Skip to main content

Da Università degli studi di Ferrara

Mercoledì 3 Maggio alle ore 14 presso l’Aula Drigo, via Paradiso 12, si terrà la presentazione dell’insegnamento della lingua dei segni nel corso del seminario “La lingua dei segni italiana: lingua e diritti” tenuto dalla prof.ssa Chiara Branchini di Ca’ Foscari con il coordinamento di Laura Bafile di Unife. L’incontro è aperto a tutti.
​La lingua dei segni italiana (LIS) è la lingua usata dalla comunità sorda segnante in Italia. L’Italia è l’unico paese europeo insieme a Malta e al Lussemburgo a non avere ancora recepito la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea generale dell’ONU nel 2006 e dunque a non avere ancora riconosciuto la lingua dei segni della comunità sorda italiana.
La situazione di emarginazione conseguente al mancato riconoscimento e diffusione della lingua dei segni italiana ha rafforzato alcuni pregiudizi nei confronti delle lingue dei segni.Gli studi linguistici sulle lingue dei segni mostrano invece che a tutti i livelli esse possiedono una struttura interna paragonabile alle lingue vocali.La comunità sorda italiana possiede inoltre un ricco patrimonio culturale che si esprime nella produzione poetica, teatrale e cinematografica in lingua dei segni.Oggi, infine, sempre di più la lingua dei segni si rivela uno strumento cruciale per persone udenti con disabilità comunicative come l’autismo, le disprassie verbali, la sindrome di Down, la sindrome di Landau Kleffner, i disturbi specifici dell’apprendimento, nelle quali l’uso della lingua vocale è difficilmente accessibile o non disponibile.

Il seminario è rivolto agli studenti e alle studentesse del “Corso di Linguistica” ed è aperto a chi è interessato a frequentare l’insegnamento, a numero chiuso e con frequenza obbligatoria, di Lingua italiana dei segni (LIS) incardinato nel Corso di Laurea Magistrale in Lingue e letterature straniere.

tag:

UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it