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“Sono un matto, sono un vetero, sono trinariciuto?” Torna la rubrica GLI SPARI SOPRA , le considerazioni molto politiche di un politico. Ad alcuni i pensieri di Cristiano Mazzoni potranno sembrare solo il frutto amaro della delusione, della sconfitta, della nostalgia del tempo che fu. Sono però anche la rivendicazione di ideali e di valori che forse abbiamo dimenticato troppo in fretta. In un mondo sempre più confuso e complesso abbiamo sempre più bisogno di risposte, ma l’unico modo per trovarle è non smettere di interrogarsi.
(La Redazione)

Quanti di noi avranno letto il Piano di rinascita democratica, il programma politico della Loggia Massonica propaganda due del disonorevole grande maestro Licio Gelli? Pochi.
Io credo di averlo letto per la prima volta agli albori del nuovo millennio, in rete si trovava ancora il documento originale con tanto di timbri e scritto a macchina, poi scannerizzato chi sa da quale mano. Oggi il documento originale in internet non l’ho più trovato ma tantissimi sono i siti che ne riportano il contenuto.

Credo che non sia più nella sfera delle opinioni, ma nei fatti e nelle sentenze cosa fu la loggia P2. Una associazione cospirativa, che ammantata dal sapore di destra democratica e con la responsabilità e complicità dello Stato, fu implicata e mandante, nella figura di Gelli, nella strage della stazione di Bologna del due agosto 1980 e in molti altri fatti oscuri di quel ventennio di sangue.

So i nomi, i mandanti, ma non ne ho le prove scriveva il Poeta e forse quelle parole gli costarono la vita.

Per curiosità, provate a scorrere i punti di quel programma e ditemi se non vi sembra che molti di quei punti si possano derubricare come ‘fatti’, cioè eseguiti, compiuti, insomma: riusciti. L’intento chiarissimo era infatti moderatizzare’ e ‘destrificare’ l’Italia.
Nel programma vi è chiara la volontà di rendere “democratica” la Repubblica eliminando gli elementi di attrito, lotta e aggregazione di sinistra quali il Pci e la CGIL.  Porre cioè un argine  per mettere in un angolo circa il 30% della popolazione italiana. L’obbiettivo mi sembra ampiamente raggiunto, quarantasei anni dopo la scoperta del programma della loggia nel sottofondo di una valigia della figlia del non compianto venerabile, possiamo dire che l’argine ha addirittura prosciugato il fiume. Quel trenta per cento della popolazione non esiste più o forse non ha più rappresentanza, quindi si può ‘crocettare’ la casella morte della sinistra italiana.

La volontà di creare due partiti, uno comprendente i moderati di PSI-PSDI-PRI-PLI di sinistra e DC di sinistra e l’altro di destra DC-PLI-Destra Nazionale, non è stato completato solo per il numero dei partiti citati e per i nomi degli stessi, partiti, ma la vocazione americanista di aggregare tutto al centro con un occhio buono sulla destra mi sembra assolutamente raggiunta.

E che dire della creazione di una TV privata? La nascita di Mediaset negli anni ’80 ha aggiunto un duopolio libero e democratico (sic.), fors’anche con la spinta di Gelli sull’iscritto 1816.

La volontà di cambiare le menti degli italiani, lavorando sulla scuola e sul controllo dei mass-media risulta molto chiare tra le righe del programma di rinascita democratica.
Si vuole inculcare, anestetizzare, instillare, indottrinare, creando una popolazione di ottimi soldatini, applicando il modus operandi di “libro e moschetto, fascista perfetto”.

Occorre intervenire sulla magistratura, dice il saggio, come pure occorre eliminare le province e diminuire il numero dei parlamentari.

Tanto un  parlamento così simile, non ha bisogno di una folta rappresentanza democratica.

Non vi sembrano temi di stratta attualità?

Credo però che queste tematiche, non siano poi tanto di moda, in questo lontano 2020, le persone hanno altro a cui  pensare, ma io che spesso faccio come le cheppie, (nuoto contro corrente), penso invece siano temi da discutere, leggere e ricordare.

Soprattutto quando si cerca di eliminare negli anni e col tempo il significato di antifascismo. In quanti della destra democratica e pure tra la galassia dei moderati ritengono il fascismo un argomento da derubricare nei libri di storia, confinandolo in una ventina d’anni bui trascorsi nella prima metà del secolo? Quanti sbuffano quando si toccano i temi di un fascismo ancora vivo per decenni dopo la liberazione, insinuato tra le fila delle stato, delle fdo, dei rappresentati delle forze democratiche del nostro paese?

Sono un matto, sono un vetero, sono trinariciuto?

Può darsi, ma l’ideologia che ha insanguinato il secolo breve, continua a gocciolare e percolare tra le fila di una popolazione forse non ancora matura, forse ancora desiderosa di avere un uomo forte che decide per te, forse non ancora vaccinata contro il batterio nero.Mi aspetto tra i commenti, un ottimo e Stalin?
Non deludetemi.

Io non sono nessuno per avere la risposta per quello che è il punto focale della anomalia dell’Italia, il connubio tra stato e malavita, tra stato e poteri occulti, tra stato / mafia e terrorismo.
Se un mago Merlino, non scoperchierà questa pentola del diavolo forse mai l’Italia potrà fregiarsi del titolo di Repubblica democratica, fondata sulla verità e non sulla menzogna.

Aggiungo pure la volontà, scientifica e cosciente di adottare quella che fu la strategia della tensione, nata con le bombe fasciste, lanciate a bella posta per fare reagire un terrorismo rosso, molto spesso composto da rampolli della buona borghesia di quegli anni, che uccidevano nella convinzione di essere una avanguardia, mentre gli operai stavano con Guido Rossa. Lo credo realmente, i morti di quegli anni, hanno aiutato il programma della loggia di estinzione del più grande Partito Comunista d’occidente, proprio partendo da quegli anni di piombo.

Chiamati così, per ucciderli meglio.

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Cristiano Mazzoni

Cristiano Mazzoni è nato in una borgata di Ferrara, nell’autunno caldo del 1969. Ha scritto qualche libro ma non è scrittore, compone parole in colonna ma non è poeta, collabora con alcune testate ma non è giornalista. E’ impiegato metalmeccanico e tifoso della Spal.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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