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Da ufficio stampa lega nord Emilia Romagna

FERRARA, 10-05-‘17.
«I bilanci di Camelot e Asp di Ferrara ingrassano, grazie ai fondi pubblici impiegati nel business dell’accoglienza, che “cuba” in Italia 4 miliardi di euro all’anno. Questi sono i posti di lavoro promessi dal Pd, per cooperative che come si può intuire non si avvalgono di soli volontari. Tutte queste risorse sono sottratte ai cittadini italiani, disoccupati e in sofferenza per la crisi, che non ricevono identica attenzione da parte delle Istituzioni.» Non usa tanti giri di parole, il capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, nel commentare il nuovo arrivo di 26 richiedenti asilo in città e provincia. Dopo una quiete durata qualche settimana, giusto il tempo che il meteo e il mare consentissero di riprendere gli sbarchi e di foraggiare così di nuovi immigrati (e fondi pubblici) l’affare più redditizio degli ultimi anni: la cosiddetta “accoglienza”. Che a Ferrara ha un nome e un cognome: Cooperativa Camelot. La quale, nel 2015, chiuse con un fatturato in crescita di 6 milioni e 750mila euro, aumentando il proprio numero di soci e lavoratori, mentre c’è da scommettere che anche nel bilancio consuntivo 2016 il fatturato della coop sociale non avrà risentito della crisi. Per un’attività ufficialmente rivolta «a rispondere ai nuovi bisogni sociali.» Ma è lapalissiano che per analizzare l’unica vera motivazione di incremento del fatturato occorre guardare sotto la voce: “accoglienza e integrazione” o “richiedenti asilo”. Così, tra “Giochi senza frontiere” e altre belle iniziative di facciata, «Camelot continua a vincere bandi e ricevere soldi – dice Fabbri – come se le ammonizioni dell’Anac in merito alla “trasparenza”, che sarebbe mancata in passato nell’affido di progetti nel settore dell’accoglienza, non ci fossero mai state. Camelot gestirà progetti di integrazione fino alla fine del 2019. In città si prepara l’arrivo di altri 26 richiedenti asilo.» Mentre il bando da 5 milioni è suddiviso in tre categorie di richiedenti asilo (posti ordinari, disagio mentale, ed uno rivolto ai minori non accompagnati) per un valore complessivo di 5 milioni di euro; due dei quali gestiti solo da Camelot, ed uno in tandem con l’istituto Don Calabria (per 36 minori). «L’emergenza senza fine gestita in modo raffazzonato dal Pd continua a produrre progetti da milioni di euro e posti di lavoro per le cooperative vicine al mondo della sinistra. Vorremmo la stessa attenzione per le tante categorie che soffrono la crisi sul territorio, ma evidentemente il Pd ha altre priorità che non sono quelle dei cittadini italiani.»

In crescita anche i ricavi dell’Asp
Non manca all’appello nemmeno l’Asp di Ferrara: sempre nell’esercizio 2015, i contributi in conto esercizio parlavano di 3 milioni e 832mila e 500 euro di previsione, e di un consuntivo pari a 4 milioni e 515 mila e 415 euro. Dal resoconto si apprendeva che «nei conti emergenza umanitaria e servizio Hub sono presenti i ricavi dati dalla prefettura relativi al progetto profughi. Alla data del 31 dicembre 2015 erano accolti 554 profughi, per il 90% circa maschi. Il maggior numero dei quali di nazionalità nigeriana. Il numero di profughi accolti è stato molto maggiore rispetto a quello ipotizzato in previsione – si apprende dalla relazione -. Il servizio hub è nato a metà del 2015 e non era stato ipotizzato al momento dell’approvazione del bilancio preventivo.» Per il 2016, “il valore della produzione (e i costi)” dell’Asp risulta salito considerevolmente, «in relazione al numero di richiedenti asilo.»

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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