Si è tenuta a Roma, presso la sede della federazione nazionale della stampa, la presentazione della campagna «La mia voce per Assange», curata dall’omonimo comitato formato al momento da Paolo Benvenuti, Daniele Costantini, Marianella Diaz, Flavia Donati, Giuseppe Gaudino, Laura Morante, Armando Spataro, Grazia Tuzi (coordinatrice) e chi scrive. L’iniziativa ha avuto come riferimenti la stessa Fnsi, l’Associazione degli autori cinematografici, l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, Free Assange Italia. Era presente Transfom Italia.

E tre testate –il manifestoAvvenire e il Fatto Quotidiano– daranno appoggio attivo all’attività.

Sono stati mostrati alcuni dei 79 video di testimonianza fatti da personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. Il materiale è visibile sul canale Youtube del comitato e l’intera conferenza si può rintracciare sulla pagina Facebook della Fnsi.

Tutto partì dall’appello contro l’estradizione del fondatore di WikiLeaks lanciato dal premio Nobel per la Pace Pérez Esquivel e ampiamente sottoscritto. I messaggi audiovisivi rappresentano un mosaico assai interessante di presenze di voci: da Marriead Corrigan pure premio Nobel, al Pulitzer Ewen MacAskill, all’avvocato dei diritti umani e commentatore di The Guardian, a Davide Dormino, a Giuseppe Giulietti, a Riccardo Iacona, a Gad Lerner, a Gianni Marilotti animatore di iniziative importanti al senato; Ken Loach, John Malkovich, Peter Stein, Maddalena Crippa, Giuliana De Sio, Ginevra Bompiani, Marco Paolini, Stefania Casini, Valerio Magrelli, Fiorella Mannoia, Piero Pelù, Marco Bellocchio, Sergio Castellitto, Carlo Petrini, Daniela Poggi, Domenico Gallo, Luciana Castellina, Moni Ovadia, Giovanni Veronesi, Gianrico Carofiglio, Gianni Tognoni segretario generale del Tribunale permanente dei popoli, Sarantis Thanopulos presidente della Società psicoanalitica italiana, Corinne Vella Head of media della fondazione intitolata a Daphne Caruana Galizia. La lista è lunga e comprende coloro che hanno parlato alla conferenza stampa.

Innanzitutto Stefania Maurizi, che da tredici anni segue la vicenda. La giornalista e scrittrice (è in uscita l’edizione in lingua inglese del suo testo Il potere segreto) ha raccontato i kafkiani passaggi di una tragedia shakespeariana il cui esito presunto potrebbe essere rovesciato da un nuovo clima di opinione. Assange e WikiLeakds hanno fatto un lavoro enorme di scandaglio nelle aree oscure delle guerre e dei crimini di stato, pur nel rispetto della segretezza delle fonti e delle aree sensibili, dell’incolumità delle figure evocate nei lanci delle notizie, del dovere di informare se si hanno notizie di interesse pubblico (Carlo Bartoli). Grande è la delusione per il comportamento delle democrazie anglosassoni, pur evocate come patrie dei diritti liberali e appoggio ad una campagna di chiarificazione così importante (Armando Spataro). Disagio per la scelta oscurantista di fare di Assange il capro espiatorio e la vittima sacrificale di politiche guerrafondaie (dall’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia) e ciniche (Alberto Negri). Necessità di unire alla mobilitazione necessaria l’impegno nel processo con argomenti solidi e puntuali (Riccardo Noury).

Ma è emerso il retrogusto amaro delle disattenzioni, delle colpevoli omissioni, delle volute falsità propagate (ad esempio sul presunto rapporto con la Russia, del resto escluso dal procuratore speciale Robert Muller) per costruire l’immagine di un nemico pubblico per di più in odore di spionaggio. Oltre a Negri sull’argomento ha parlato con efficacia il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, che ha collegato la lotta specifica a quella generale per la pace. Sul tema ha parlato, poi, Gianni Barbacetto, sarcastico e critico verso tanta parte dello stesso giornalismo ufficiale che si è voltato dall’altra parte.

Aderiscono alla campagna la rivista Left, che con la testata online Pressenza ha organizzato la 24 ore di mobilitazione internazionale tenutasi lo scorso sabato. E in quella sede Patrick Boylan suggerì di coordinare i vari comitati nati in questi anni, cui ieri ha dato voce – per Free Assange Italia- Marianella Diaz.

Si entra, dunque, in una fase nuova, in cui – secondo Noury- si intravvede qualche luce.

Vincenzo Vita
di Articolo 21