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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Come sta cambiando l’infosfera, ovvero il mondo fatto di informazioni nel quale siamo sempre più immersi, anche inconsapevolmente, con le attuali tecnologie della comunicazione?

Che cos’è l’informazione transdiegetica e perché è importante?

E ancora: qual è l’apporto delle nuove frontiere della ricerca filosofica applicata all’evoluzione dei media, con particolare riferimento alla tutela dei dati sensibili e ai diritti della persona?

Domande complesse, che non possono non diventare questioni di interesse collettivo, quando si toccano corde quali l’etica dell’informazione e il diritto all’oblio, con implicazioni che rischiano inevitabilmente di invadere la sfera individuale, anche in maniera autoritativa.

Di questo, e non solo, ne parlerà a Unife domani giovedì 9 ottobre, alle ore 16.30 nell’Auditorium di S. Lucia (via Ariosto,35), con Luciano Floridi, Ordinario di Filosofia e Etica dell’Informazione dell’Università di Oxford, nonché membro accreditato dell’Advisory Council di Google sul diritto all’oblio, con la Lectio Magistralis sul tema “L’informazione transdiegetica. Che cos’è e perché è importante”.

Utilizzando concetti e termini propri della cinematografia e del game design, Floridi presenterà la tesi che le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno cancellando il classico confine tra informazione diegetica e non-diegetica, a favore di una transdiegetizzazione dell’infosfera.

Così afferma Floridi: “Siamo oramai entrati nella quarta rivoluzione scientifica, dopo quelle segnate dalle scoperte di Copernico, Darwin e Freud. L’informazione è una delle poche risorse non solo rinnovabili, bensì utilizzabili per fini diversi, in continua espansione e pervasiva di ogni attività umana. Anche per questo, viviamo sempre più in un mondo fatto di informazioni definito infosfera. Nell’ infosfera, condividiamo la realtà, non importa se virtuale o reale, con molti altri agenti, sia animali, sia artificiali. Da soggetti individuali intesi in senso classico, siamo diventati organismi informazionali interconnessi: organismi-informazioni, nodi di una rete che sopravvivono e prosperano solamente grazie alle informazioni di cui possono usufruire”.

“Siamo inforganismi che vivono onlife – specifica ulteriormente Floridi – e il concetto di transdiegetizzazione dell’infosfera è una della chiavi per capire come si stanno sovvertendo e annullando le tradizionali categorie e distinzioni dell’informazione”.

Con molteplici esempi tratti dalla vita di tutti i giorni, Floridi ci guiderà nell’acquisizione di questi nuovi concetti, per fornirci strumenti innovativi di riflessione e interpretazione di una delle più importanti rivoluzioni del sistema di comunicazione contemporanea.

L’iniziativa, organizzata all’interno di Unife da Marcello D’Agostino, Ordinario del Dipartimento di Economia e management, e da Matteo D’Alfonso, ricercatore del Dipartimento di Studi umanistici, nell’ambito della Laurea Magistrale interateneo in Filosofia delle Università di Parma, Ferrara e Modena-Reggio Emilia, in collaborazione con il Master in Giornalismo e Comunicazione Istituzionale della Scienza e con il Se@ – Centro di tecnologie per la comunicazione, l’innovazione e la didattica a distanza, è aperta alla comunità accademica e a tutta la città e verrà trasmessa anche in diretta streaming sul sito http://seatv.unife.it

Spazio aperto per domande e approfondimenti.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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