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Quella del due novembre non è una notte come le altre. In questo giorno si lascia il razionale da parte. È il giorno dove le candele illuminano il sentiero a chi non è più di questo mondo. Il giorno della preghiera, degli antichi riti, della fiamma, dei tre segni della croce, dello specchio coperto, dell’acqua che si trasforma in sangue se usata non correttamente. È il giorno dei morti che si fanno vicini. È la notte con le loro processioni. Il momento nel quale i più coraggiosi vedranno l’incedere di chi fu, nell’acqua del bacile messa vicino alle finestre. La notte del riflesso nel buio. Delle ombre che si muovono. Delle chiese lasciate aperte. Dei cimiteri che si illuminano. La morte, in questo giorno, torna ad essere una questione della vita.

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Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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