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Da: Roberto Guerra

Nella fase estiva abbiamo intervistato il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, per alcuni media nazionali on line, MeteoWeb, magazine di divulgazione scientifica e previsioni meteo, Blasting News, magazine anche internazionale generalista, svizzero (Chiasso), in lingua italiana nello specifico, Youman design 4 NR, blog official del Movimento del Metateismo. Per un Nuovo Rinascimento di Milano fondato e a cura di Davide Foschi, noto artista contemporaneo che per la cronaca cosi ha significativamente presentato l’intervistato: “In anteprima su YOUMANDESIGN 4NR l’intervista al Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, del nostro Roby Guerra, pubblicata su MeteoWeb. Ferrara, città di storia e di arte, si candida a città del Nuovo Rinascimento, tra bellezza e ricerca di sicurezza, capace di integrare allo splendore del passato un brillante futuro. Da parte di tutto il nostro grande movimento un augurio al Sindaco: il nostro appoggio e incoraggiamento è sempre assicurato a chi cerca una vera Evoluzione. Ora lo riproponiamo per la prima volta (sui media precedenti per questioni tecniche pubblicata in versioni parziali ed autonome) integrale per Ferrara Italia, ringraziando ulteriormente il sindaco stesso Tiziano Tagliani, gentilissimo e oggettivamente dialettico per la disponibilità, oltre alla Dssa Anna Rosa Fava, Ufficio Stampa del Sindaco e del Comune che ha – come da prassi- brillantemente e pazientemente mediato per tale intervista, già nei mesi scorsi impostata in chiave non effimera e cronicistica, ma nella complessità e in modulazioni atipiche, quindi- la sua replica “inedita”, ci pare semplicemente “automatica”. Un grazie, infine e quindi anche a Ferrara Italia per questa eccezione in termini di esclusività.

D – Egregio sindaco, Ferrara città d’arte e universitaria, dinamismo e risultati certamente anche eccellenti, lo ammette anche l’opposizione a volte, ma sinceramente, perché la città non decolla con maggiore potenza in tal senso, solo colpa dei politici?
R- (Tiziano Tagliani) A mio avviso non possiamo dimenticare che una città d’arte come Ferrara fa i conti con una concorrenza importante, quindi la potenza di presenza, di crescita di Ferrara come città turistica su un mercato che ormai è internazionale, sconta una difficoltà che non è certo data dalle sue iniziative, dai suoi eventi o dalla bellezza monumentale, che è sicuramente di grande rilievo, ma anche dalla capacità di promozione su un mercato cosi vasto.
Non è più solo un mercato italiano ma mondiale quindi l’investimento deve essere promozionale e deve avere dietro alle spalle risorse molto importanti. Pensate alle possibilità che possono avere Venezia, Roma Firenze, ma soprattutto Parigi Shanghai Cairo : sono capitali e città sulle quali gli Stati investono centinaia di milioni di euro.
E’ chiaro che Ferrara, per emergere in un mercato come questo, dovrebbe avere la possibilità di investire sulla promozione culturale e turistica ma le risorse non ci sono e non possono arrivare dagli Enti locali che hanno bilanci risicati. Vorrei anche ricordare che i Comuni hanno problemi e difficoltà ad investire in un convegno o a promuovere un evento poiché l’organizzazione di iniziative promozionale sono considerate “spese di rappresentanza “ non implementabili per i vincoli posti dalla Corte dei Conti e dalle normative vigenti.
Come Amministrazione stiamo facendo un’ operazione di valorizzazione delle nostre iniziative ma dobbiamo abituarci che la crescita è data da un percorso molto lento che passa anche attraverso il passa parola.
In questi anni abbiamo organizzato mostre ad Amsetrdan, Parigi, Bruxelles, dove abbiamo portato la mostra sul regista Antonioni.
Siamo partiti, con il Ministro Franceschini per Pechino dove abbiamo inaugurato la mostra “Boldini Master of the Belle Epoque” . Le tele ferraresi del Boldini – dopo aver fatto tappa in Cina- saranno ospitate in Russia nelle prestigiose sale dell’Ermitage di San Pietroburgo
Questi sono alcuni esempi delle diverse occasioni, su cui abbiamo intensamente lavorato, per qualificare l’immagine e la fama di Ferrara come città d’arte e cultura.
Queste mostre sono i nostri biglietti da visita; e lo facciamo quando siamo nelle condizioni di poter essere pagati almeno dei costi che sosteniamo.
Quindi Ferrara è una città importante che richiede investimenti importanti per mantenerla e valorizzarla; ma la promozione sul mercato internazionale o lo fa il privato – che poi è il soggetto maggiormente interessato a recuperare i costi dell’investimento per la promozione – altrimenti lo dobbiamo fare noi come Comune insieme a Ferrara Arte con le inevitabili difficoltà ed i limiti evidenti

R – Tiziano, la sua Ferrara dei sogni: come la illustrerebbe?
R – (Tiziano Tagliani) Una Ferrara nella quale non si può pensare solo alle bellezze e alla cultura del passato se all’interno della crescita della città non ci sono importanti occasioni di lavoro. Certamente anche l’economia culturale e turistica deve interessarci perché può offrire lavoro ai nostri giovani per i quali oggi è difficile accedere ad un lavoro stabile: non dico sia un miraggio ma sicuramente molto complicato.
Sono però positivo pensando che stiamo vivendo una congiuntura favorevole in termini di investimenti pubblici nei beni culturali ferraresi che consentirà di progettare e programmare quanti più eventi possibili sfruttando i tesori che abbiamo in casa. In questi anni stiamo investendo per restaurare e dare nuova vita ai nostri beni culturali molto di più di quanto non sia stato fatto negli anni ’80 solo che all’epoca c’erano anche dei privati che investivano, ora molto pochi. Nei prossimi anni la città si riapproprierà di tutti i suoi più bei palazzi: il Castello, Palazzo Massari, Palazzo Schifanoia, Palazzo dei Diamanti”.
Una volta restaurati questi luoghi andranno poi riempiti di opere ed è per questo che ora stiamo facendo un grande sforzo per portare in giro per il mondo i capolavori di Boldini e De Pisis.
Stiamo insomma utilizzando questo momento particolarmente felice per gli investimenti pubblici per dare un nuovo volto e ancora maggiore appeal turistico alla città.
Vorrei anche ricordare che siamo una città con 18 mila studenti universitari quindi abbiamo una componente di altissima qualificazione professionale in rapporto alle occasioni offerte di lavoro della città.
Ci ritroviamo in una comunità che, accanto alla città di arte e cultura, può e deve trovare occasioni di offerte lavoro sfruttando le risorse del nostro territorio: penso alla componente industriale, alle forme innovative di turismo in trasformazione, ai prodotti dell’agricoltura.
Non possiamo quindi contare solo su una economia turistica – come possono fare Venezia o Roma – ma dobbiamo puntare su un paniere di occasioni.
La mia Terra dei sogni è una Ferrara che offre occasioni di lavoro e nella quale la cultura non è solamente il veicolo della promozione turistica ma anche una dotazione individuale, una cultura di carattere civico e di cultura letterario che dovrebbe essere la chiave di accesso al venir meno dei pregiudizi. Apertura a culture diverse: la cultura letteraria ,la cultura musicale, la conoscenza della nostra storia possono essere chiavi di apertura della città ad una nuova comunità che è quella della città italiana aperta ed accogliente nuove culture. Come lo fu in passato l’epoca degli Estensi.

D – Egregio Sindaco Tagliani, Ferrara città del rinascimento, d’arte e dell’Unesco. Secondo lei quale la sua unicità, rispetto alle altre città d’arte, Roma, Venezia, Firenze ecc.?
R – (Tiziano Tagliani) Ferrara è una città straordinaria, dove il fascino e l’atmosfera del suo glorioso passato si sono conservati nel tempo in armonia con la vivacità culturale del presente.
L’unicità di Ferrara è la connessione molto stretta tra il suo tessuto urbanistico, edilizio monumentale, culturale con la vita quotidiana della città.
La nostra piazza non è solo monumentale, è anche una piazza mercatale accessibile ed accogliente per tutti, variamente frequentata e vissuta dai cittadini quale spazio di incontro dove è possibile vivere opportunità di animazione ed iniziative (manifestazioni, festival, ecc…) socializzanti.
Si percepisce una qualità della vita che gode della sua conservazione e valorizzazione monumentale senza separarla dalla vita cittadina.
Ferrara è una città silenziosa, a misura d’uomo, dove è ancora possibile passeggiare tranquillamente, a piedi o in bicicletta, di giorno e di notte, rivivendo ad ogni passo magiche atmosfere del passato.
Un ulteriore dato originale è la connessione naturalistica tra la città e la provincia: uscire dalla città, attraversare il parco urbano, raggiungere le sponde del grande fiume con una bicicletta che ti può, senza interruzione della continuità, portare direttamente al mare: è una esperienza di tipo sensoriale emotiva e culturale che pochissime città possono offrire.

D- Egregio Sindaco, la bella Ferrara rinascimentale e metafisica di cui spesso parlano i media, in questa epoca di crisi fa i conti con l’emergenza sicurezza per noti fenomeni epocali che riguardano l’Italia intera… Problematiche che trascendono i sindaci, anche: Lo Stato, l’Unione Europea, l’Onu stesso , sinceramente, sono all’altezza o davvero bachi oggettivi e storici inevitabili?
R – (Tiziano Tagliani) Il tema della sicurezza ha cambiato totalmente le sue proiezioni, ragioni e natura. E’ una preoccupazione generalizzata in tutte le città italiane ed è ovviamente un problema all’attenzione dei media. Credo che le ragioni debbano essere meditate: l’Italia sta affrontando una straordinaria immigrazione,un esodo particolarmente significativo, che ha previsto nella fase iniziale una politica efficace sulla prima accoglienza consentendo di ospitare nella varie città centinaia di profughi , tenendo sotto controllo la situazione sia dal punto di vista igienico sanitario che da quello della sicurezza dell’ordine pubblico.
Ma ora ci troviamo senza una politica nazionale di gestione del dopo emergenza: una assenza che mette in difficoltà sia le amministrazioni locali che le forze dell’ordine le quali lamentano la carenza di forze e mezzi. Per le forze dell’Ordine diventa sempre più arduo il problema del controllo della città, soprattutto a fronte di mezzi non sufficienti e forse della difficoltà di azioni concordate. Difficoltà che, come Sindaco, ho espresso al Vice Ministro durante una recente visita in città e che resi noto già tre anni fa all’allora Ministra dell’interno.
Dobbiamo anche essere tutti consapevoli che si costruisce sicurezza urbana solo se si è capaci di individuare l’azione più corretta per ogni situazione, scegliendo tra interventi amministrativi ed interventi di contenimento e realizzando, in tal modo, le politiche integrate.
Come Amministrazione abbiamo messo in campo 10 azioni pratiche ed operative per la sicurezza urbana, ma certamente non sufficienti: il tema sicurezza va affrontato con strategie diversificate e coordinate unendo tutte le forze della città (associazioni, comitati, gruppi di quartiere, ecc) anche per riappropriarsi di quegli spazi abbandonati o “occupati” da chi oggi minaccia la sicurezza dei nostri quartieri
Ma nonostante lo sforzo di tutti per riportare alla normalità i nostri quartiere più a rischio (penso al quartiere Giardino) – attraverso numerose iniziative organizzate sul territorio, attraverso i controlli e i pattugliamenti delle interforze o i presidi della Polizia Municipale; attraverso le ordinanze e i controlli (e le multe e le chiusure delle attività )– purtroppo troppo spesso gli spacciatori arrestati sono immediatamente rimessi in libertà, vanificando tutti gli sforzi messi in campo. La mancanza dalla certezza della pena (e dei rimpatri) non fa bene né a chi amministra una città, mettendo in atto politiche di prevenzione e di tutela del territorio, né ai cittadini che giustamente si indignano. E necessario un confronto serio su questo tema, che porti a cambiare norme e approccio.

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Roby Guerra


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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