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da: Ufficio Stampa Officina Teatrale A_ctuar

Il Mito del diverso in scena al TOTEM FESTIVAL
Spettacolo teatrale per ragazzi dagli 8 ai 14 anni

Dopo oltre due anni di prove e di laboratori è pronto per il debutto il nuovo spettacolo per ragazzi di Officina Teatrale A_ctuar “F_RANKENSTEIN” ispirato al capolavoro Horror di Mary Shelley.
L’appuntamento è per il 4 Giugno, alle ore 18, al Totem Festival, rassegna di teatro e danza per bambini ed adulti che si terrà al Teatro Cortazar-Nucleo (Pontelagoscuro – FE) dal 3 al 5 Giugno 2016.
Lo spettacolo fuoriesce dal progetto biennale “La Fabbrica dei Mostri”, laboratorio teatrale e fucina di idee per bambini della scuola primaria nato nel 2014, dedicato alla maschera e al tema della diversità.

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F_rankenstein
Regia
Officina Teatrale A_ctuar
Liberamente ispirato a “Frankenstein” di Mary Shelley
Con
Sara Draghi, Massimo Festi, Elena Grazzi, Lauro Pampolini, Arturo Pesaro, Manuela Santini
Musiche Originali
Sergio Calzoni
Video
Mirco Rinaldi
Supervisione Artistica
Natasha Czertok//Davide Della Chiara
e con la preziosa collaborazione di Grazia Fogli

Fuori infuria un temporale e i fulmini incendiano la notte; lo scienziato Victor Frankenstein, chiuso da mesi nel suo laboratorio, sta dando gli ultimi ritocchi alla sua creatura: un mostro creato ad immagine e somiglianza dell’uomo cucendo insieme pezzi di cadaveri trafugati nei cimiteri. Stupirà la scienza con il suo prodigio o forse l’aver sfidato le leggi naturali lo condannerà ad essere maledetto per l’eternità dal genere umano? Cosa spingerà Frankenstein a scacciare il mostro dal laboratorio? Cos’è quel terrore che prova guardandolo?
F_rankenstein è uno spettacolo tragicomico, irriverente e pieno di domande. A ben guardarlo, sembra un esperimento: come il mostro è un collage umano, lo spettacolo lo è di linguaggi; si parla attraverso le parole o semplicemente con il corpo, c’è la musica elettronica che fa da sottofondo ai pensieri e il video che crea scenografie passeggere, paesaggi e visioni astratte.
Quella del mostro senza nome è una vicenda profondamente umana che riflette sul concetto di diversità ed imperfezione, sul potere della scienza e della tecnologia, e sulla responsabilità delle nostre azioni nei confronti di noi stessi e degli altri. Ma F_rankenstein è soprattutto la storia della continua ricerca d’amore e di attenzione che ciascuno necessita per raggiungere la propria perfezione e autenticità.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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