Skip to main content

di Maria Guandalini e Federico Izzi (allievi del liceo classico Ariosto, Ferrara)

Suad Amiry scrittrice e architetto palestinese è stata ospite del programma radiofonico di Radio3Mondo, Il giro del mondo in sessanta minuti, condotto dalla giornalista Anna Maria Giordano e andato in onda dal cortile del castello Estense nell’ambito del festival di Internazionale. L’incontro Palestina sconfinata, moderato dall’arabista e traduttrice Elisabetta Bartuli, ha visto coprotagonisti gli scrittori Atef Abu Seyf ed Elias Sanbar, l’autrice Selma Dabbagh e la fotografa Rula Halawani. La Amiry, attivista per i diritti palestinesi, ha introdotto brevemente il conflitto arabo-israeliano, oggetto delle sue riflessioni e dei suoi libri (tra gli altri ricordiamo Sharon e mia suocera. Diari di guerra da Ramallah, Palestina, Feltrinelli 2003). Poi ha preso la parola Marta Dillon, attivista argentina e parte attiva del movimento “Ni una menos”, che ha brevemente illustrato la lotta sua e di molte altre donne sudamericane, per la parità dei diritti e contro la “violencia machista” (violenza maschile), concentrandosi particolarmente sulla campagna per la legalizzazione dell’aborto in Argentina.
Anna Maria Giordano ha poi introdotto Raj Patel, scrittore britannico, di origine figiana e kenyota, il quale ha parlato della propria esperienza alla protesta anti-globalizzazione di Seattle del 1999. “La globalizzazione è il nuovo colonialismo”, ha sostenuto Patel, che si batte per la preservazione delle culture di tutto il mondo. Shamiso Mungwashu, protagonista del quarto intervento, ha sottolineato l’importanza di nuovi metodi di produzione agricola, nel rispetto del pianeta e del lavoro. Nel suo progetto vengono coinvolte molte donne zimbabwesi, che partecipano attivamente alla coltivazione biologica ed ecosostenibile proposta da Shamiso, contro l’uso e l’abuso di sostanze chimiche. L’imprenditrice ha inoltre rimarcato l’importanza del coinvolgimento delle nuove generazioni in un nuovo modo di produrre alimenti. Ha concluso il programma la riflessione della giornalista pachistana Rafia Zakaria, sulla troppo frequente stereotipizzazione attribuita da alcuni giornalisti occidentali ai musulmani e alle persone di diverse etnie. Troppo spesso l’informazione va contro il rispetto dei diritti umani, dice. Tra un ospite e l’altro due studenti del Conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara hanno eseguito due brani per vibrafono e batteria.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Riceviamo e pubblichiamo



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it

SOSTIENI PERISCOPIO!

Prima di lasciarci...

Aiuta la nostra testata indipendente donando oggi stesso!