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Da: Ascom

Un’ economia territoriale che consuma ma che ha fame di occupazione e lavoro. Si è svolta oggi in Ascom lLa presentazione dei dati delle economie territoriali (30 luglio) a cura dell’ufficio statistica nazionale di Confcommercio alla presenza del presidente provonciale Giulio Felloni e del direttore generale Davide Urban. Al loro fianco glia assessori comunali Matteo Fornasini ed Angela Travagli.
In particolare come è stato sostenuto da Confcommercio: “La priorità assoluta rimane il disinnesco delle clausole IVA – ha ricordato il presidente provinciale di Ascom Ferrara, Giulio Felloni ripercorrendo il senso delle riflessioni della Confcommercio – Se si vuole ridurre il carico fiscale la prima cosa da fare è non aumentarlo. Lavorando a tutti i livelli – nazionale, regionali e provinciali – per sviluppare investimenti ed innovazione atti a rilanciare il lavoro. E tra questi progetti “La Rigenerazione urbana che contiene in se il concetto dell’innovazione della città, dei suoi spazi, alla sostenibilità ambientale ed all’inclusione. Un’innovazione capace di recuperare e valorizzare il passato e di guardarlo con occhi nuovi attenti alle Persone, progetti in definitiva che diano nuova vita al commercio, al turismo, ai servizi, così come fatto in chiave locale con la bella esperienza di Piazza Repubblica ed altre sulle quali andremo a collaborare”. Il presidente prosegue: ” Elementi a cui fa da contraltare importante una crescita dei consumi per abitante (sempre riferita all’anno passato) dell’1,3% più alta della media regionale e nazionale. Tra i fattori positivi sui quali puntare in tema di consumi proprio il volano dell’indotto universitario in costante crescente: secondo stime del nostro Ateneo uno studente fuori sede giunge a spendere qualcosa come 12mila euro l’anno, una cifra che raddoppia se parliamo di specializzandi, insomma un volano da cui non si può prescindere – e Felloni aggiunge – è il quadro economico territoriale necessita avviare azioni tra Pubblico e Privato condivise e decise per portare Ferrara e la sua provincia più in alto nelle classifiche”. Complesso anche il saldo 2018 (negativo) tra nuove imprese e quelle cessate (-178 nel commercio al dettaglio) e nella ristorazione e nel turismo (-117). Felloni chiude con una proposta: ” Le antiche botteghe sono e devono essere il fiore all’occhiello delle nostre città. Rappresentano le nostre radici. E come tali non vanno estirpate ma tutelate. È necessario sensibilizzare gli organi politici a questo scopo. La difesa e tutela delle antiche botteghe come punta avanzata della difesa e tutela di tutte le nostre “botteghe” piccole o grandi. Propongo che Federazione Moda Italia si faccia parte diligente e proponente per tale tutela, coadiuvata poi da Fipe. Prima che sia troppo tardi e tale patrimonio unico vada disperso”.
Dalla rigenerazione al tema del lavoro e dell’occupazione che assumono una consistente valenza nella nostra provincia: “Dove oltre un quinto degli occupati complessivi – spiega il direttore Urban – è nel settore del commercio e del turismo. Da affrontare a cura delle amministrazioni locali il tema della disoccupazione ancora al 9,1% nel 2018 (contro una media regionale del 5.9% ed appena sotto a quella nazionale del 10%). Senza contare l’assenza di lavoro per i più giovani (nella fascia dai 15 ai 24 anni) dove i numeri parlano da soli purtroppo: 36,5% come tasso di disoccupazione provinciale che supera sia la media regionale che nazionale. Ascom è impegnata sul fronte della formazione attraverso gli enti bilaterali (Eburt ed Ebiter) così come sul fronte del benessere aziendale con opportuni strumenti di supporto e sostegno al reddito ai dipendenti ed alle loro famiglie”.
Temi che hanno trovato attenzione e commento nelle parole degli assessori Fornasini e Travagli il primo con delega al Commercio e Turismo, la seconda alle Attività Produttive presenti all’incontro con la stampa che come come comune di riferimento del territorio puntano su almeno tre questioni: ” In primis l’intensità di lavoro è fortemente diminuita, e questo ha creato un incremento del part.time involontario specie nel settore femminile; in secondo luogo una disparità nell’offerta formativa che deve essere potenziata ed adeguata ai tempi specie nel segmento giovanile; in terzo luogo la necessità di potenziare l’offerta professionale: ” Come di Comune capoluogo dunque considerano i due assessori: ” Agiremo quindi in particolare sull’incremento dei servizi e del welfare fondamentale per le famiglie; sulla formazione dei giovani anche in funzione di professionalità e mestieri di cui c’è richiesta creando anche uno sportello lavoro utile a favorire il confronto tra domanda e offerta di lavoro ed infine – concludono Fornasini e Travagli – necessario creare un ambiente favorevole affinché si possa imprendere ,creare sviluppo economico capace di attirare nuovi investitori e nuove start up sul nostro meritevole territorio”.
Insomma un patto per lo sviluppo (concreto) tra Pubblico e Privato che veda coinvolto in modo integrato capoluogo e provincia.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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