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da: organizzatori

Davanti al pubblico delle grandi occasioni e a una giuria qualificatissima, capitanata dalla cantante Iskra Menarini; la 17enne Noemi Ragazzi di Bondeno assieme a Federica Paliotta 20enne di Castelmaggiore e Denis Mazzini 21enne di Portomaggiore, vincono al De Micheli di Copparo, la finale provinciale di Ferrara del concorso nazionale Una Voce per Sanremo 2014 e volano alle semifinali e finali nazionali del prossimo 6 ottobre all’Ariston. In un teatro gremito da un pubblico partecipe non sono mancati i momenti di grande emozione sia per le esibizioni delle scuole di ballo del Gruppo Teatro Danza diretto da Anna Lolli Tiglio e Govoni Ballet music and Theatre Performance diretto da Stefania Capaccioli, sia per i numerosi ospiti che si sono esibiti: dal giovane rapper Enhos, debuttante al suo primo album, al conosciuto cantautore, musicista e produttore bolognese Manuel Auteri, il vocalist copparese Alex Mari e Roberto Rimondi sosia di Gianni Morandi. Grande accoglienza e momenti di emozione quando è salita sul palco la popolare cantante Iskra Menarini per ricevere il premio Merkaba che l’organizzazione periodicamente assegna a personalità del mondo dello spettacolo che, con il loro operato, abbiano contribuito in maniera rilevante alla crescita e allo sviluppo della cultura musicale e artistica a livello locale e nazionale. A decretare i vincitori è stata una giuria tecnica composta oltre dalla Menarini e da Auteri, da Isabella Dall’Olio cantante, attrice e docente di canto moderno e jazz, insegnante di canto a Ferrara e a Bologna, Susanna Rossi cantante e attrice direttrice della omonima scuola di canto moderno a Bologna e Manuel Auteri cantautore e produttore discografico che dopo difficili valutazioni tecnico artistiche a malincuore hanno escluso le meritevoli voci di Chiara Fortini, Giacomo Mezzadri, Daniela Pucci e Dayana Moretti. La serata è stata realizzata con l’apporto di COMART Copparo, ANT e col patrocinio dell’amministrazione comunale di Copparo

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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