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Da: Stefano Ravioli, Cronaca Comune

Se sei sotto i cinque milioni di fatturato, ricapitalizzare costa di più: la denuncia di Vittorina Nori Zuffellato
“Le aziende che hanno un fatturato superiore ai cinque milioni di euro, se decidono di ricapitalizzare, hanno un credito di imposta del 20%. Le aziende come la mia, che sono al di sotto di questa soglia, non hanno nulla. È un’evidente ingiustizia, del tutto incomprensibile soprattutto in un momento di gravissima crisi come questo”.

È questa la denuncia, chiara e precisa, di Vittorina Nori Zuffellato, imprenditrice ferrarese presidente di Zuffellato Technologies, l’azienda che fondò negli anni ‘70 insieme al marito e che da sempre è socia della Cna di Ferrara. Il figlio Enrico oggi è amministratore delegato di Zuffellato Technologies.

“Abbiamo deciso di ricapitalizzare l’azienda – prosegue Vittorina Zuffellato – per reagire a una crisi di liquidità e presentarci alle banche con un migliore merito creditizio. Siamo noi i primi a credere nella nostra azienda, e vogliano difenderla”.

Purtroppo, in Italia c’è un evidente disparità di trattamento tra aziende, a seconda del livello di fatturato. Se sei sotto i cinque milioni non puoi beneficiare, attualmente, del credito di imposta.

“E’ un’ingiustizia e un errore – spiega Vittorina Zuffellato – In Italia le aziende piccole e medie sono la maggioranza, e moltissime sono al di sotto dei 5 milioni di fatturato annuo. In queste aziende gli imprenditori lavorano ogni giorno in prima persona, per fronteggiare l’emergenza e arginare la crisi, rinunciando a profitti e compensi pur di salvare l’attività in cui credono. Molti di loro sarebbero disposti a immettere liquidità in azienda se gli fosse riconosciuto un beneficio fiscale. Questo è il motivo per cui ho deciso di denunciare, ho scritto ai ministeri ed alla CNA, associazione a cui appartengo da decenni”.

Sanare questa evidente discriminazione è tanto più urgente, conclude la Presidente di Zuffellato Technologies, se si considera che con i Decreti Ristori, tutti gli indennizzi previsti per le imprese di dimensioni medio-piccole sono stati estesi alle grandi aziende con più di cinque milioni di fatturato. “Giustissimo estendere gli indennizzi alle grandi – conclude – ma allora si estendano anche i benefici fiscali alle piccole e medie. Per questo abbiamo decido di denunciare: anche se l’aumento di capitale l’abbiamo fatto comunque proprio perché crediamo nella nostra azienda”.

Il Direttore Provinciale della CNA, Diego Benatti, raccogliendo l’appello dell’imprenditrice ha subito attenzionato i vertici nazionali dell’associazione dichiarando “siamo di fronte all’ennesima stortura burocratica che penalizza le imprese. I nostri parlamentari agiscano da subito per estendere questo beneficio a tutte le aziende. Non si può denunciare che il problema delle aziende è la sottocapitalizzazione e poi penalizzare le piccole e medie imprese che vogliono aumentare il proprio capitale. Di fronte a queste ed altri pasticci burocratici continueremo un’azione forte di denuncia per essere a fianco delle nostre imprese, sempre di più provate da questa crisi sanitaria ed economica”.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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