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Da: Ufficio Stampa CNA Ferrara

Venti serate di ottima musica dal vivo nei locali di Ferrara: nella seconda metà di marzo 2020 torna Juke Joint, un vero e proprio festival della Live Music ideato da Roberto Formignani e dall’Associazione Musicisti di Ferrara e cresciuto grazie alla collaborazione con le associazioni imprenditoriali ferraresi, le direzioni artistiche locali e l’amministrazione comunale. L’evento di lancio è previsto per il prossimo 20 dicembre, a partire dalle 18.00, presso la sede di Sonika (gestito dall’associazione Ultimo Baluardo, direzione artistica partner dell’iniziativa) in viale Alfonso d’Este 13. Una serata di musica e dj set in concomitanza con i dieci anni di Sonika, nel corso della quale sarà avviata ufficialmente la selezione dei locali che ospiteranno le serate del festival Juke Joint. Dal 21 dicembre il regolamento e i moduli necessari a candidare il proprio locale saranno disponibili sui siti dei promotori dell’iniziativa

“Il nostro obiettivo è fare cultura diffusa – spiega Roberto Formignani –portando la buona musica nei luoghi che le persone frequentano e in cui abitualmente trascorrono le proprie serate. Vogliamo rivolgerci a un pubblico più ampio di quello – pur importantissimo – dei teatro e delle sale da concerto: possiamo farlo grazie a un’alleanza tra pubblico e privato, che coinvolge le associazioni di categoria, le associazioni culturali, il Comune e naturalmente i musicisti e il pubblico, che l’anno scorso ha dimostrato di apprezzare molto il festival, e ci ha incoraggiato a riproporlo”

Sui dice entusiasta di questa iniziativa l’assessore alle politiche giovanili Micol Guerrini del Comune di Ferrara: “Ringrazio l’Associazione Musicisti di Ferrara, CNA Cultura, Ascom Confcommercio, Legacoop Estense e Confesercenti per aver portato al secondo anno questa iniziativa che coinvolge i giovani nei loro abituali luoghi di ritrovo, privilegiando performance semi acustiche ed originali. Ferrara città universitaria ha il dovere di istituire iniziative che offrano ai giovani momenti di svago e divertimento sani, per favorire lo sviluppo delle relazioni attraverso anche la musica”.

“Questo festival – aggiunge Davide Franco, presidente di Cna Cultura – ha avuto la capacità di attivare una rete di imprenditori desiderosi di investire nella diffusione della cultura musicale, favorendo al contempo la crescita complessiva dell’offerta di eventi in città. L’anno scorso siamo riusciti a ottenere ottimi risultati di visibilità e di pubblico, e siamo certi che ci riusciremo anche con l’edizione 2020. Abbiamo messo a punto la formula organizzativa, optando per una programmazione più concentrata nel tempo, che pensiamo si rivelerà ottimale per il pubblico e per gli artisti”.

“Il progetto Juke Joint è per i nostri pubblici esercizi coinvolti – prosegue Matteo Musacci presidente provinciale Fipe Confcommercio – è il giusto mix di eccellente enogastronomia ed altrettanta buona musica. Un binomio che aumenta la reputazione dei pubblici esercizi e l’accoglienza della nostra città per i turisti e non solo che potranno trovare un’ampia scelta di qualificate proposte musicali. La nostra città a livello turistico potrà solo avere un vantaggio da un progetto che coinvolge fattivamente pubblico e privato in un lavoro comune di promo valorizzazione del nostro centro storico. Juke Joint è un’opportunità per scoprire quali sono i brani di maggiore interesse o gli artisti che si affacciano sul mercato. Inoltre come obiettivo bisognerà lavorare per prevedere sgravi fiscali per i locali che intendono adeguarsi alla normativa sull’impatto acustico, ridurre i costi della Siae per i giovani artisti e semplificare gli aspetti burocratici”.

“Legacoop Estense rinnova il sostegno al progetto Juke Joint, un’occasione importante per promuovere la musica dal vivo mettendo a sistema l’intervento pubblico e quello privato”, afferma Francesca Tamascelli, referente del settore Culturmedia di Legacoop Estense. “Grazie alle cooperative di spettacolo si è riusciti a valorizzare la dimensione occupazionale ed economica del settore, per questo è per noi importante rimarcare la necessità di considerare la musica come un lavoro, che richiede dignità, tutele e giusto riconoscimento economico per gli artisti”.

“I locali che in Italia promuovono musica dal vivo si trovano ad affrontare sfide complesse, dalla burocrazia alla difficile sostenibilità economica di questa tipologia di eventi” sottolinea Federico Rasetti di KeepOn Live, la prima associazione di categoria italiana dei locali di musica dal vivo. “Un primo passo fondamentale è contribuire a diffondere, anche nei confronti del pubblico, una cultura della musica dal vivo, che riveste una funzione insostituibile di socialità, aggregazione, educazione all’ascolto”.

“E’ una bella cosa – conclude Alessandro Osti, direttore di Confesercenti Ferrara – che un’iniziativa che ha avuto un suo percorso di successo, abbia quest’anno la possibilità di proseguire. È la testimonianza di un’azione efficace, che è piaciuta: abbiamo avuto testimonianze positive dalle attività che hanno partecipato. E quindi è giusto proseguire in questa direzione, continuando a creare cultura diffusa con il contributo dei nostri soci che vorranno partecipare”.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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