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Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

La diretta sarà aperta a tutti e gratuita nella serata di sabato 28 novembre

È regolarmente in programma sabato 28 novembre l’evento di apertura
della nuova stagione del Teatro De Micheli di Copparo. A fronte del
nuovo stop per lo spettacolo dal vivo sancito dal DPCM 24 ottobre,
l’Amministrazione comunale ha deciso di confermare il concerto
inaugurale, offrendolo gratuitamente in streaming alla cittadinanza e a
tutto il pubblico interessato: il link sarà disponibile sul sito del
Teatro (www.teatrodemicheli.it). Malgrado viga il divieto di realizzare
eventi con pubblico in presenza, dopo mesi di chiusura, il De Micheli
tornerà comunque a vibrare grazie alle note del Casanova Venice
Ensemble, formazione di 26 elementi diretta dal maestro Costantino Carollo.
L’orchestra ritmico sinfonica è una formazione che riscuote da sempre
grande entusiasmo di pubblico e critica in occasione di esibizioni in
Italia e all’estero, collaborando tra l’altro con artisti di fama
internazionale quali i vincitori di San Remo 2008 Giò Di Tonno e Lola
Ponce, Vittorio Matteucci, Alex Britti, Amedeo Minghi, Dolcenera e molti
altri. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali spicca il
“Premio Internazionale delle Arti – Leone d’Oro di San Marco”, assegnato
al Palazzo del Cinema di Venezia.
Sul palco del De Micheli, in collegamento streaming a partire dalle 21
di sabato, l’orchestra proporrà un ricco itinerario musicale tra le più
apprezzate colonne sonore del maestro Ennio Morricone: un’esperienza
unica nel suo genere, che grazie all’originalità dell’esecuzione ha
recentemente entusiasmato le platee di tutta Italia. Un evento musicale
di grande impatto, che non manca di coinvolgere il pubblico con forti
emozioni.
Così il direttore artistico Massimiliano Venturi introduce l’iniziativa.
«Eravamo pronti a presentare al pubblico la nuova stagione del Teatro De
Micheli, frutto del lavoro concertato da settimane con l’Amministrazione
comunale e le compagnie coinvolte. Questo impegno non andrà perduto:
vogliamo che la serata del 28 novembre sia un’occasione speciale per
tutta la comunità, in un abbraccio virtuale che permetterà la visione
dell’evento anche al di fuori dell’ambito locale, nell’auspicio di poter
cominciare presto ad intravedere la ripresa degli eventi in presenza.
Non appena sussisteranno le condizioni, siamo infatti pronti a
presentare il nuovo cartellone, che tra il recupero degli spettacoli
sospesi la scorsa primavera e alcune novità di grande levatura artistica
sarà pronto ad accogliere nuovamente il pubblico del Teatro De Micheli.
Inoltre, rispetto allo spettacolo dal vivo, uno dei settori d’eccellenza
che stanno soffrendo maggiormente le conseguenze della fase attuale, la
volontà di realizzare comunque, con l’ausilio delle nuove tecnologie,
l’evento di apertura costituisce un segnale dalla valenza simbolica
tutt’altro che scontata, oltre che una dimostrazione di sostegno alla
filiera della produzione culturale».
«Intendiamo con questa modalità – afferma il sindaco Fabrizio Pagnoni –
contribuire a dare nuova linfa al settore della cultura e dello
spettacolo proprio con l’apertura, seppur virtuale, a tutta la comunità,
e oltre, del nostro De Micheli. Tutti potranno godere delle emozioni e
della pienezza del concerto dal vivo del Casanova Venice Ensemble:
orchestra e coro, che del talento e della passione hanno saputo fare una
professione, potrano in tal modo lavorare, ovviamente in piena
sicurezza. Sicuramente questa costituirà una tappa significativa per il
nostro teatro, che, come ho già avuto modo di esprimere, rappresenta un
luogo identitario, dove le espressioni artistiche rappresentano momento
di crescita e motivo di consolidamento del senso di appartenenza»

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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