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Da Comune di Ferrara

UFFICI COMUNALI – I servizi riprenderanno mercoledì 16 agosto

Attività sospese nella giornata di lunedì 14 agosto

03-08-2017

In occasione della festività di Ferragosto (martedì 15 agosto 2017), nella giornata di lunedì 14 agosto gli uffici e gli sportelli del Comune di Ferrara rimarranno chiusi, compresi il Centro Unico Permessi (C.U.Per in viale IV Novembre 9), le biblioteche comunali e l’Archivio storico.

Tutti i servizi comunali riprenderanno regolarmente mercoledì 16 agosto.

Come per altre occasioni, il provvedimento di chiusura degli uffici in una giornata compresa tra due festività è stato programmato dall’Amministrazione comunale per ragioni di risparmio di risorse (energia, gestione dei servizi e del personale), in considerazione anche della ridotta affluenza di utenti che generalmente caratterizza queste particolari circostanze.

Per le riduzioni degli orari estivi nelle biblioteche comunali vedi Cronaca Comune del 3 luglio scorso.

Per ulteriori informazioni si consiglia di consultare il sito internet www.comune.fe.it o contattare telefonicamente i singoli uffici e sportelli comunali.

PROTEZIONE CIVILE REGIONALE: ALLERTA N. 78/2017

Allerta ROSSA per temperature estreme

03-08-2017

L’Agenzia Regionale di Protezione Civile dell’Emilia Romagna ha emesso L’Allerta Rossa di Protezione Civile 78/2017 dalle ore 12:00 del 3/8/2017 alle ore 00:00 del 5/8/2017 per persistenza temperature estreme – temperature massime superiori a 37° con punte fino a 40° e minime notturne superiori a 25°.

Gli avvisi e le allerta dell’Agenzia di Protezione Civile dell’Emilia Romagna

Si invita la popolazione ad adottare le misure di autoprotezione consigliate visionabili nei links sotto riportati.

GIUNTA COMUNALE – Le principali delibere approvate nella seduta del 3 agosto 2017

Accordi con Agenzia del Demanio e Acer per immobili pubblici, nuova tariffa per il camper service, bonifica ex Palaspecchi, campi sportivi in gestione

03-08-2017

Queste le principali delibere approvate nella riunione della Giunta comunale di giovedì 3 agosto:

Assessorato all’Urbanistica, Edilizia, Rigenerazione Urbana, assessore Roberta Fusari:

Accordo con l’Agenzia del Demanio per la valorizzazione turistica di immobili pubblici
‘Casa Lea’ a Pontelagoscuro (foto a sinistra), il ‘Palazzone di Marrara’ in via della Cembalina e la ‘Casermetta Dat Ca’ Olmo’ di Boara. Sono questi gli immobili, i primi due di proprietà comunale, l’altro di proprietà dello Stato, posti al centro di un protocollo d’intesa tra il Comune di Ferrara e l’Agenzia del Demanio per l’avvio di un’operazione di valorizzazione nell’ambito del progetto ‘Cammini e percorsi’. Progetto promosso dalla stessa Agenzia del Demanio, di concerto con MIBACT, MIT e ANAS Spa e in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito del Piano Strategico di Sviluppo del Turismo 2017 – 2023, a supporto del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche e del Piano Straordinario della Mobilità Turistica. Obiettivo di ‘Cammini e percorsi’ è la valorizzazione di una rete di edifici di proprietà dello Stato e di altri Enti pubblici, legata al tema del turismo lento, lungo cammini storico-religiosi e percorsi ciclopedonali (coma la ciclovia VenTO che passa anche per il territorio ferrarese), da realizzare attraverso il recupero e il riuso degli edifici stessi da affidare mediante procedure a evidenza pubblica.
L’affidamento dei beni pubblici potrà avvenire tramite la concessione gratuita a imprese, cooperative e associazioni giovani, finalizzata proprio alla realizzazione di circuiti nazionali di eccellenza e alla promozione di percorsi pedonali, ciclabili e mototuristici; oppure tramite la concessione di valorizzazione, a privati che siano in grado di sostenere i costi di investimento per il recupero degli immobili. Il riuso dei beni potrà consentire l’avvio di attività e servizi di supporto alla fruizione dei cammini e dei percorsi ciclopedonali, di promozione del territorio, della mobilità dolce e del turismo sostenibile, come ad esempio: ospitalità alberghiera o extralberghiera, ristoro, aree e spazi attrezzati, punti vendita.
Con la sottoscrizione del protocollo d’pntesa, approvato oggi dalla Giunta, i due partner si impegnano in particolare a dare avvio all’iter di valorizzazione dei tre immobili individuati e a selezionare eventuali ulteriori immobili da inserire nel progetto.

Ad Acer la gestione dell’intervento di ristrutturazione della palazzina da adibire a delegazione comunale e sede della Polizia municipale
Sarà, come preannunciato, Acer a occuparsi, per conto del Comune di Ferrara, delle attività necessarie alla realizzazione dell’intervento di ristrutturazione della palazzina, nell’ambito del complesso dell’ex Palazzo degli Specchi, da adibire a delegazione comunale e sede di uffici della  Polizia municipale. Una convenzione, approvata stamani dalla Giunta, definisce nel dettaglio compiti e oneri dei due partner, attribuendo ad Acer, tra l’altro, lo svolgimento dell’attività di Rup, la redazione del progetto definitivo e di quello esecutivo, l’individuazione dell’esecutore dei lavori tramite procedura di gara, l’attività di direzione dei lavori e l’effettuazione del collaudo tecnico-amministrativo. Al Comune spetterà l’approvazione dei progetti e del collaudo, oltre alle verifiche in corso d’opera.
Il finanziamento dell’intervento di ristrutturazione sarà assicurato dalla somma di 3.990.100 euro introitata da parte del Comune di Ferrara dal Fondo Ferrara Social Housing sulla base della convenzione sottoscritta a Roma il 26 maggio scorso.
Il compenso che il Comune riconoscerà ad Acer per tutte le attività necessarie alla realizzazione delle opere ammonta a 335.500 euro oltre Iva e sarà liquidato in diverse tranche.

 

Assessorato ai Lavori Pubblici e Mobilità, Sicurezza Urbana, Protezione civile, assessore Aldo Modonesi:

Nuova tariffa per il camper service di via Rampari di San Paolo, dopo la riqualificazione dell’area
La Giunta comunale ha approvato la delibera relativa alla nuova tariffa giornaliera di 10 euro prevista per la sosta nell’area camper service di via Rampari di San Paolo a Ferrara, che sarà in vigore dal 4 agosto 2017. L’area è stata interessata nelle scorse settimane da lavori di riqualificazione, realizzati, in accordo con l’Amministrazione comunale, da Ferrara Tua srl, a cui competerà poi la gestione del sistema di accesso e utilizzo dell’area stessa. L’utilizzo dell’area di sosta avverrà esclusivamente tramite prenotazione e pagamento online.
[Memo – Venerdì 4 agosto alle 10.30 in via Rampari di San Paolo (ex area Brunelli), avrà luogo una conferenza stampa in occasione della riapertura ufficiale dell’area attrezzata per la sosta camper realizzata da Ferrara Tua. Per illustrare i dettagli dell’intervento e le nuove modalità di fruizione dell’area, all’incontro con i giornalisti interverranno il sindaco Tiziano Tagliani, il presidente della Holding Ferrara Servizi Paolo Paramucchi e il direttore di Ferrara Tua Stefano Lucci.]

 

Assessorato all’Ambiente, Lavoro, Attività Produttive, Sviluppo Territoriale, Personale, assessore Caterina Ferri:

Bonifica ex Palazzo degli Specchi: intervento d’ufficio del Comune in sostituzione alla proprietà
Ammonta a 145mila euro la spesa per i lavori urgenti di bonifica degli immobili e delle aree esterne del complesso del ‘Palazzo degli Specchi’ fatti eseguire, nello scorso mese di luglio, dal Comune di Ferrara in sostituzione alla proprietà dell’immobile. A fronte dell’inottemperanza dell’ordinanza comunale del giugno scorso che ingiungeva alla Società Ferrara 2007 spa di provvedere a interventi di disinfezione dei cumuli di rifiuti presenti all’interno degli immobili, raccolta e smaltimento in discarica autorizzata dei rifiuti, sfalcio dell’erba e svuotamento dalle acque meteoriche dei seminterrati, il Comune stesso, con un intervento d’ufficio (a spese degli interessati), ha provveduto a incaricare ditte specializzate che hanno poi eseguito i lavori.

Accordo per la continuità delle prestazioni indispensabili del Comune di Ferrara in caso di sciopero
Ha ottenuto il via libera della Giunta il protocollo di intesa tra Comune e organizzazioni sindacali   che individua i contingenti di personale comunale di diverse categorie e profili professionali e dei titolari di posizioni dirigenziali, addetti ai servizi minimi essenziali, per garantire la continuità delle prestazioni indispensabili in caso di sciopero.

 

Assessorato al Decentramento e Sport, assessore Simone Merli:

Un bando di gara per la gestione del campo di calcio comunale di Fossanova San Marco
Avrà scadenza il 30 giugno 2024 la concessione in gestione del campo di calcio comunale di Fossanova San Marco che sarà oggetto di un prossimo bando di gara. Il canone annuo abbattuto che sarà posto a base d’asta, soggetto a rialzo, è 1.575 euro (oltre Iva).

Il campo di beach volley di piazzale Giordano Bruno affidato in gestione all’Asd Uisp Tennis Club
La gestione e la manutenzione dell’area sportiva attrezzata con campo in sabbia per beach volley e beach tennis in piazzale Giordano Bruno saranno affidate all’Asd Uisp Tennis Club. Quest’ultima, già concessionaria dei vicini campi da tennis di via Ortigara, risulta infatti l’unica in grado di garantire sia l’utilizzo di spogliatoi e servizi igienici ai frequentatori dell’area sportiva sia personale immediatamente reperibile da dedicare alla custodia e alla manutenzione dell’area. Per la manutenzione e per la realizzazione di iniziative che valorizzino l’attività giovanile e l’inclusione di persone con disabilità è previsto un contributo annuo di 3mila euro che sarà erogato a seguito della presentazione della rendicontazione delle spese sostenute dal concessionario.

 

Le delibere approvate nel corso delle sedute della Giunta comunale vengono pubblicate nei giorni successivi, con le modalità e nei termini di legge, sulle pagine internet dell’Albo Pretorio on line del Comune di Ferrara all’indirizzo http://www.comune.fe.it/index.phtml?id=1818 

Combattere le disuguaglianze, una missione per il benessere della collettività

03-08-2017

Quando le scelte e le azioni di politiche economiche messe in campo dai governi nazionali e locali non raggiungono gli obiettivi che si prefiggono o, peggio ancora, producono effetti negativi sulla collettività, la scienza viene in aiuto ai decisori con quei ricercatori che hanno avuto il coraggio e la costanza di condurre importanti studi epidemiologici, di valutare le relazioni tra fattori di rischio e sviluppo di malattia, approfondire e confrontare i risultati a livello internazionale. In questo frangente mi hanno colpito – e stimolato a recuperare la necessaria documentazione – gli studi di Sir Michael Marmot, docente di Epidemiologia e Salute Pubblica alla University College di Londra: a lui è attribuita una intensa attività di ricerca basata sulla osservazione e il confronto di popolazioni, sullo studio degli emigranti e lo sviluppo di malattia strettamente connesso con gli stili di vita e con l’inserimento sociale, sulla relazione tra malattia e deprivazione. Questi studi sono stati condotti nell’arco di oltre 40 anni, durante la sua permanenza nelle università dell’Australia, sua terra di origine, e degli Stati Uniti. Lo studioso, recentemente ospite al “Festival dell’Economia” di Trento (giugno 2017), è stato protagonista di una articolata audizione organizzata dall’Istituto Superiore della Sanità in Senato (gennaio 2017), nel corso della quale ha potuto illustrare il contenuto del suo ultimo libro “La salute disuguale”. In questo saggio scientifico, vengono riportati i risultati salienti di studi sul tema delle disuguaglianze, mettendo in relazione i dati sull’aspettativa di vita e sulle condizioni economiche e sociali delle popolazioni nel mondo.

Sir Marmot ha raccolto, elaborato e analizzato evidenze scientifiche giungendo alla conclusione che ideterminanti sociali per la salute’ sono strettamente connessi al livello di benessere economico e sociale dei cittadini. Per determinanti della salute si intendono tutti quei fattori la cui presenza modifica in senso positivo o negativo lo stato di salute di una popolazione. Dalla fine degli Anni ’90 e, in particolare negli ultimi dieci anni, numerosi studi internazionali hanno approfondito questo tema arrivando anche ad identificare una stima quantitativa del loro impatto sulla aspettativa di vita, sulla longevità delle comunità, utilizzata come indicatore indiretto dello stato di salute: i fattori socio-economici e gli stili di vita contribuiscono al suo raggiungimento per il 40-50%; lo stato e le condizioni dell’ambiente per il 20-30%; l’eredità genetica per un altro 20-30%, e i servizi sanitari per il 10-15%. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità – per la quale Marmot dal 2005 al 2008 ha assunto il ruolo di presidente della Commissione sui Determinanti sociali della salute (*) – è scesa in campo su questo fronte, proponendo un elenco di prerequisiti della salute, ossia di situazioni che è necessario affrontare nelle comunità affinché i cittadini (e i decisori delle politiche sanitarie, dell’ambiente, dello sport, ….) acquisiscano la consapevolezza e decidano non solo di curare la malattia ma, prima, di perseguire il benessere fisico e sociale dei propri componenti.

Concetti e indicazioni che possono sembrare scontati, quasi banali, ma ad una attenta e reale valutazione delle dinamiche economiche e sociali che quotidianamente viviamo, sono modelli spesso non perseguiti o non applicati efficacemente con adeguate e mirate politiche e strategie operative. Dove infatti si evidenziano le maggiori criticità sociali ed economiche, nelle cosiddette periferie metropolitane, nei centri colpiti da crisi occupazionali, nei piccoli centri abbandonati dai giovani e presidiati da popolazione quasi esclusivamente anziana, è lì che lo Stato, le Istituzioni pubbliche dovrebbero intervenire con decisione, creando reti qualificate e non precarie di operatori specializzati in ogni campo, investendo su strutture e servizi culturali e sanitari, sull’educazione e istruzione qualificata sin dalla nascita a sostegno delle famiglie, creando posti di lavoro sulla base delle esigenze e peculiarità del territorio. Tutte azioni che andrebbero considerate, da parte degli amministratori pubblici a qualsiasi livello, imprescindibili e da attuare seriamente e con urgenza, senza vincoli di bilancio o dannose ingerenze del mondo finanziario-speculativo. Se l’obiettivo primario della politica è – come dovrebbe – il benessere dei cittadini, di tutti i cittadini, occorre partire quindi dai più deboli socialmente ed economicamente, da quelli che per tanti aspetti e ragioni sono “a rischio” o sono ai margini della società perchè senza lavoro, senza adeguata istruzione, e di conseguenza in precarie condizioni sociali e di salute.

Lo studio già avviato in passato del legame diretto fra reddito e salute, chiamato gradiente sociale, aveva messo in evidenza le ingiustizie e le disuguaglianze in termini di cause evitabili di malattia, tra Paesi in via di sviluppo e Paesi più ricchi. Ciò che invece la Commissione dell’OMS mette allo scoperto nella relazione del 2008, in modo chiaro e netto, è che esistono “gradienti di salute” anche all’interno della stessa nazione. In Italia il gradiente sociale della popolazione è attualmente ancora di ampiezza contenuta poichè – seppur tra difficoltà, piccoli e costanti arretramenti o in diversi casi, esempi di cattiva gestione di risorse – la rete sanitaria, sociale e dell’istruzione, costruita nel dopoguerra e consolidata negli Anni ’70 e ’80, ha mantenuto e mantiene ancora la sua funzione di protezione sociale diffusa. Ma qualcosa sta cambiando e i segnali sono evidenti: tagli verticali di risorse economiche, privatizzazioni di alcuni settori-servizi e soprattutto la precarizzazione del lavoro, sono elementi che stanno minando pesantemente la tenuta strutturale e organizzativa di un Servizio Sanitario Nazionale, già inviadiato da molti paesi esteri. Anche il mondo della scuola evidenzia da tempo notevoli criticità e malesseri di chi vi lavora quotidianamente, come docenti e dirigenti.

Nel proprio lavoro, inoltre, Sir Marmot sottolinea anche come lo studio dei determinanti sociali diventi strategico nel mettere in relazione come una situazione di criticità socio-assistenziale possa favorire la presenza e la diffusione di fenomeni di criminalità, mentre l’investire risorse economiche e umane e attuare azioni di sostegno concrete – andando a valutarne costantemente esiti ed efficacia – con progetti specifici e reti di tutela (cioè lavoro, istruzione e formazione, servizi sanitari e sociali) , porti a un miglioramento effettivo sul fronte sicurezza.

Alla base delle politiche economiche, sociali e sanitarie dei Governi per il benessere della collettività ci deve pertanto essere conoscenza e consapevolezza dei determinanti sociali per la salute, che diventano concetti guida operativi per tutti coloro che interagiscono ai diversi livelli: istituzioni, partiti, associazioni, gruppi informali, cittadini più o meno organizzati e attivi.

“Fate qualcosa. Fate di più. Fatelo meglio” è l’invito pressante del professor Marmot affinché le disuguaglianze economiche e sociali vengano colmate e i cittadini possano avere ‘pari opportunità e aspettative di vita’. La diffusione capillare e tempestiva di questi studi e conoscenze fornisce certamente un contributo informativo stimolante, utile, concreto e costruttivo, perchè il benessere dei singoli cittadini si fonda sul benessere di tutta la collettività, nessuno escluso.

Risulta così semplice e lineare per tutti pensare e auspicare che i decisori temporaneamente in carica, coloro che hanno ricevuto dai cittadini la fiducia e la delega ad operare e risolvere le problematiche, ma anche coloro che si impegnano e aspirano a governare la ‘cosa pubblica’, non possano sottrarsi al considerare i risultati di questi studi scientifici e all’agire senza tentennamenti di conseguenza.

[Alessandro Zangara]

 

(*) – La Commissione dell’OMS, presieduta da Sir Marmot, ha lavorato per tre anni sul tema dei determinanti sociali della salute e ad agosto 2008 ha pubblicato i risultati in un rapporto intitolato “Closing the Gap in a Generation: Health Equity through Action on the Social Determinants of Health”. [“Ridurre il divario in una generazione: equità nella salute attraverso azioni sui Determinanti Sociali della Salute” – rapporto scaricabile in fondo alla pagina] – La foto di Sir Michael è tratta dal profilo Twitter @MichaelMarmot

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[fonte: http://www.epicentro.iss.it/temi/politiche_sanitarie/MarmotIss2016.asp]

Politiche sanitarie

LA SALUTE DISUGUALE: la lezione di Sir Michael Marmot *

di Simona Giampaoli e Giuseppe Traversa – Istituto Superiore di Sanità

(*) tutta la documentazione è scaricabile in fondo alla pagina

 

26 gennaio 2017 – In una sala piena di ascoltatori lo scorso 23 gennaio Sir Michael Marmot, in occasione della presentazione dell’edizione italiana del suo libro (“La salute disuguale: la sfida di un mondo ingiusto” – Il Pensiero Scientifico Editore 2016) così ha iniziato la sua lettura: «Mary si è impiccata nel maggio del 2011. È stata trovata nel cortile della casa dei suoi nonni in una riserva di nativi canadesi della provincia della British Columbia. Aveva quattordici anni, era un’aborigena, canadese delle Prime Nazioni. La sua storia ha alcune specificità individuali, come in ogni storia di suicidio. Era stata oggetto di abusi fisici ed emotivi sia in casa sia nella sua comunità, probabilmente anche sessuali. Sua madre era una persona mentalmente instabile e udiva delle voci che le dicevano di “staccare” la testa alla sua bambina. I funzionari addetti a investigare su quel suicidio lo avevano attribuito al cattivo funzionamento del sistema di welfare per i bambini e al fatto che nessuno aveva preso sul serio le sue lamentele per gli abusi subiti né aveva agito in alcun modo. Si può guardare alla vita, così tristemente breve, di Mary anche in un altro modo, rendendosi conto che, sebbene la sua tragedia personale sia unica, ci sono molti giovani aborigeni canadesi che hanno simili, tragiche esperienze. In effetti, il tasso di suicidio nei giovani aborigeni della British Columbia è cinque volte superiore alla media che si osserva in tutti i giovani canadesi. Non si può comprendere pienamente perché Mary non abbia intravisto alcuna via di uscita, se non ci si domanda perché così tanti giovani aborigeni della British Columbia sono arrivati a un simile punto di disperazione. […] Quali sono le caratteristiche che distinguono le comunità dove si sono verificati i suicidi da quelle che non sono state così colpite? Il punto di partenza è… la povertà».

Nella sua lunga esperienza di clinico ed epidemiologo in Australia, negli Usa e in Inghilterra, Michael Marmot ha studiato diverse popolazioni, dai giapponesi emigrati nelle Hawaii e in California, agli statali inglesi e ha evidenziato come la deprivazione e il livello socio-economico sono causa di malattia, allo stesso modo del fumo di sigarette, della pressione arteriosa e della colesterolemia. Sono, infatti, le persone socialmente più disagiate, con una scolarità più bassa e minore controllo sulla propria esistenza, quelle che si ammalano di più, poiché le condizioni di povertà e lo svantaggio sociale sono associate a una maggiore frequenza di fattori di rischio individuali, a stili di vita non salutari e ad ambienti di vita più degradati. Un esempio è dato dalla distribuzione della prevalenza dell’obesità: dai dati risulta che mettendo a confronto i due estremi – cioè il 10% della popolazione più svantaggiata con il 10% dei meno disagiati – la prevalenza dell’obesità nel primo gruppo risulta il doppio rispetto al secondo. E tra i bambini questo gap appare in aumento.

Le azioni suggerite da Marmot sono semplici, potrebbero apparire scontate se non fosse per la necessità di scelte politiche. Si parte dall’istruzione: tutti i bambini, a qualsiasi livello socio-economico appartengano, hanno il diritto a iniziare il proprio percorso di vita avendo a disposizione un’istruzione di “buona qualità” fin dalla scuola materna. È questo che crea la differenza iniziale e che verosimilmente spiega perché Paesi con un reddito pro-capite relativamente basso, come Costa Rica e Cuba, hanno visto ridurre, in relativamente pochi anni, la mortalità infantile addirittura al di sotto di Paesi come gli Stati Uniti, che sono ben più ricchi e sviluppati. Occupazione e condizioni di lavoro favorevoli, assieme a un reddito minimo per garantire una vita sana, sono le opzioni che un Paese attento ai propri cittadini dovrebbe offrire.

Nel richiamare l’attenzione verso i determinanti sociali di salute, Marmot mostra come tutti sono chiamati a contribuire per ridurre le disuguaglianze di salute. Da coloro che governano gli stati agli amministratori delle città, dagli insegnanti ai pompieri, ciascuno può giocare un ruolo attivo nel promuovere la salute all’interno dell’ambiente lavorativo, nei gruppi professionali, nelle comunità. Istruzione, cultura, lavoro, ambiente, socialità, tutte condizioni che permettono di fare scelte in libertà, dando a ciascuno il diritto del controllo sulla propria vita. Dunque, un approccio life course, che abbraccia tutte le fasi della vita, evocato dalla citazione – che l’autore riporta sia nel libro che nella presentazione – tratta da Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald: «Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato – So we beat on, boats against the current, borne back ceaselessly into the past».

Michael Marmot ha ribadito «Nulla di ciò che riguarda le iniquità di salute è inevitabile, è indispensabile creare le condizioni per cui vale la pena di vivere pienamente»; inoltre, superando la visione di una società divisa tra ricchi e poveri, suggerisce che gli interventi correttivi necessari per abbattere le disuguaglianze di salute non si devono concentrare unicamente sui gruppi che vivono nelle condizioni peggiori, ma si devono estendere a tutta la comunità.

«È per questo» sottolinea Walter Ricciardi, presidente Iss «che oltre alle responsabilità personali contano le politiche. Non solo quelle relative alla sanità pubblica, volte a ridurre l’esposizione ai fattori di rischio e a promuovere l’accesso ai servizi sanitari, ma anche interventi mirati alle cosiddette “opzioni di default“, delle quali spesso non siamo neppure consapevoli, come la quantità di sale contenuta negli alimenti conservati, o la facilità di accesso ai distributori di merendine e di bevande zuccherate nelle scuole. Infine, sono cruciali interventi per ridurre le disuguaglianze fra Paesi e all’interno di ciascun Paese, per dare più opportunità a ciascuno in ogni fase della vita – dalla nascita alla vecchiaia – e per fare in modo che ciascuno senta di avere maggiore controllo sulla propria esistenza».

Il 24 gennaio Michael Marmot è stato ospitato dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato, alla sala Zuccari, dove alla presenza di senatori e autorità ha ribadito, pur dichiarandosi “non politico”, i risultati delle sue ricerche che comunque hanno una profonda rilevanza di politica sociale.

 

Riferimenti, link e documentazione utile

 

TURISMO – Sabato 26 e domenica 27 agosto a Sabbioncello San Vittore di Copparo con i preparativi delle mongolfiere

Anteprima del Ferrara Balloons Festival a Villa La Mensa

03-08-2017

COMUNICATO a cura di Ferrara Fiere Congressi
Sabato 26 e domenica 27 agosto 2017
ci sarà l’anteprima del Ferrara Balloons Festival a Villa La Mensa, a Sabbioncello San Vittore di Copparo. Il Ferrara Balloons Festival è il più importante festival delle mongolfiere in Italia e uno dei più prestigiosi d’Europa che si terrà a Ferrara dall’8 al 17 settembre al Parco urbano Giorgio Bassani.
Copparo ospiterà l’anteprima, in un weekend che vuole restituire a Villa La Mensa un ruolo unico in questo lembo di territorio ferrarese. La Villa sarà straordinariamente aperta per questa anteprima e gli spettatori potranno gratuitamente assistere al gonfiaggio delle mongolfiere, osservare le manovre dei piloti, sentire il rumore e il calore dei bruciatori e provare l’emozionante esperienza di un volo vincolato che, ancorato a terra in tutta sicurezza, permetterà di godere del panorama dall’alto. Non mancherà poi l’occasione di entrare nell’involucro di una mongolfiera e scoprire i segreti che la fanno volare.
L’evento è organizzato da Ferrara Fiere Congressi in collaborazione con il Comune di Copparo e l’Unione dei Comuni Terre e Fiumi.
La due giorni sponsorizzata anche da aziende del territorio vedrà, oltre ai laboratori creativi, uno spazio adeguatamente pensato per i più piccoli con gonfiabili e giochi di vario tipo, una mostra fotografica a tema “mongolfiere” organizzata dal Fotoclub “Il Torrione” di Copparo, una ‘camminata di comunità’ promossa dal Gruppo Cammino Copparo in collaborazione con Invicta e due cicloescursioni promosse da Fiab Ferrara e Biblioteca Comunale di Copparo.
L’area ristoro e il “Chic Nic” organizzato da Feshion Eventi permetteranno di gustare i prodotti del territorio in una cornice magica.
L’ingresso e il parcheggio sono gratuiti.
Per informazioni: sito www.ferrarafestival.it

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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