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Da: Hera

L’attenzione alle difficoltà economiche e alla qualità del servizio è al centro del nuovo report di Hera ‘I mille volti del servizio’, che racconta i tanti impegni assunti dal Gruppo a favore del cliente, ma anche per sviluppare progetti innovativi per il territorio e le comunità: 78.000, in particolare, gli studenti coinvolti nei progetti di educazione ambientale.
Al centro c’è il cliente e la presenza nel territorio. Intorno, invece, un intero mondo di servizi, attenzioni, investimenti, informazione ed educazione. Questa la filosofia di Hera e questo, in particolare, il quadro che emerge dalla prima edizione de I mille volti del servizio, report tematico della multiutility, già disponibile online (www.gruppohera.it/report) e agli sportelli, per raccontare un impegno che ha tante facce e un unico obiettivo: prendersi cura dei propri clienti e della comunità collegata.
Particolare attenzione, ovviamente, viene dedicata alle utenze economicamente più in difficoltà, con tante misure per andare incontro alle loro esigenze e una guida appena aggiornata – SOStegno Hera – che fornisce indicazioni precise per accedere alle varie agevolazioni economiche previste.
I mille volti dei nostri servizi Fornendo servizi ambientali, energetici ed idrici a oltre 4 milioni di persone e 250 mila aziende, il Gruppo Hera lavora da sempre per garantire prestazioni sempre più efficienti, puntuali e sostenibili.
Tanti gli indicatori che raccontano la portata e il valore di questo impegno, fatto di radicamento territoriale, innovazione, vicinanza e cura del cliente: 170 stazioni ecologiche per la raccolta differenziata, 123 sportelli con tempi di attesa contenuti (meno di 12 minuti), call center differenziati per target, 263 mila iscritti ai servizi on- line, circa 14% dei clienti con la bolletta elettronica (primato italiano nel campo delle utility), performance superiori agli obblighi di legge per quanto riguarda la sicurezza del servizio, offerte commerciali orientate al risparmio energetico e alla tutela dell’ambiente (con lo 0,1% di reclami pervenuti a fronte dei contratti conclusi), e tutele a garanzia del cliente anche superiori rispetto a quelle previste dall’Autorità.
Senza contare i tanti progetti innovativi sviluppati per il territorio e la comunità: 78.000 studenti coinvolti lo scorso anno scolastico attraverso i progetti di educazione ambientale, iniziative per il recupero delle eccedenze alimentari (oltre 8.500 pasti recuperati in un anno), il riuso di ingombranti in buono stato (507 tonnellate nel 2015) e di farmaci non ancora scaduti (già 88 le farmacie coinvolte), quattro asili nido e 17 centri estivi convenzionati. I visitatori ai 21 impianti visitabili in Emilia-Romagna, infine, sono stati 3.400 nel 2015.
Nel 2015 8,1 milioni di euro di sostegni tariffari e bollette rateizzate per 119 milioni di euro.
Ma la parte più importante di questo impegno riguarda, appunto, le utenze in difficoltà, con sostegni tariffari che fra servizi idrici ed energetici hanno superato, complessivamente, gli 8 milioni di euro, anche attraverso l’erogazione di bonus e agevolazioni che vanno ad aggiungersi a quelle previste dall’Authority.
Solo nel 2015, Hera ha poi rateizzato bollette per un valore totale di 119 milioni di euro, aiutando così famiglie e imprese. In sette comuni, inoltre, sono stati attivati appositi protocolli con gli enti locali per prevenire la sospensione delle forniture ai clienti in difficoltà.
Bene anche il fondo fughe, uno strumento di tutela omogeneo su tutto il territorio predisposto da Hera, in accordo con Atersir, per tutelare famiglie e aziende e che prevede rimborsi fino a 10 mila euro in caso di perdite occulte di acqua a valle del contatore: nel biennio 2014-2015, infatti, sono state rimborsate 16.500 utenze, per un importo medio pari a 1.280 euro e un valore complessivo di 21 milioni di euro.
Aggiornata SOStegno Hera, la guida per le utenze in difficoltà
Tutte le informazioni per sapere come accedere alle tante agevolazioni tariffarie sono indicate su SOStegno Hera, la guida dedicata alle utenze in difficoltà che Hera ha appena aggiornato e che può essere consultata anche on-line all’indirizzo www.gruppohera.it/clienti/casa/sos_sostegno_hera.

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HERA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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