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Da: Europa Verde

A seguito dell’accertamento da parte della Magistratura e dell’Ispettorato del lavoro di un nuovo caso di caporalato nelle campagne dell’Emilia-Romagna, il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa regionale ha depositato oggi una risoluzione che contiene varie proposte per contrastare questo fenomeno, che anche nel nostro territorio condanna braccianti italiani e stranieri a guadagnare pochi euro al giorno e a vivere in condizioni disumane.
“La recente decisione del Governo di regolarizzare i braccianti immigrati potrà contribuire a contrastare il rischio dello sfruttamento e dell’intermediazione criminale di manodopera precaria, ma non è sufficiente per risolvere il problema alla radice – dichiara Silvia Zamboni, Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e Consigliera regionale di Europa Verde – Per questo la risoluzione di Europa Verde pone in evidenza l’importanza di intervenire anche su un secondo piano, ossia garantire il giusto compenso ad imprenditori agricoli e braccianti lungo tutta la catena del valore, per sottrarre gli stagionali al lavoro nero e al caporalato, entrambi funzionali a ridurre i costi della manodopera in una situazione in cui il datore di lavoro agricolo sia a sua volta sotto-remunerato, dagli acquirenti, rispetto ai suoi costi di produzione”.
Anche la direttiva 633/2019 del Parlamento europeo, citata nella risoluzione, sottolinea che “Nella filiera agricola e alimentare sono comuni squilibri considerevoli nel potere contrattuale tra fornitori e acquirenti di prodotti agricoli e alimentari. È probabile che tali squilibri di potere contrattuale comportino pratiche commerciali sleali nel momento in cui partner commerciali più grandi e potenti cerchino di imporre determinate pratiche o accordi contrattuali a proprio vantaggio relativamente a una operazione di vendita”.
“In questo contesto, non aiuta il fatto che, dopo l’approvazione da parte della Camera dei Deputati, sia ancora ferma al Senato la proposta di legge che vieta le aste al doppio ribasso nell’acquisto di prodotti alimentari dai produttori all’origine” – osserva l’esponente di Europa Verde.

“Tra le azioni da intraprendere, il Programma di mandato 2020-2025 della Giunta Bonaccini ha giustamente incluso ‘Contrasto al caporalato e valorizzazione della rete di lavoro di qualità’ – sottolinea Zamboni – Con la risoluzione che ho depositato oggi, Europa Verde Emilia-Romagna esorta la Giunta a impegnarsi su più livelli al fine di concertare, nell’ambito della Consulta agricola regionale che si è già occupata del tema, una soluzione strutturale che porti a ristabilire il giusto equilibrio tra tutti gli attori della filiera agroalimentare e ad assicurare il giusto compenso per i lavoratori e per gli imprenditori del settore agricolo. In questo modo si potrà rendere il lavoro agricolo socialmente sostenibile e premiare i produttori onesti”.
A tal fine la risoluzione impegna la Giunta regionale a promuovere la costituzione delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità quali strumenti di prevenzione delle pratiche di caporalato; a coinvolgere nella Consulta agricola anche l’Ispettorato del Lavoro e le organizzazioni che rappresentano il mondo agricolo biologico; a rafforzare i meccanismi premiali da riconoscere alle imprese agricole aderenti a tale Rete e da inserire nei futuri bandi del Programma di Sviluppo Rurale per la concessione di contributi regionali; a favorire la sperimentazione di modalità efficienti di incontro tra domanda ed offerta di lavoro nel settore agricolo tramite i nuovi Centri per l’impiego; infine, a valutare l’opportunità di istituire un marchio di certificazione per i prodotti ‘liberi dal caporalato’.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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