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Da: Comune di Comacchio

L’orgoglio del sindaco Fabbri: “Un ‘francobollo’ come Comacchio apre una collaborazione con il Museo Archeologico più importante al mondo”

Si è svolta sabato 17 dicembre 2016, l’inaugurazione della mostra ‘Lettere da Pompei. Archeologia della Scrittura’ che fino al 2 maggio terrà in esposizione gratuita nell’affascinante cornice di Palazzo Bellini a Comacchio (FE) 19 preziosi reperti provenienti dai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’allestimento della mostra si configura infatti come il primo atto concreto che certifica il Protocollo d’intesa siglato lo scorso luglio tra il Comune di Comacchio e il MANN.
Nella gremita sala conferenze di Palazzo Bellini, prima del tradizionale taglio del nastro e delle prime visite, guidate per l’occasione dai curatori Lorenzo Zamboni e Carla Buoite, alla mostra, si è tenuta la conferenza stampa che ha aperto ufficialmente l’evento.
Il benvenuto è arrivato dal Dirigente alla Cultura Roberto Cantagalli: “Oggi è una giornata storica. Riprendiamo la tradizione di allestire mostre archeologiche a Palazzo Bellini; non succedeva dagli anni Ottanta. Questa mostra resterà aperta fino a maggio, e va a compensare il piccolo disagio della chiusura temporanea del Museo della Nave Romana.
Soprattutto, rappresenta il primo atto di un rapporto strategico con il MANN. Un progetto di disseminazione sul territorio nazionale di reperti e cultura, che parte oggi a livello italiano proprio da Comacchio”.
Vera artefice del progetto, insieme al suo gruppo di lavoro, è stata l’Assessore alla Cultura del Comune di Comacchio, Alice Carli: “Oggi realizziamo un sogno, che forse non avevamo nemmeno il diritto di fantasticare, ma nel quale abbiamo avuto la forza di credere fin dall’inizio. Si è trattato di un progetto ambizioso, che per primi abbiamo proposto al MANN; il risultato è che reperti straordinari finora chiusi nei magazzini e studiati solo dagli addetti ai lavori sono oggi messi in esposizione. E mi fa piacere che il filo conduttore della mostra sia il tema della comunicazione, che è il fulcro della crescita di una comunità.
Questo traguardo, questa idea realizzata, ci ha fatto capire di essere pronti a sviluppare cultura alta. Possiamo dire di aver vinto la sfida”.
Un ruolo scientifico e istituzionale centrale per lo sviluppo della partnership con il MANN è stato svolto da Mario Cesarano, funzionario della Soprintendenza Archeologica della Campania e coordinatore della mostra e del Museo Delta Antico che aprirà la prossima primavera sempre a Comacchio. “Faccio fatica – ha dichiarato Cesarano – a trattenere l’emozione. Per me è come essere tornato a casa, perché ho trovato una Amministrazione con la quale poter fare un percorso comune molto costruttivo. La crescita dei piccoli borghi italiani passa attraverso il legame con i grandi attrattori, e Comacchio ha scelto il brand più famoso al mondo. Raccontare Pompei non significa semplicemente prendere pezzi dal suo magazzino e metterli in mostra, significa raccontare le fondamenta stesse del sistema di valori occidentale. D’altro lato, per noi Comacchio è già capitale della cultura; è cioè un centro archeologico centrale, ecco perché il MANN ha accolto la proposta di partenariato. Perché un grande colosso, se vuole continuare a crescere, deve organizzare una rete con i piccoli, che sono la vera linfa del nostro sistema culturale.
L’Amministrazione Comunale di Comacchio, con gli stimoli straordinari che ha saputo darci, è un vero esempio a livello nazionale. E naturalmente ci auguriamo che tutti i visitatori di Palazzo Bellini concludano il percorso venendo a visitare anche il MANN.”
Lorenzo Zamboni, ricercatore all’Università di Pavia, è intervenuto a nome di tutte le professionalità che hanno contribuito al concept e al concreto allestimento della mostra: “Il Comune di Comacchio ha scommesso su tutti noi, forse in maniera anche un po’ incosciente, e alla fine siamo riusciti a realizzare una mostra che credo sia molto suggestiva in tempi brevissimi. Le sale di Palazzo Bellini sono state trasformate per dare l’impressione di trovarsi davvero a Pompei, e sono stati realizzati video di grande impatto.
La mostra ha un taglio volutamente didattico: ovvero, è stata pensata per un pubblico ampio, soprattutto studenti. Ma vi assicuro che ci sono alcuni pezzi davvero incredibili da un punto di vista scientifico”.
Quindi è stata la volta del sindaco Marco Fabbri esprimere l’orgoglio di tutta la comunità comacchiese per l’apertura della mostra: “Oggi celebriamo il trionfo dei rapporti umani. Desidero ringraziare tutti coloro che ci hanno messo del loro per raggiungere questo obiettivo, all’inizio francamente impensabile. Ringrazio in particolare Mario Cesarano, che ci ha traghettati in un percorso complicatissimo. Ringrazio i curatori Lorenzo e Carla, che oggi sono eleganti, ma che ho visto tanti giorni a scavare nel fango, mettendo a disposizione le proprie competenze con una umiltà e una passione che dovrebbe essere un simbolo per il nostro Paese. Ringrazio infine tutta la macchina comunale: ognuno oggi deve avere l’orgoglio di aver contribuito a questo traguardo. E naturalmente ringrazio Alice Carli e Roberto Cantagalli, che mi hanno proposto questa folle impresa. Un francobollo come Comacchio che apre una collaborazione con il Museo Archeologico più importante al mondo, superando i dinosauri dei ministeri?! Non potevo crederci. Invece l’idea del ministro Franceschini, di portare fuori i nostri tesori dai magazzini, oggi non è più solo uno spot ma una realtà concreta. Molti reperti in esposizione arrivano da Ercolano, una delle altre città finaliste insieme a Comacchio per il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura 2018. Una coincidenza che mi pare particolarmente significativo. Comacchio è una città nata sull’acqua; vogliamo farla diventare una comunità che crea ponti. È un fermento che abbiamo il dovere di capitalizzare”.
Le parole conclusive spettano al Consigliere Regionale Marcella Zappaterra, presente all’inaugurazione in rappresentanza del Presidente Bonaccini: “Come Regione stiamo lavorando al fianco di questo territorio. Abbiamo sostenuto la candidatura a Capitale della Cultura, e abbiamo sviluppato l’opportunità del riconoscimento MAB Unesco – Riserva della Biosfera, perché crediamo sia un territorio complesso ma pieno di potenzialità. Il senso di tutti questi lusinghieri risultati sta nella capacità della buona politica di incidere, superando la burocrazia e gli steccati ideologici. La Regione è vicina a Comacchio perché ha il coraggio di affrontare le sfide difficili, e la determinazione per vincerle e fare il salto di qualità”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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