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(pubblicato il 26 maggio 2016)

La Carmen diretta da Mario Martone ha chiuso la stagione di prosa del Teatro Comune Claudio Abbado ma è già possibile sbirciare cosa ci offrirà la stagione di prosa dell’anno 2016/2017. È stato un anno particolarmente positivo per il Teatro Comunale di Ferrara, che ha visto crescere il numero degli abbonamenti e ha richiamato un vasto pubblico di affezionati e nuovi appassionati. Con la prossima stagione di prosa si vuole continuare questo processo di riavvicinamento ai teatri e per questo sono stati scelti spettacoli che spaziano dal classico ai nuovi generi di rappresentazioni.
A inaugurare la prossima stagione sarà proprio uno spettacolo che non rientra nel teatro all’italiana, il musical “Cabaret” di Joe Masteroff con l’adattamento di Saverio Marconi, in scena dal 20 al 23 ottobre. Il celebre musical che vedeva protagonista una giovane Liza Minelli viene portato in scena dalla Comapagnia della Rancia, che porterà a Ferrara l’atmosfera di una Berlino anni Trenta. Dalla malizia e dalla licenziosità del cabaret si passerà a una più classica messa in scena: “Il berretto a Sonagli” di Luigi Pirandello (24-26 novembre), con la regia di Valter Malostri, giovane talento poliedrico, che dirige e recita portando in scena una versione in dialetto dell’opera, a lungo dimenticata e recuperata negli anni Sessanta, per essere pubblicata solo nel 1988. La lingua dialettale mostra nuovi aspetti dei personaggi, a cui si restituisce l’originaria natura priva di censure.

Teatro e cinema si contaminano, si intrecciano e riadattano le storie che ne fanno parte, per mostrarle da una differente prospettiva. Così avremo la possibilità di vedere l’opera del regista Ettore Scola, “Una giornata particolare”, dal 15 al 18 dicembre. Questo testo non nasce esclusivamente per il cinema, ma aveva anche una partitura teatrale, curata dalla moglie, la regista e sceneggiatrice Gigliola Scola. La compagnia gli Ipocriti allontana la rappresentazione da quella cinematografica, mostrando la relazione opposta tra due solitudini, e affida i ruoli principali a due interpreti noti sia per i loro ruoli teatrali sia per quelli televisivi, Giulio Scarpati e Valeria Solarino.
Il quarto appuntamento inaugura l’anno nuovo, l’11 e il 12 gennaio andrà in scena un’altro classico: “Casa di Bambole” di Henrik Ibsen, che il regista Roberto Valerio ripulisce dalle aggiunte del ‘900, in cui la coscienza femminile e la cultura femminista prende posizione. Eliminata la patina lasciata delle varie trasposizioni, la libertà individuale e la difficoltà che costa raggiungerla torna a essere il tema entro cui si muove la rappresentazione.
Non solo nuove voci e talenti emergenti, sul palco del Teatro Comunale torna anche un volto noto e amato dal pubblico ferrarese, Luca Zingaretti, che porterà in scena “The Pride” (26-29 gennaio), del drammaturgo Alexi Kaye Campbell, in cui l’attore è interprete e regista. Dopo il debutto dello scorso anno, la rappresentazione arriva a Ferrara, raccontando le storie di due amori omosessuali, uno vissuto nell’Inghilterra degli anni Cinquanta, l’altro ai tempi d’oggi. Ma l’opera va oltre questo tema, soffermandosi su tutti i rapporti interpersonali che vedranno coinvolte queste coppie.

Chi dice che il teatro non è anche divertente? A febbraio, dal 3 al 5, arriva una commedia di Alan Bennet, “Nudi e crudi”, tradotta da Edoardo Erba, che racconta con ironia e leggerezza la vita di una coppia di mezza età.
Torna anche la compagnia di Luca De Filippo, dal 16 al 18 febbraio, che porta in scena l’ultima opera riadattata dell’attore prima della sua morte. Un testo del padre Edoardo, “Non ti Pago”, commedia brillante che racconta gli screzi tra il gestore di un botteghino di banco del lotto e un suo dipendente. Testo del 1940, ancora oggi fedele all’originale, racconta con la pungente ironia dei De Filippo una realtà tragica e comica al contempo. La parte che fu di Luca è messa in scena da Gianfelice Imparato, accompagnato da Carolina Rosi.
Un altro omaggio al cinema e alla letteratura è quello di Alessio Boni e Roberto Aldorasi, che portano in scena i “Duellanti” (23-25 febbraio), adattamento del romanzo di Joseph Conrad, di cui è celebre la trasposizione cinematografica di Ridley Scott. I protagonisti dell’insanabile conflitto nato dal niente sono lo stesso Boni e Marcello Prayer, che mostrano come la vita sfugga dal controllo che gli esseri umani tentano d’imporle.
Dal 10 al 12 marzo sarà il tempo del furor di “Fedra”, adattato e diretto da Andrea De Rosa. Laura Marinoni interpreterà questo archetipo femminile: una donna che prova una passione tanto intensa che la rende folle.
La stagione di prosa chiude così come è iniziata, con la musica. Neri Marcorè porta in scena “Quello che non ho”, in cui i testi di De Andrè dialogano con quelli di Pier Paolo Pasolini, reinventando il teatro-canzone.

Non poteva mancare un omaggio a Ludovico Ariosto e al suo Orlando Furioso che compie 500 anni. Il 6 dicembre sarà possibile assistere ad una doppia rappresentazione de “La pazzia di Orlando”, la prima riservata alle scuole, la seconda, fuori abbonamento, durante uno spettacolo serale. Mimmo Cuticchio, con la compagnia Figli d’arte Cuticchio/ Opera dei Pupi, metterà in scena uno dei capitoli più belli dell’opera di Ariosto attraverso i suoi pupi.

Gli spettacoli, come ogni anno, saranno accompagnati da incontri, laboratori e momenti di approfondimento, ma quest’anno ci sarà una novità: il Teatro Comunale si apre a internet. Un gruppo di giovani, già collaboratori di realtà del territorio, come la rivista Occhiaperti.net, con l’associazione Netcity si occuperà di avvicinare il Teatro al mondo del web e dei social network, per ampliare le possibilità di comunicazione, di informazione e di diffusione culturale. Il primo passo? Da oggi è già possibile acquistare l’abbonamento alla stagione di prosa online.

Per ulteriori informazioni su abbonamenti e orari consultare il sito della Fondazione Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara 

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Chiara Ricchiuti


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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