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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“La ballata dei senzatetto”, cortometraggio della parmense Monica Manganelli prodotto con l’Emilia-Romagna Film Commission, ottiene un riconoscimento speciale da parte del Sindacato giornalisti cinematografici.

Bologna – “La ballata dei senzatetto”, cortometraggio della parmense Monica Manganelli coprodotto con l’Emilia-Romagna Film Commission, questa mattina ha ottenuto a Roma il Premio speciale per l’Animazione ai Nastri d’Argento, prestigioso riconoscimento assegnato annualmente dal Sngci (Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani).
Dopo numerosi premi internazionali, tra cui la vittoria al Los Angeles Short Film Festival e relativa corsa per la finale agli Oscar, giunge così anche un riconoscimento italiano per questo piccolo gioiello d’animazione di otto minuti.

“E’ una gioia poter celebrare questo successo – ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti –. Non solo per la bravissima e determinata autrice ma per tutto il cinema dell’Emilia-Romagna e i suoi professionisti, che stanno riposizionando la nostra regione al centro del panorama cinematografico nazionale ed estero”.
Il premio è stato assegnato con la motivazione “Poesia e animazione per chiudere le ferite di un dramma come il terremoto in Emilia”.
“A quasi un mese dal quarto anniversario del sisma possiamo sostenere che, le nostre ferite, difficilmente si chiuderanno senza cicatrici – ha aggiunto l’assessore Mezzetti -. Ma il messaggio di positività e speranza che questi giovani hanno lanciato, costituisce sicuramente un incoraggiamento concreto e commovente per tutti noi”.
Il cortometraggio è prodotto da Independent Revolution e da Emilia-Romagna Film Commission, che ne ha sostenuto il 30% dei costi di realizzazione.

“La ballata dei senzatetto”
Il cortometraggio racconta, attraverso gli occhi del piccolo Tommy, il dramma dell’Emilia colpita dal terremoto: la gente, il dolore, il coraggio, la rinascita. Ad accompagnare il bambino nel viaggio tra luoghi da ricostruire e sogni ad occhi aperti una lumaca, simbolo di tenacia e di progresso. I personaggi sono stati interamente costruiti e animati in 3D in sette mesi di lavorazione. Tanti i simboli che Manganelli & Co hanno inserito per rendere tributo alle persone, ai grandi cineasti, ai colori del territorio: ad esempio le mongolfiere che scoperchiano i tetti, ispirate dalla famosa manifestazione di Ferrara, zona tra le più colpite dal sisma, o le tonalità di marrone della terra emiliana, che richiamano le scene dei campi di grano e le rive del Po di “Novecento” di Bernardo Bertolucci.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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