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8 Gennaio 2018

La Parigi del Danubio

Tempo di lettura: < 1 minuto


di Francesca Ambrosecchia

La capitale dell’Ungheria ha davvero il fascino della Parigi dell’est. Una volta che ci si lascia alle spalle la periferia, la maestosità dell’impero austro-ungarico emerge: è evidente in ogni angolo, in ogni palazzo.
Ho avuto la sensazione di non aver mai visto delle strutture così imponenti.
Le due parti della città, Buda e Pest, sono connesse da svariati ponti tra cui il celebre Ponte delle Catene, grazie ai quali il Danubio non costituisce più una barriera naturale.
Come tutte le città attraversate da un fiume, di notte risplende di un fascino ancora maggiore: le luci della città si specchiano e vibrano sulla sua superficie, creando bellissimi giochi di luce.
Ammirando la città dall’alto, si gode di un panorama a cui non si può rinunciare: ciò si ritrova recandosi al Bastione dei Pescatori o, ancor di più, salendo fino al punto più alto della città ovvero la Cittadella. In quest’ultima, oltre ai belvedere di cui si può godere durante la salita, è possibile ammirare l’imponente statua e la fortezza costruita dagli Asburgo alle sue spalle.

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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