Italia: galleggiare in un mare d’ignoranza
In margine al 58° Rapporto Censis 2024
Incuriosito dal clamore suscitato, subito sedato da giornali e televisioni, ho dato una letta al rapporto Censis 2024, giunto alla 58esima edizione, sulla situazione sociale del paese e ne sono rimasto stupefatto.
Molte cose le immaginavo, ma vedere le mie fantasie suffragate dai dati di un Istituto come il Censis mi ha suscitato preoccupazione ed amarezza, uno scenario sociale ben peggiore di quello che pensavo. Come non venire sopraffatto da questi sentimenti negativi nell’apprendere che il “bel Paese” è popolato da ignoranti che neanche si rendono conto di vivere su un territorio pieno di meraviglie millenarie.
Provo a riassumere in alcuni dati cosa ho trovato leggendo quelle pagine.
Quasi uno studente su due delle superiori, il 43,5%, non raggiunge il traguardo di apprendimento in italiano, percentuale che sale a 47,5 se parliamo della matematica. Non va meglio alle medie dove la percentuale di studenti che non raggiungono il traguardo in italiano arriva quasi al 40% e con la matematica si sale al 44%.
A chiedere agli italiani quasi uno su tre non conosce l’anno dell’Unità d’Italia e nemmeno di quando è entrata in vigore la Costituzione. Uno su cinque non sa dire chi era Giuseppe Mazzini e uno su due non sa quando è scoppiata la Rivoluzione francese.
Il 41,1% dice che Gabriele d’Annunzio ha scritto l’Infinito e per il 35,1% Eugenio Montale potrebbe essere stato un presidente del Consiglio degli anni Cinquanta. Eppure l’analfabetismo nel nostro Paese è stato praticamente debellato (sono rimaste solo 260 mila persone), mentre i laureati sono cresciuti dell’8,4%.
Il 18,4% non può escludere con certezza che Giovanni Pascoli sia l’autore de I Promessi Sposi e, infine, il 6,1% crede che il sommo poeta Dante Alighieri non sia l’autore delle cantiche della Divina Commedia.
Si riscontra poi l’incapacità di collocare correttamente sulla carta geografica le città straniere, se il 23,8% degli italiani non sa che Oslo è la capitale della Norvegia, ma anche le città italiane, se il 29,5% non sa che Potenza è il capoluogo della Basilicata. Le difficoltà di calcolo lasciano perplessi, se per il 12,9% degli italiani la moltiplicazione di 7 per 8 non fa necessariamente 56.
E l’ignoranza regna sovrana anche in merito ai meccanismi istituzionali, visto che più di un italiano su due, ossia il 53,4%, non attribuisce correttamente il potere esecutivo al Governo, bensì al Parlamento o alla magistratura.
Sostieni periscopio!
Massimo Serafini
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
Lascia un commento