dell’odio seminato nel corso dei secoli contro gli Ebrei. Ed è giusto ricordare (“Chi non ha memoria non ha futuro”) che anche Martin Lutero diede il suo robusto contributo a legittimare la persecuzione contro i figli d’Israele.

tag:

Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it