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E’ difficile dire addio e ricordare un amico. Norberto, l’anima di “Settimo”, è stato un’istituzione della città e allo stesso tempo un caposaldo della mia giovinezza. Ha inventato Ferrara di notte per artisti, politici e tiratardi. Personalmente faccio parte dell’ultima categoria. E c’ero quando tirava giù la saracinesca e restavamo “in baracca”, magari con Guccio, fino al mattino. Fuori programma indimenticabili.
Se non ci fosse stato Norberto Squarzoni certi consigli comunali non avrebbero avuto lo stesso esito, gli orchestrali e gli attori non avrebbero mangiato dopo lo spettacolo e noi, i tiratardi, non avremmo avuto il nostro piatto di cappellacci, il vino, la battutaccia o la sua risata. Tutto vero, le foto con dedica appese ai muri del locale sono la mappa di una catena di momenti importanti della città, ma io penso a lui con l’abitudine dell’affetto. Penso a lui come a una persona della mia vita, lo conosco fin da piccola. In estate, al mare, il primo bombolone spesso me lo allungava lui, aveva il bar sotto il condominio dove vivevo, e molti anni dopo, quando mi sono laureata ha cucinato a casa mia per la festa, è lì che ha incontrato mia cugina Titti. Quella sera di marzo del 1983 nel riportare indietro tegami e teglie, dimenticò un coltello seghettato. Dopo tre cambi di città e 18 traslochi, il coltello di Norbi è ancora il “re” della mia cucina, ci taglio il pane e molto altro: è l’unico che funziona. E ora è diventato molto di più di un oggetto di tutti i giorni, è un ricordo di Norbi. E’ un pensiero per lui.
Norberto ha combattuto come un leone, dopo l’intervento tutto quello che ci siamo detti l’abbiamo fatto con una stretta di mano, lunga, fortissima. Di chi sa, spera, combatte e divide con qualcun altro, anche per un solo momento quel che non si vuole dire, perché non ce n’è bisogno. Perché rischia di esser banale, quando intimamente non lo è. L’affetto ha altre vie oltre le parole. Sono sentieri personali, mai distanti. E adesso che Norbi non c’è più porto con me la sua risata, la sua frase di rito: “C’è anche la cugina di campagna” e il suo coltello a sega, un piccolo e caro tesoro.

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Monica Forti


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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