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Fibromialgia: prosegue l’impegno in Emilia-Romagna

da: ufficio stampa Gruppo Partito Democratico Emilia-Romagna

Calvano (PD): “In Regione abbiamo mosso i primi passi, vogliamo andare avanti”.

La risposta del Ministero della Sanità alla opportuna interrogazione della deputata ferrarese Paola Boldrini che chiedeva l’inserimento della fibromialgia nei livelli essenziali di assistenza pur evidenziando l’attenzione al tema da parte del Ministero, lascia comunque un po’ di amaro in bocca, ma sicuramente non ferma il lavoro che è iniziato in Emilia-Romagna. Quella risposta, infatti, recita che “il Ministero della salute ritiene che non vi siano, al momento attuale, le condizioni per l’inserimento della fibromialgia nell’elenco delle malattie invalidanti”.

Ho ritenuto opportuno contattare le associazioni dei malati per rassicurarle che il nostro impegno non si esaurisce e per poter proseguire e intensificare un confronto che finora è stato costruttivo e ha portato a buoni risultati.

Qui in Emilia-Romagna, infatti, grazie all’Assessorato alla Sanità guidato da Sergio Venturi, nel primo semestre del 2016 è prevista la rilevazione sul numero delle persone colpite da fibromialgia: un primo passaggio funzionale ad avere un quadro della situazione regionale e a stabilire cosa sia possibile realizzare, nei limiti delle competenze della Regione, per rispondere alle sollecitazioni e alle esigenze di chi soffre di questa sindrome.

Il parere del Consiglio Superiore della Sanità citato dalla nota del Ministero inoltrata all’On. Boldrini, considera la fibromialgia come cronica ed invalidante solo in alcuni casi e spiega come sia necessario attendere che studi idonei definiscano i valori di soglia per valutarne l’eventuale inserimento nelle malattie croniche. Credo che allora sia questo ciò che, a livello nazionale, sia opportuno fare al più presto e sono certo che la Regione Emilia-Romagna sosterrà questa iniziativa nelle sedi più opportune.

Paolo Calvano, Consigliere PD Emilia-Romagna

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)