Skip to main content

Gli oscuri misteri di Ferrara: Marfisa D’Este

Tempo di lettura: 2 minuti

Spesso mi trovo a passeggiare davanti alla facciata della palazzina di Marfisa D’Este in Corso della Giovecca.
Lo faccio in compagnia del mio cane Kikko che non manca di bagnarne le pietre in basso con la pipì. Non posso farci nulla, di certo non posso tappargli il pistolino e impedirgli di zampillare. Lo dissi scherzosamente a una passante che, all’ennesima innaffiata di Kikko, mi aveva fulminato con uno sguardo di disapprovazione. La signora non gradì neppure la battuta ed io me ne feci una ragione.
Comunque sia, dicevo della palazzina di Marfisa…
Gran bell’edificio! Basso ma dall’aria imponente. Di fattura manierista, con una serie di ampi finestroni e un robusto portale marmoreo. Nasconde dietro di sé un ampio giardino con un elegante loggiato in origine destinato ai sollazzi estivi dei nobili estensi e dei loro ospiti. Adesso, adiacente a quel giardino, si trova un circolo tennistico, il più esclusivo della città, roba per gente danarosa.
Ma la cosa che mi ha colpito di più di questo luogo è la storia della sua proprietaria: Marfisa appunto. Una donna, come raccontano le cronache dell’epoca, tanto bella e seducente quanto fredda e crudele. Si narra che ebbe parecchi amanti, molti dei quali scomparvero nel nulla. Si dice che la diabolica nobildonna li abbia fatti fuori nei modi più disparati, una vera e propria serial killer. Degna erede di sua nonna Lucrezia Borgia!
Tuttavia, chi ha masticato un po’ di storia estense sa che gran parte di queste dicerie appartengono alla leggenda, a voci prive di fondamento. In realtà, Marfisa pare che fosse donna morigerata, devota alla famiglia e rispettosa del suo ruolo di madre e di moglie.
Ciò non toglie che, di notte, il suo fantasma si aggiri ancora nelle sale affrescate del palazzo e pure tra le siepi del giardino rinascimentale. Basta fermarsi alle tre di notte, come ho fatto io proprio davanti al cancello chiuso affacciato a Corso della Giovecca, e aspettare.
Con un po’ di pazienza si può veder apparire dalle tenebre in fondo al loggiato una dama fiocamente illuminata da un’aura evanescente. La principessa indugia tra le ombre delle piante, passa dietro la fontana col putto di bronzo, poi scompare nel nulla lasciando sgomenti coloro che l’hanno vista.
Attenzione però, non fatevi scorgere dallo spettro. Esiste la concreta possibilità che vi segua fino a casa regalandovi delle notti insonni per parecchio tempo!

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/