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Da: Ufficio Stampa del Comune di Ferrara

“Promessa mantenuta: 150 mila euro all’anno di imposte in meno per i piccoli negozi e giù del 30% il canone di occupazione del suolo pubblico. L’obiettivo che ci siamo prefissati è rilanciare il commercio di vicinato e sostenere lo sviluppo degli esercizi pubblici, perché crediamo nella possibilità di far ripartire l’economia ferrarese e favorire chi investe e lavora ogni giorno nella nostra città. In campagna elettorale è stato uno dei nostri cavalli di battaglia, i cittadini hanno creduto in noi e ora abbiamo modo di agire concretamente. E si tratta solo di un primo passo”.

Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, commenta la decisione della Giunta ha dato il via libera al “pacchetto commercio”, una serie di misure di tutela per le attività commerciali che rivoluzionano le prassi correnti. In materia di imposte sulle affissioni e sulla pubblicità si tratta di una vera rivoluzione che, invertendo il sistema vigente, rende meno onerose le imposte pubblicitarie per le piccole attività commerciali e adegua quelle delle imprese della grande distribuzione.

La Giunta, infatti, ha approvato una delibera che, previo confronto con le Associazioni di Categoria, verrà sottoposta all’attenzione del Consiglio Comunale per la modifica del vigente regolamento dell’Imposta sulla Pubblicità e dei Diritti sulle Pubbliche Affissioni. Attualmente le imposte applicate nel Comune di Ferrara sono suddivise in due categorie che corrispondono a due zone della città: la categoria ‘normale’ e la categoria ‘speciale’. Alla categoria ‘speciale’ è applicata la maggiorazione del centocinquanta per cento (150%) della tariffa normale (base) e la stessa risulta vigente per i locali commerciali che appartengono all’area del centro storico e dell’entro mura, mentre le aree fuori mura vengono tariffate in base alla categoria ‘normale’.

“Con la proposta di modifica di regolamento che sottoporremo al consiglio comunale – spiega il sindaco – abbasseremo le imposte per le piccole attività del centro storico, che fino ad oggi sono state penalizzate in quanto collocate in categoria ‘speciale’. Con le nuove norme i piccoli negozi, del centro e delle periferie, rientreranno in categoria ‘normale’ mentre inseriremo in categoria ‘speciale’ quelle aree della città su cui insistono i grandi centri commerciali e le attività della grande distribuzione”.

L’operazione è stata quantificata anche in termini economici: le modifiche alle categorie comporteranno un minor gettito per la conversione delle attività da categoria ‘speciale’ a categoria normale’ per circa 150.000 euro, compensato da maggiori entrate, derivanti dalla conversione delle aree attualmente in categoria ‘normale’, in categoria ‘speciale’, per circa 110.000 euro, per un totale di minori entrate nel Bilancio Comunale di circa 40.000 euro.

“E’ un primo e importante passo per rilanciare i piccoli esercenti e le attività di vicinato che, nonostante la crisi, investono per tenere vivo il territorio e contribuiscono a rendere identitaria l’offerta della nostra città – spiega ancora il sindaco insieme all’assessore al Commercio Matteo Fornasini -. Vogliamo che i negozianti possano promuovere le proprie attività al meglio senza oneri eccessivi e senza la paura di incappare in severe sanzioni”.

Sempre per quanto riguarda la riscossione delle imposte sulla Pubblicità, anche il ruolo dell’attuale concessionario, la società Ica, è destinato a cambiare. Attualmente, infatti, la gestione del servizio si trova in fase di proroga, in attesa che il Comune individui a seguito di una gara pubblica, un nuovo partner privato che supporti il Comune nella gestione delle imposte comunali sulla pubblicità, pubbliche affissioni e occupazione di suolo pubblico.

“Il Comune tornerà a gestire direttamente l’accertamento e la riscossione delle imposte e verrà affiancato dal nuovo soggetto anche per la riorganizzazione degli spazi di affissione al fine di migliorare il decoro urbano”, spiega il sindaco.

Altro importante elemento di novità, anticipato in Giunta, che troverà applicazione nel Bilancio di previsione 2020 è l’abbassamento del 30% delle tariffe per le cosiddette distese e per l’occupazione di suolo pubblico per i bar e i ristoranti che utilizzano spazi all’aperto. “Anche questa è una misura che avevamo promesso e che ora cominciamo a mantenere – spiega Fabbri -. L’obiettivo è rafforzare le attività commerciali in vista di un rilancio dell’intera città che deve passare anche dalla possibilità dei pubblici esercizi di investire sulla qualità dei prodotti e dell’offerta senza essere vessati dal balzelli impegnativi e incombenze burocratiche pesanti”.

Ma non è tutto.

Ancora relativamente alla Cosap, la Giunta ha previsto anche una serie di modifiche al Regolamento da proporre al Consiglio Comunale, tra cui la possibilità di applicazione dell’istituto del ravvedimento operoso, che fino ad oggi non era previsto, e la riduzione delle sanzioni amministrative applicabili alle occupazioni abusive, in caso di pagamento delle stesse entro 60 giorni dall’accertamento.

Sempre nei termini dell’occupazione di suolo pubblico un’altra modifica di rilievo che verrà introdotta con il nuovo regolamento è quella relativa ai passi carrai arginali. Si tratta di quei passi carrai che insistono su strade cosiddette ‘arginali’ per le quali fino ad oggi i residenti erano costretti a pagare una doppia imposta: oltre alla Cosap comunale, infatti, è previsto per i proprietari dei passaggi che insistono su queste vie il pagamento di un canone regionale, a cui l’ente Regione non ha mai voluto rinunciare.

“Una situazione assurda nella quale il Comune di Ferrara e Regione Emilia Romagna, entrambe governate dal Pd, hanno fino ad oggi costretto i cittadini residenti nelle strade arginali a pagare due volte per entrare a casa propria – spiega il sindaco Fabbri -. Anche accogliendo la sollecitazione arrivata da un Comitato di cittadini, abbiamo deciso di porre rimedio a questa ingiustizia rinunciando, a differenza della Regione che non è mai intervenuta, alle entrate comunali, che compenseremo con i risparmi ottenuti dalla riorganizzazione della macchina comunale e con altre razionalizzazioni. Non è possibile far pesare sui cittadini le follie di una burocrazia che va semplificata e che proprio a causa del doppio pagamento ha causato in questi anni non poche difficoltà a tante famiglie”.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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