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Da: Gruppo partito democratico

Premesso

  • in queste settimane di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 sono stati emessi decreti e ordinanze sia dal Governo che dalla Regione Emilia Romagna che hanno limitato e interrotto, per evitare la propagazione del contagio, attività commerciali, di servizio, sportive, culturali, sociali anche nella nostra città;

  • che risultano quindi chiuse strutture quali ad esempio palestre, piscine, centri sociali e culturali, sedi di gruppi e associazioni, centri ricreativi per minori e numerose attività commerciali e di servizi;

  • che parte di queste attività avvengono presso strutture di proprietà dell’amministrazione comunale di Ferrara e sono regolarizzate da contratti di locazione o da concessioni per la maggior parte dei casi onerose;

  • che la chiusura di queste attività ha bloccato anche le attività commerciali che privati, imprese, associazioni e gruppi svolgevano presso questi immobili.

Considerato

  • che durante la discussione sul Bilancio di previsione 2020 avvenuta lunedì 16 marzo scorso sono stati bocciati emendamenti e risoluzioni presentate dal gruppo consigliare PD che invitavano la Giunta a individuare misure di sostegno economico per negozi e associazioni, o a azzerare il pagamento, ad esempio, da parte delle società sportive dei canoni di concessione di palestre e strutture sportive;

  • che nei giorni seguenti all’approvazione del Bilancio l’assessore allo sport ha invece fatto propria la proposta del gruppo PD di esentare dal pagamento dei canoni di concessione le società sportive che oggi utilizzano spazi comunali;

  • che ad oggi non ci risulta però che sia stata adottata una delibera di giunta che vada in questa direzione;

  • che nei giorni scorsi l’assessora al patrimonio ha dichiarato alla stampa in merito all’azzeramento dei canoni di locazione e di concessione di negozi e uffici comunali assegnati a privati che: “questa sospensione non è possibile per ragioni di bilancio”, negando quindi la possibilità non solo di azzerare ma anche di sospendere il pagamento degli affitti;

  • che questa dichiarazione non è stata a oggi smentita da nessuna delle numerose note che quotidianamente l’amministrazione comunale emette.

Si chiede, quindi, al Sindaco

  • di sospendere il pagamento di affitti e canoni di locazione o concessione di negozi, palestre, uffici, sedi di associazioni, ecc che occupano immobili e spazi di proprietà dell’amministrazione comunale e che in queste settimane hanno visto la forzata chiusura e l’azzeramento delle proprie attività;

  • di azzerare il pagamento di questi affitti e concessioni, delle settimane di chiusura forzata di queste attività, dal giorno delle chiusure così come decretato dai DCPM e dalle ordinanze della Regione, fino a quando Governo e Regione dichiareranno possibile riaprire le singole attività commerciali, economiche, di servizi, sportive, sociali, culturali, ecc.

  • a impegnare anche aziende e istituzioni partecipate dal Comune (quali Holding, Asp, ecc.) a azzerare a loro volta il pagamento di fitti e canoni di eventuali locali di proprietà dati in locazione o concessione che ricadano nelle condizioni evidenziate dei punti precedenti.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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