Questo corona virus a noi sembra più una corona di spine, come quella che i soldati romani misero per scherno sul capo di Gesù. Ma la corona è anche quella dei sovrani, o la corona di luce dei santi, quella d’alloro dei poeti. Non voglio suonare blasfemo, ma volta per volta, come in un caleidoscopio, intravedo dentro questa nuova situazione tante delle accezioni di ‘corona’.
La corona del martirio ma anche di una laica santità, in capo al personale medico ed infermieristico che combatte con dedizione e una sorta di disperazione dentro un’ autentica trincea, a volte proprio come i soldati francesi nella trincea di Orizzonti di Gloria di Kubrick – senza mezzi adeguati, quasi a mani nude.
La corona dei sovrani senza nobiltà, i fenomeni che si credono liberi da ogni costrizione ed esercitano l’arbitrio della loro vita irresponsabile, tra uno jogging e un aperitivo in compagnia, come se nulla fosse cambiato.
La corona d’alloro dei letterati, da Boccaccio a Manzoni a Camus, che della pestilenza e del contagio hanno scritto con mirabile e terribile concretezza emotiva.
La corona dei sovrani senza nobiltà, i fenomeni che si credono liberi da ogni costrizione ed esercitano l’arbitrio della loro vita irresponsabile, tra uno jogging e un aperitivo in compagnia, come se nulla fosse cambiato.
La corona d’alloro dei letterati, da Boccaccio a Manzoni a Camus, che della pestilenza e del contagio hanno scritto con mirabile e terribile concretezza emotiva.
Ma io vedo anche la corona di stelle, sopra di noi. La vedo con una suggestione nuova, con una nitidezza scintillante, che non avevo mai visto prima.
Respiro un’aria tersa, trasparente, cristallina, una fascinosa Sirena atmosferica che nasconde, come nell’Odissea, il nemico invisibile, pronto a colonizzare i nostri alveoli con la laboriosa implacabilità di uno sciame di formiche.
Sento per la prima volta, nel silenzio del genere umano, confinato nelle proprie case, il rumore del mondo prima di noi: lo stormire delle foglie, il canto degli uccelli, il suono della natura. E’ una sensazione di pace, una pace enorme, imposta da un despota, un gigante buono reso tiranno dal tedio per l’uomo dell’antropocene.
Ha l’aria di un messaggio.
Respiro un’aria tersa, trasparente, cristallina, una fascinosa Sirena atmosferica che nasconde, come nell’Odissea, il nemico invisibile, pronto a colonizzare i nostri alveoli con la laboriosa implacabilità di uno sciame di formiche.
Sento per la prima volta, nel silenzio del genere umano, confinato nelle proprie case, il rumore del mondo prima di noi: lo stormire delle foglie, il canto degli uccelli, il suono della natura. E’ una sensazione di pace, una pace enorme, imposta da un despota, un gigante buono reso tiranno dal tedio per l’uomo dell’antropocene.
Ha l’aria di un messaggio.
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Nicola Cavallini
E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it