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Giovanni Fioravanti per primo risponde alla sollecitazione di Ferraraitalia e, in risposta alla riflessione di Loredana Bondi [leggi], sviluppa il tema del rilancio della sinistra a Ferrara (ma non solo) e l’analisi dei suoi valori costitutivi. Attendiamo altri contributi per animare il dibattito

Cara Loredana,
“la piazza del buon ricordo” che ha desiderato rendere omaggio a un amico e compagno di strada, forse non ha la necessità di ricominciare, ma semmai quella di continuare, così come siamo fatti, con la nostra storia, per quello che siamo. Non credo che “la piazza del buon ricordo” meriti di essere esorcizzata, perché la vita, quella civile e politica, ha bisogno di testimonianze e di coerenze, in quella piazza, quel giorno, certamente ce n’erano tante.
Continuiamo ad essere quello che siamo stati e che siamo, disposti ad ascoltare, al confronto, a dire la nostra se i luoghi di partecipazione e di incontro in questa città cresceranno, ma anche questa è una questione di civiltà, di politica, di cultura.

Sono stato spinto a rispondere alla tue riflessioni, sulle quali avrei voluto soffermarmi più a lungo, da una email che ho ricevuto questa mattina.
Un messaggio del Pd ferrarese che mi avvisa della nascita dell’Associazione Calliope, 50 euro, se voglio aderire, forse l’avrai ricevuto anche tu. Una scuola di politica, a pagamento in tanto per cominciare, aperta non solo agli iscritti del Partito Democratico, ma a tutti coloro che vogliono contribuire alla crescita della propria comunità. È questo il luogo dove ti piacerebbe ricominciare? Credi che sia questo il luogo dove rianimare la politica locale?

Il percorso formativo, c’è scritto nella email che ho ricevuto, pone al centro le persone con l’obiettivo di rafforzare la consapevolezza di quanto sia importante rappresentare con responsabilità la propria comunità ad agire in nome di quei cittadini che avvertono la necessità di essere sostenuti e rappresentati.
È qualcosa che si colloca a metà tra l’invito ad un mestiere che ha pochi aspiranti e un volontariato civile.
Cosa significa “i cittadini che avvertono la necessità di essere sostenuti e rappresentati”? Che linguaggio è? Ma questi hanno mai letto l’art. 49 della nostra Costituzione? E se l’hanno letto l’hanno mai compreso?
C’è pure il programma dei quattro moduli, come a scuola: 1. Storia e pensiero, 2. Democrazia e amministrazione, 3. Pubblica amministrazione, programmazione e strumenti, 4. Buona politica e buone prassi: competenze dell’eletto. Se frequenti il 70% delle ore previste ti rilasciano pure un attestato. A cosa dovrà servire? A fare politica? A candidarsi? Ad essere eletto?
E tu scrivi di etica, di confronto con i cittadini, di partecipazione e di cambiamento, quando questi aprono la scuola per procurare impiegati alla ditta!
Il cambiamento è stato trasformazione, e la sinistra che c’era, se c’era, si è dispersa, frantumata in “radicali liberi”. Bisogna attendere che la storia faccia il suo percorso, intanto a noi non resta che la testimonianza.

Possiamo interrogarci e farlo provocatoriamente. Ad esempio che c’entra Calliope con il Pd e la politica. Sarà che ispirò Omero e che la politica è uno zibaldone tra Iliade e Odissea. Ma non avevano, questi del Pd ferrarese, un nome della storia politica e democratica della nostra provincia a cui meritasse intestare l’associazione?
Temo Loredana che non siano gli anni a pesare, ma una diversità culturale il cui solco si è andato sempre più scavando.
E poi c’è una trasandatezza o una sbadataggine, inaccettabili, per non dire del dubbio che siano volutamente cercate.

L’inaugurazione dell’associazione Calliope è fissata per il prossimo venerdì 15 gennaio, alle 18 alla Sala Arengo, alla presenza di Vitellio e Calvano. Guarda caso, nello stesso giorno quasi in concomitanza, alle 17, alla biblioteca Ariostea, c’è l’avvio del ciclo di incontri “Le parole della democrazia” a cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea, dove il sindaco porterà il suo saluto. Dovremmo pensare a Calliope contro Gramsci? Chi l’avrebbe mai detto.

Cara Loredana, la confusione regna sotto il cielo della città e sopra le nostre teste.

 

dibattito-sinistraInvitiamo i lettori a sviluppare il confronto, incardinato su alcuni nodi politici: cos’è diventata oggi la Sinistra, quali valori esprime, quale personale politico la rappresenta, a quali aree sociali fa riferimento, per quali obiettivi sviluppa il proprio impegno, quali sono la visione e il progetto di società che intende realizzare.
Il tentativo è di andare oltre l’analisi, spingendosi sul terreno della proposta.
Attendiamo i vostri contributi. Scrivete a: direttore@ferraraitalia.it

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Giovanni Fioravanti

Docente, formatore, dirigente scolastico a riposo è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore. Ha pubblicato “La città della conoscenza” (2016) e “Scuola e apprendimento nell’epoca della conoscenza” (2020). Gestisce il blog Istruire il Futuro.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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