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Poche tende, un binario sul quale scorre la telecamera e una troupe di una trentina di persone che si affannano sul prato dietro le scuole materne di Mirabello. Sono iniziate le riprese di “Terremotati – La notte non fa più paura”, storia di amicizia, amore e speranza a cui lavorano, senza sosta da oltre un anno quattro giovani professionisti del cinema e un comunicatore.

Sono le tre del pomeriggio, l’attore Stefano Muroni si concentra sotto una tenda in attesa del ciack, il giornalista Samuele Govoni spedisce ai giornali le foto della mattinata, il regista Marco Cassini tiene d’occhio il monitor e Ilaria Battistella, il produttore esecutivo fa di tutto e di più. Terremotati è la loro scommessa, fatta di contenuti, passione e know-how.
“L’idea di fare il film a casa nostra mi è piaciuta fin dal primo momento, credo sia utile anche per stimolare chi come me è nato a Ferrara e ha dovuto studiare altrove per dare concretezza al proprio mestiere”, racconta Ilaria diplomata al Centro sperimentale di Cinematografia di Milano. Insieme ai suoi compagni di studi prima e di avventura poi, fa parte dell’associazione “Da Ferrara alla Luna” nata per gestire la produzione, ma anche per creare in città un piccolo centro cinematografico dedicato all’audiovisivo professionale.

La sceneggiatura, fedele al tragico incedere del terremoto, è lo specchio dei tempi nel quale gli effetti del sisma riflettono l’incertezza del lavoro, s’intrecciano con l’esperienza della morte, con i sussulti di una crisi economica e occupazionale senza precedenti. E’ una storia emiliana, ma è la storia di un Paese dove la vita non è più la stessa. Per nessuno, né per gli imprenditori né per gli operai, come dimostrano le tante testimonianze raccolte durante la preproduzione.

Terremotati rappresenta il Paese reale fotografato in corsa. “Avendo un budget risicatissimo e tenuto conto che il crowdfounding deve ancora cominciare, giriamo con ritmi serrati – spiega Ilaria – Dobbiamo fare in due settimane quanto si fa in almeno un mese e mezzo”. Sostenuta dall’entusiasmo, da alcune proposte relative alla distribuzione al vaglio dell’associazione e dall’idea di portare il film nei festival stranieri e italiani più prestigiosi, non ultimo il Giffoni con cui esiste una collaborazione, la troupe procede a passo spinto.
“E’ un piacere vederli lavorare, hanno cuore e passione. Sanno fare, possiedono strumenti e conoscenza, purtroppo quel che manca, ma non solo a loro, sono le opportunità per dimostrare il proprio talento”, dice Maria Rita Storti, l’insegnante che ha investito 20 mila euro nel progetto credendo nel suo valore sociale e umano.

A fare la differenza è proprio il contenuto, ne è convinto anche Giorgio Colangeli, il Salvo Lima del Divo e nel 2007 vincitore del David di Donatello come miglior attore non protagonista del film “L’aria salata” di Alessandro Angelini. In Terremotati, Colangeli che calca la scena dal ‘74, è Lorenzo, il padre di Leonardo- Stefano Muroni, protagonista della pellicola insieme a Giulio – Walter Cordopatri. “Mi è piaciuta la sceneggiatura – spiega – E’ un’esperienza interessante, oltre che un modo di mantenere un profilo etico alto. Con la mia presenza mi auguro di portare al progetto un po’ di visibilità. Noi tutti speriamo di lavorare per la qualità e di imboccare un percorso che porta all’estero, è un iter comune a gran parte dei film d’autore, un passaggio importante per poi imporsi in Italia con la giusta eco”.

Il problema della distribuzione, ricorda Giorgio Colangeli, riguarda quasi tutte le produzioni non commerciali, che possono comunque contare su piccole realtà indipendenti, vere e proprie agguerrite task force decise a raggiungere il risultato. Un risultato talmente cercato da meritare il tocco della fortuna per il combattivo impegno che sa conquistare chi ne percepisce l’energia.

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Monica Forti


Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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