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da: ufficio Stampa Cia Ferrara

Cia Ferrara, in accordo con Cia Nazionale, sconcertata per i criteri iniqui di applicazione dell’imposta che peserà, a livello nazionale, 300 milioni di euro sulle aziende agricole.
Ed anche l’Istat se ne lava le mani

Mentre si contano i danni provocati dagli allagamenti nelle campagne a causa delle piogge cadute nei giorni scorsi e la preoccupazione delle aziende agricole è ai massimi livelli, non si placano le polemiche per l’applicazione dell’IMU. In un momento così difficile per l’agricoltura, il problema della tassazione sugli immobili sembra lontano dall’essere risolto, soprattutto per le zone di pianura, ed aggrava ulteriormente la situazione. Cia Ferrara, in accordo con Cia Nazionale, sta pensando in questi giorni a una mobilitazione per chiedere al Governo di rivedere completamente la tassazione e i criteri di esenzione al pagamento. Secondo l’associazione, infatti, non basta la parziale modifica – approvata con un Decreto Legge il 24 gennaio – ma è necessario cancellare o modificare totalmente la norma che esclude dall’esenzione al pagamento dell’Imu i territori di pianura. Sul piatto c’è il destino di molte aziende medio-piccole e familiari ed anche il ricambio generazionale. La tassazione eccessiva, i bassi prezzi pagati ai produttori e la conseguente fatica a generare un reddito dignitoso allontanano i giovani dalle campagne, anche se possiedono già terreni di famiglia. Davvero amareggiato Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara che, in pieno accordo con Secondo Scanavino presidente nazionale, sta valutando una mobilitazione anche sui territorio di Ferrara. «L’Imu vale per lo stato 300 milioni di euro, una cifra letteralmente “sottratta” alle aziende agricole, attraverso un mero calcolo finanziario, che non tiene conto delle difficoltà del settore e della forte necessità di puntare proprio sul primario per uscire dalla crisi. Non discuto che le zone di montagna siano considerate “svantaggiate” e quindi esenti dal pagamento, ma quale vantaggio c’è a condurre, di questi tempi, un’azienda nella pianura ferrarese? Servirebbe una revisione profonda, a livello strutturale, del tributo – continua Calderoni – per uscire da questo “Caos Imu” che pesa sulle tasche degli agricoltori. Fatto ancor più grave è la posizione dell’Istat che sta negando ogni responsabilità sui dati utilizzati dal Governo per l’applicazione della tassa. Siamo dunque nella situazione in cui l’Istituto Nazionale di Statistica nega la validità dei dati da lui stesso forniti. Un paradosso che rende ovvia la necessità di rivedere totalmente e in maniera tempestiva, l’intera tassazione. Per sollecitare tale azione anche Cia Ferrara – conclude Calderoni – aderirà al percorso di mobilitazione indetto a livello nazionale per chiedere che sull’Imu si ricominci, davvero, dall’inizio. E l’inizio, per noi, sono le esigenze del settore e delle imprese agricole dalle quali bisogna partire e delle quali bisogna tenere fortemente conto per evitare iniquità e favorire il rilancio, temi su cui abbiamo apprezzato la sensibilità dei nostri rappresentanti istituzionali territoriali e che auspichiamo si adoperino, ad ogni livello, per favorire un processo di profonda revisione dell’imposta.»

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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