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Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Festival

Il Ferrara Film Festival ha divulgato i nomi dei sei componenti della giuria per la quinta edizione che si terrà
dal 17 al 20 Settembre. I giurati sono (in ordine alfabetico) Alberto Boschi, Chiara Iezzi, Paola Lavini,
Alessandra Manias, Rosario Petix e Maurizio Villani.
Come ogni anno, la Direzione del festival ci tiene ad avere una giuria tecnica di massimo livello, che sappia
esprimere competenze trasversali sul cinema e più in generale sull’arte. Anche per questa edizione la
ricerca dei giurati è stata molto accurata, tenendo conto, tra le altre cose, del numero bilanciato tra donne e
uomini e della provenienza diversificata tra persone legate direttamente al territorio di Ferrara e
professionisti provenienti da tutta Italia. Un mix che vede professori universitari, attori, attrici con anche una
importante carriera musicale e tecnici del mondo del Cinema.
In via del tutto straordinaria, l’edizione 2020 del Ferrara Film Festival darà ai membri della Giuria una
responsabilità ancora più elevata. Dei 38 film inizialmente selezionati lo scorso Febbraio, formando la line-up
più prestigiosa che il festival abbia mai avuto, soltanto i vincitori delle 11 rispettive categorie vedranno i
propri film proiettati al Cinepark Apollo riducendo la durata del festival a quattro giorni, invece che le otto
giornate come da norma. “Questa difficile scelta ci è stata dettata dalle limitazioni imposte da questo mondo
post-Covid – dichiara il Direttore Maximilian Law – che, per ragioni di sicurezza, ci ha costretto a limitare i
giorni di durata del nostro festival. Tuttavia, ci tengo a precisare che il prestigio e la qualità del nostro
programma rimarrà assolutamente al massimo livello. Abbiamo utilizzato queste lunghe settimane per
migliorarci sempre di più. Non vediamo l’ora che il nostro pubblico veda i frutti del nostro duro lavoro.”
Alcune brevi informazioni sui giurati:
ALBERTO BOSCHI
Alberto Boschi è un professore dell’Università di Ferrara. Insegna Storia del Cinema e Teorie e tecnica del
linguaggio audiovisivo presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara. Ha pubblicato
numerosi articoli e saggi in volume e su riviste, tra cui le monografie “Teorie del cinema: il periodo classico”
(1998), “Alfred Hitchcock: Intrigo internazionale” (2008), “Alfred Hitchcock: Nodo alla gola” (2009).
CHIARA IEZZI
Chiara Iezzi è un’attrice italiana. Il suo primo lavoro è nella serie “Under” a fianco di Gianmarco Tognazzi e
Giorgio Colangeli. Interpreta successivamente il ruolo di Victoria Williams nella serie teen prodotta da Walt
Disney Italia e in onda su Disney Channel “Alex&Co” nella seconda stagione; in parallelo è nel cast del film
per il cinema “The Broken Key” di Louis Nero con attori internazionali come Geraldine Chaplin e William
Baldwin, da poco anche visibile su Amazon prime US. Ha da poco preso parte ad un film recitando con
l’attore Ray Abruzzo (“Sopranos”, “Dinasty”, “Transparent”), reduce da un riconoscimento a un film corto
(“Rollercoaster”) di cui è protagonista e selezionato in ambito Rai Cinema Channel, prenderà parte come
protagonista di alcuni episodi di una serie TV in autunno 2020 per un importante network televisivo italiano.
PAOLA LAVINI
Paola Lavini si forma sia come attrice che come cantante e performer di musical sia in Italia che in America.
Si afferma nel panorama della cinematografia con alcuni dei più importanti registi che l’Italia vanta nel
mondo, tra cui Francesco Munzi (‘Anime nere’), Alice Rohrwacher (‘Corpo celeste’), Marco Pontecorvo
(‘Tempo instabile con probabili schiarite’ con Turturro) , Marco Tullio Giordana (‘Sanguepazzo’), Pupi Avati ,
Marco Bellocchio , Michael Radford (regista de ‘Il Postino’) e Giorgio Diritti con ‘Volevo nascondermi’. Nel
2019 ha girato ‘Cetto c’è, senzadubbiamente’ di e con Antonio Albanese, grande incasso prima di Natale
2019, ‘L’isola del Perdono’ in Tunisia con Claudia Cardinale di Ridha Behi ed un progetto internazionale ‘The
Big other’ con la regia di Jan Schomburg. Sta girando ‘Anima bella’ di Dario Albertini. Si cimenta anche in
varie commedie al cinema con Salemme, Maurizio Casagrande, Paolo Cevoli e ‘Scusa ma ti chiamo amore’
di Federico Moccia. Vince vari premi con il film ‘Terra bruciata’ di Luca Gianfrancesco ed in particolare come
migliore interprete del 2018 al Ferrara Film Festival. Vanta collaborazioni canore col Maestro Vince
Tempera di Sanremo e con un’orchestra di artisti di tutto il mediterraneo, sul tema dell’integrazione e della
pace , esprimendosi in varie lingue. Partecipa alla colonna sonora del docu-film “Vorrei dire ai giovani …
Gina Borellini, un’eredità di tutti“di Francesco Zarzana. In concorso a Cannes ed a Venezia con vari progetti.
ALESSANDRA MANIAS
Oltre 15 anni di esperienza in Italia nel settore della Comunicazione pubblicitaria, Set Design e Art Direction
per servizi fotografici, installazioni artistiche, video, stand, cataloghi per brand italiani settore arredo e
design. Nel 2016 Alessandra si è spostata a vivere a Los Angeles dove ha iniziato a lavorare
immediatamente come Production Designer nel settore del Cinema, TV, Teatro e Video Musicali, con
spiccato stile italiano / europeo. Una Laurea in Architettura, un master MBA (Business Administration) e un
master in Programmazione Neurolinguistica sono il perfetto mix per una Production Designer focalizzata nei
dettagli, psicologia, budget e, obiettivo più importante, quello di dare un’anima al progetto. Alessandra ha
realizzato circa 20 progetti a Los Angeles negli ultimi tre anni e per la primavera del 2020 ci sono due nuovi
film e uno spettacolo teatrale con con protagonista Anne Archer.
ROSARIO PETIX
Rosario Petìx a 18 anni frequenta un corso professionale con gli insegnati dell’accademia U. Spadaro
presso la Scuola d’Arte Drammatica del teatro stabile di Catania, struttura con cui inizia ad avviare la sua
carriera di attore da subito prendendo parte a numerose ed importanti produzioni. Continua la sua attività
prendendo parte a tournée nazionali accanto a protagonisti del teatro italiano come M. D’apporto e
Gianfranco Iannuzzo e con registi del calibro di R. Guicciardini, M. Bolognini e P. Rossi Castaldi. Affronta
nella sua carriera teatrale diversi autori, da Shakespeare a Pirandello, da Wilder a Sciascia e al festival del
dramma antico di S. Miniato, interpretando il ruolo di un narratore cieco in un testo di J.P. Sartre, vince il
premio come migliore attore non protagonista per la sua spiccata versatilità. Negli ultimi dieci anni ha
interpretato quindici film.
MAURIZIO VILLANI
Maurizio Villani è professore stabile di Storia della filosofia presso l’ISSR di Ferrara e membro del Consiglio
direttivo della Società Filosofica Italiana. Ha scritto testi e manuali di filosofia. È presidente del Cineclub
Fedic Ferrara, redattore della rivista Carte di Cinema, ed è autore di saggi sul rapporto cinema-filosofia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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