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I Concerti Brandeburghesi hanno fatto il pienone, e così il Teatro “Abbado” lunedì sera si è presentato gremito per il primo dei due concerti dedicati a Bach dall’Akademie für Alte MusikBerlin. L’orchestra tedesca, una delle più importanti orchestre da camera al mondo, ha magistralmente eseguito sotto la guida del suo violino di spalla Bernhard Forck, nel ruolo di maestro concertatore, i sei Concerti dedicati da Bach al margravio Christian Ludwig di Brandeburgo e per questo denominati “Brandeburghesi”, tra le opere più importanti e più amate di Johann Sebastian Bach, giunte quest’anno a festeggiare il loro trecentesimo anniversario.
L’Akademie für Alte Musik Berlin – con la partecipazione della celebre violinista Isabelle Faust, di Bernard Forck come violinista e maestro concertatore, e dell’oboista Xenia Löffler – è stata di nuovo protagonista anche martedì sera, con un secondo concerto sempre bachiano, incentrato su un’antologia di concerti del padre Joahnn Sebastian e del figlio Carl Philip Emanuel, per violino, oboe e orchestra.
Fondata nel 1982, l’Akademie für Alte Musik Berlin si è fatta ambasciatrice della più squisita tradizione musicale barocca accanto a solisti e direttori di fama come René Jacobs, Anna Prohaska, Bejun Mehta e Isabelle Faust, quest’ultima ospite delle massime istituzioni sinfoniche – dai Berliner Philharmoniker alla London Symphony – e protagonista più volte a Ferrara anche assieme a Claudio Abbado. Nel repertorio dell’Akamus, che opera sia in campo concertistico che operistico, spiccano pagine di autori come Purcell, Bach, Händel e Mozart, cui l’orchestra ha anche dedicato incisioni che hanno superato il milione di copie vendute.
Sempre lunedì sera sono stati anticipati al pubblico di Ferrara Musica i nomi di alcuni dei protagonisti della seconda parte della stagione 2021/2022 di Ferrara Musica: tornano Daniele Gatti e la Mahler Chamber Orchestra; per la prima volta arriveranno a Ferrara il direttore finlandese Esa Pekka Salonen e l’Orchestre de Paris, e ci sarà spazio per i giovani musicisti italiani che si sono affermati recentemente in importanti competizioni internazionali, come il goriziano Alexander Gadjiev, secondo posto al Concorso “Chopin” di Varsavia, e il salernitano Giuseppe Gibboni, vincitore del Concorso “Paganini” di Genova.
Il nuovo cartellone prenderà il via a gennaio per concludersi a maggio 2022, e verrà svelato in tutti i suoi dettagli all’inizio della prossima settimana.
Sarà possibile abbonarsi da mercoledì 15 dicembre, mentre la vendita dei biglietti per i singoli concerti inizierà martedì 28 dicembre.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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