Da: Ufficio Comunicazione IIS L.Einaudi Ferrara
Terzo appuntamento di ApertaMente, con ingresso libero anche per il pubblico esterno
Proseguono le conferenze di ApertaMente presso l’Istituto di Istruzione Superiore Luigi Einaudi di Ferrara; nel terzo appuntamento del corrente anno scolastico si parlerà di cinema d’autore, con la dott,ssa Simonetta Savino che porrà all’attenzione degli studenti i grandi documentaristi e registi ferraresi del Novecento; l’evento, in programma giovedì 20 dicembre (ore 10,10-12,10, presso l’Aula magna di via Savonarola n. 32), sarà aperto anche al pubblico esterno.
A scorrere davanti agli occhi delle classi quarte della scuola cittadina saranno così sequenze tratte da celeberrime pellicole firmate da Michelangelo Antonioni – si pensi almeno a film quali L’eclisse, girato nel 1962 con protagonista femminile una giovanissima Monica Vitti, e a Blow-Up, del 1966, che fu premiato l’anno dopo con la Palma d’oro al festival di Cannes – e da Florestano Vancini (memorabile, tratta dal racconto di Bassani, La lunga notte del ’43, che uscì nel 1960, ma tante altre sue pellicole si potrebbero citare): due registi che hanno innalzato Ferrara al rango di capitale mondiale di quella che, ancora ai suoi albori, il critico Ricciotto Canudo definiva ‘la settima arte’.
Oltreché registi di lungometraggi, sia Antonioni sia Quilici furono anche abili documentaristi e la conferenza della dott.ssa Savino porrà in luce questo duplice aspetto, senza peraltro trascurare la figura di un altro celebre documentarista concittadino quale certamente è stato Folco Quilici, che ci ha purtroppo lasciato nel febbraio di quest’anno.
Anticiperà la trattazione di Antonioni, Vancini e Quilici, sempre curata dalla dott.ssa Savino, una parte introduttiva sul cinema su e a Ferrara, con cenni a cineasti minori ma pur sempre talentuosi quali Antonio Sturla e Massimo Sani, anche quest’ultimo scomparso proprio quest’anno.
La dott.ssa Simonetta Savino, socia fondatrice ed attuale Vice Presidente del Circolo della Stampa di Ferrara, giornalista pubblicista e già docente per materie letterarie e latino presso il Liceo Ariosto, è collaboratrice di vari enti di ricerca su temi di carattere storico e architettonico, per i quali vanta numerose pubblicazioni. Esperta di cinematografia, in questo settore è stata collaboratrice dell’Agis-Scuola, nell’ambito del Progetto cinema-scuola, per la schedatura di film e l’aggiornamento dei docenti, e ha insegnato in vari corsi di formazione trattando tra gli altri i temi del Linguaggio cinematografico, del rapporto tra Letteratura e cinema e della Dimensione spazio-temporale nel cinema. Per il Liceo Ariosto è stata anche delegata di Istituto presso la Consulta Agis-Scuola per il cinema e la musica.
Riceviamo e pubblichiamo
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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