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Da: Gruppo consiliare Pd del Comune di Ferrara

Premesso che come da comunicazione del Vice Sindaco alla stampa venerdì 23 agosto u.s., è stata avviata la rimozione di 150 panchine collocate in alcuni parchi della città, a partire dai giardini del grattacielo;

che tale provvedimento è stato presentato come strategico per l’attuazione delle politiche sulla sicurezza che la nuova amministrazione intende perseguire, richiamando la positiva esperienza di comuni veneti , tra l’altro smentita dall’allarme lanciato dal Corriere Del Veneto il 24 agosto “ Droga Veneto primo in Italia per morti da overdose- peggio degli anni 80”;

Preso Atto che la Giunta ha deliberato l’insensata rimozione di panchine, al solo scopo di propagandare un millantato interesse per i temi della sicurezza senza in realtà avere nessuna strategia in merito, come dimostrato dal comportamento contraddittorio dell’allora segretario della Lega Lodi rispetto al blocco dei fondi, successivamente resi disponibili, del piano periferie che grazie a un progetto strategico redatto dalla precedente giunta, finanzierà con 18 milioni il recupero di una importante parte della città e del quartiere Giardino;

Considerato che l’esperienza quotidiana ha ormai ampiamente acclarato che rendere i luoghi pubblici difficilmente fruibili, vuol dire lasciarli nel degrado in preda a possibili attività illecite;

che da anni ormai a Ferrara, si è sviluppata la cultura dell’urbanistica partecipata quale modalità di pensare la trasformazione della città e in particolare i luoghi del vivere quotidiano interessati dall’arredo urbano, in modo da consentire ai residenti di appropriarsi dei luoghi di socializzazione;

che da qualche anno l’Urban Center ha svolto innumerevoli momenti di confronti tra amministrazione e cittadini, sui principali temi che riguardano la vita della comunità ferrarese;

che i residenti nelle zone interessate dalle rimozioni delle panchine, tenuti completamente all’oscuro da tale decisione, vivono tale azione come un atto di imperio lesivo del loro legittimo diritto a partecipare alla formazione dei provvedimenti che li coinvolgono direttamente;

che le ragioni di lotta all’illegalità addotte dal Vice Sindaco, risultano di difficile comprensione nel merito di fronte anche all’eliminazione delle panchine presenti intorno ai giochi per bambini dei giardini del grattacielo e alla rimozione di due altalene, oltre che carenti nel giustificare i costi della
rimozione e dell’eventuale riposizionamento, ma soprattutto indigna l’intera città offesa nella sua identità culturale, quale comunità capace di saper valorizzare gli spazi comunitari e creare coesione sociale;

che il Sindaco nelle linee di mandato ha espressamente indicato di volersi avvalere nel disegno degli spazi pubblici e dell’arredo urbano, del supporto del Dipartimento di Architettura degli Ordini e Collegi professionali oltre che della consultazione dei cittadini;

Valutato che tale provvedimento, divenuto virale sui media, danneggia in modo importante l’immagine e la vocazione turistica di Ferrara , quale città d’Arte e Cultura, divenuta famosa in Italia e nel mondo per i grandi eventi culturali in grado di richiamare importanti flussi turistici.

Il Consiglio Comunale di Ferrara, impegna il Sindaco e la Giunta
– a sospendere immediatamente il piano di rimozione delle panchine dalle aree verdi della città e a ripristinare gli arredi già rimossi;
– a utilizzare l’urban center quale luogo di confronto con i cittadini relativamente alle scelte e pianificazioni che riguardano il futuro della città;
– a presentare in Consiglio Comunale il piano strategico sulla sicurezza che il Sindaco e la Giunta intendono attuare sulla base delle linee programmatiche di mandato.

Il Consigliere comunale PD Francesco Colaiacovo

Documento condiviso dai consiglieri comunali:
Modonesi Aldo
Baraldi Ilaria
Bertolasi Davide
Calò Girolamo
Corazzari Cristina
Ferri Caterina
Marescotti Deanna
Merli Simone

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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