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Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“Inaccettabile ricorrere a rifugiati con protezione sussidiaria per formare il corpo della polizia locale. Quella dell’Unione Reno Galliera è un’idea folle e una scelta politica inopportuna, che altri Comuni non hanno fatto e che va in direzione opposta alle esigenze di sicurezza e controllo del territorio. Le forze dell’ordine devono garantire reciprocità e corrispondenza di diritti e doveri verso l’ente che le mette in campo. Una reciprocità che non può essere garantita da immigrati arrivati da poco tempo in Italia, che non hanno ancora la cittadinanza italiana, che godono di un permesso di soggiorno a tempo determinato e che, addirittura, non hanno nemmeno dimostrato di fuggire davvero da una guerra”.

Così Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in regione Emilia Romagna e Mattia Polazzi consigliere Lega Unione Reno Galliera, intervengono dopo la pubblicazione del bando dell’Unione di Comuni Reno Galliera che ha recentemente indetto un concorso pubblico per la copertura di due posti di agente polizia locale a tempo indeterminato e pieno, graduatoria che potrà essere utilizzata dai Comuni appartenenti all’Unione Reno Galliera e dai Comuni aderenti all’Unione Terre di Pianura, oltre che dalle due Unioni e dal Comune di Cento.

“Tra i soggetti a cui il concorso è aperto risultano anche immigrati a cui è stata concessa la protezione sussidiaria”, spiegano Fabbri e Polazzi “che è cosa ben diversa dal pieno riconoscimento dello status di rifugiato, in quanto certifica non una fuga da una guerra del soggetto interessato, ma solo che questo si troverebbein potenziale pericolo con un eventuale rientro in patria”. E’ vero che “anche a questi soggetti per volontà della Ue, recepita dall’Italia, viene rilasciato un permesso di soggiorno di 5 anni, ma conoscendo a fondo le necessità dell’organico della polizia municipale e le difficoltà in cui versa il territorio, a causa della criminalità in aumento riteniamo completamente assurda l’idea di utilizzare immigrati arrivati da poco nel nostro Paese per coprire esigenze tanto delicate”, aggiungono.

“Sottolineiamo come, al di là della possibilità normativa su cui è ancora aperta una discussione (anche il Comune di Milano qualche tempo fa aveva emanato un concorso simile successivamente corretto) si tratti di una scelta politica dell’Unione che altri Comuni non hanno effettuato, oltretutto stonata con le esigenze di sicurezza e di controllo del territorio che il momento storico richiede”.

Inoltre, come noto, “sono numerosi i giovani italiani, qualificati e professionali, desiderosi di fare parte del corpo della municipale” e questo “evidenzia ancor di più l’assurdità di cercare potenziali partecipanti all’interno di categorie quasi certamente poco idonee al ruolo, che richiede, tra le altre caratteristiche la conoscenza perfetta della lingua italiana, delle norme civiche, nonchè possibilmente anche una conoscenza profonda del territorio di competenza”, aggiungono Fabbri e Polazzi.

Fabbri ha depositato una interrogazione in Regione per sapere se “tutte le categorie individuate nel bando dell’Unione Reno Galliera, in particolare i rifugiati e quanti godono dello status di protezione sussidiaria, possiedano effettivamente i requisiti previsti nella normativache disciplina i criteri e sistemi di selezione per l’accesso e per la formazione iniziale degli operatori di polizia locale” e “se il bando dell’Unione Reno Galliera sia conforme a quanto indicato nella direttiva, che prevede la possibilità di assumere a tempo determinato e indeterminato operatori di polizia locale attingendo, previo accordo predeterminato al momento dell’emissione del bando, dalle graduatorie degli idonei individuate dalle procedure di selezione di altri enti locali dell’Emilia-Romagna”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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