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Da: Il Gruppo dei 10
Il cuore altrove, una serata con Pupi Avati. Con Il Gruppo dei 10 torna il grande regista allo Spirito, sabato 13 aprile, come promesso nella data di dicembre che l’ha visto ospite insieme a Giorgio Conte per ritirare il Premio ‘Tutte le Direzioni 2013’ (a lui assegnato in occasione della prima edizione). Sarà una serata dedicata al regista, con i suoi racconti cinematografici più belli, tra storie, umori e territori legati alla sua cinematografia. Ne parlerà lui stesso, ospite d’onore della serata. Non mancheranno poi alcune sorprese musicali, in serbo per l’avvincente occasione. Lo stesso Pupi Avati non è certo a digiuno di jazz. Oltre al suo famoso sceneggiato ‘Jazz band’ e al magnifico film ‘Bix’, in passato il regista è stato anche clarinettista della Criminal Jazz Band, poi divenuta Doctor Chick Dixieland Orchestra. La serata inizia alle 20.30. Spettacolo e cena di gala: 50 euro. Per informazioni e prenotazioni: Spirito, 0532.436122 e 339.4365837. Il Gruppo dei 10 è anche su Facebook.

Proprio per omaggiare l’amore per il jazz del regista bolognese, la serata di gala vede in concerto la Roaring Twenties Jazz Band, l’indimenticabile formazione che, sotto la guida di Giordano Balboni e Gino Neri, accompagnò la nascita e la successiva crescita del Jazz Club Ferrara, allora Circolo Amici del Jazz, avvenuta nel 1977. La formazione per la serata vedrà Leonardo Carboni alla tromba, Bruno Fregna al clarinetto e sax soprano, Giacomo Scanavini al trombone, Andrea Zardi al pianoforte, Andrea Boschetti al banjo, Giordano Giordani al sousaphone, e Corrado Marescotti alla batteria. Il programma prevede un omaggio in musica a Pupi Avati, poiché verranno suonate i suoi brani jazz preferiti e verrà riarrangiata la sigla tratta dal suo film Jazz Band. Le sorprese, però, non finiscono qui. Durante la serata, oltre alla ‘Roaring’, salirà sul palco anche il raffinatissimo duo composto dal pianista Rossano Sportiello e il clarinettista Alfredo Ferrario (già tra i componenti di Blue Napoli), con un chiaro e voluto omaggio allo strumento di Pupi Avati. A loro si unirà sicuramente anche il batterista Ellade Bandini, per un omaggio nell’omaggio al grande regista. Saranno presenti anche l’attore Lino Capolicchio (tra i protagonisti de Il Giardino dei Finzi Contini, e presente anche nell’ultimo film di Pupi Avati) e l’illustratore e disegnatore Francesco Musante.

PUPI AVATI non è solo un regista, viste le tante passioni che l’hanno affascinato negli anni. Iscritto alla facoltà di Scienze Politiche a Bologna, si impiega fin da giovane in una ditta di surgelati e si occupa di jazz. Dirige il suo primo film nel 1968, Balsamus, l’uomo di Satana, cui segue l’anno successivo Thomas, gli indemoniati che in Italia non riesce ad uscire ma vince un premio al Festival di Locarno. Nel 1974 gli dà un buon finanziamento per La mazurka del barone. Due anni più tardi con La casa delle finestre che ridono, verrà premiato al Festival del film fantastico di Parigi. Con Jazz band (1978), vince fra l’altro il premio della critica a San Sebastian. Nel 2003 gli è stato assegnato il David di Donatello come miglior regista per Il cuore altrove. Quest’anno uscirà il suo nuovo lavoro, Il Signor Diavolo.

LA ROARING TWENTIES JAZZ BAND (RTJB) venne costituita a Ferrara nel 1978, da musicisti animati dalla passione per la musica che si suonava nell’America degli anni Venti. Giordano Balboni, indimenticato trombonista e fondatore insieme ad Alessandro Mistri del sodalizio con il Jazz Club di allora, diede vita a quello che per lui era un elemento fondamentale all’esistenza stessa del club: una jazz band. Fin dalla sua nascita, la RTJB ha proposto le sonorità e lo stile legati agli anni ruggenti, all’epoca del proibizionismo, dello stile liberty e degli ‘show boats’ che solcavano il Mississippi, quando il jazz cominciò a diffondersi in tutto il mondo, preceduto nei primi anni del secolo scorso dal ragtime. Dopo la scomparsa di Giordano Balboni, nel 1993, la band smise di suonare, fino a quando, alcuni musicisti della vecchia formazione, insieme ad altri artisti che si sono aggiunti, hanno fatto rinascere dalle ceneri la ‘Roaring’, che nel 2018 ha festeggiato i suoi ‘primi’ quarant’anni.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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