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Anche critico letterario, scrive sulla nota rivista padovana Literary, Emilio Diedo è forse l’erede più talentuoso di Guido Tagliati: il visionario splendido poeta cosmico di Ferrara, vicino alle formule mistico-siderali di un Teilhard de Chardin, di un Guitton, di un Paul Davies…
Emilio Diedo, da anni è anche promotore attivo, con lo stesso Gianni Stefanutti proprio della poesia cosmica, attraverso un’eccelsa e costante produzione editoriale e come conferenziere (ad esempio a Ferrara presso la Sala dell’Arengo di Palazzo Estense Ducale).
Diedo appare più terrestre, ma non meno suggestivo per atmosfere, orbite e ed esplorazioni poetico-spaziali paradossalmente ciberclassiche, per la computazione della parola raffinata ed armonica, aliena… da sperimentalismi talora fuori moda.
Diedo esplora, infatti, una sorta di classico moderno, vicino magari al secondo Futurismo, all’aeropittura ancor più che l’aeropoesia, proprio per la sintesi Cielo, Spazio, Terra… Colori realizzata con ottimi risultati dinamici ed estetismo formale ad esempio da Enzo Benedetto, Benedetta Cappa Marinetti (futuristi storici) e – tempi attuali – lo stesso cosmofuturista Antonio Fiore Ufagrà (anche alla Biennale d’Arte di Sgarbi nel 2012).
Tale scenario cosmopoetico in Diedo è particolarmente evidenziato in “Sbarchi d’Arche” (Este
Edition, 2001) mentre nella particolare silloge (dedicata agli eroi italiani di Nassiriya), “La Fiamma
della Croce” (sempre Este Edition, 2002) l’elemento cosmico risulta rarefatto e assimilato tra gli interstizi della Parola.
Effetti peraltro di forte suggestione trascendente: quasi destinato o dedicato ad angeli moderni, alieni sovrabbondanti di empatia sempre pronti a proteggere la sublime fragilità degli umani sulla Terra, e tra le stelle.
Tale cosmopoetica, di frontiera nel ciberspazio mentale, si dilata ulteriormente e complica deliziosamente verso la Forme, in opere con estensioni anche teatrali quali “Madame Etrom”, o altamente electro-lirico-siderali, come “Stelle di Terra”.
Inoltre, piu recentemente, ancora piu complessità concettuale e programmatica con ad esempio “Urfuturismo” (La Carmelina ediz. Ebook) e in particolare in “Reale Apparente” (Este Edition) anche dichiarazioni e puntualizzazioni poetiche-poietiche sulla Poesia Cosmica contemporanea, non a caso rilanciate in riviste di spicco nazionali quali PoliticaMente (Scuola Romana di filosofia politica, lanciata a suo tempo da Gian Franco Lami come dipartimento de La Sapienza Univ.).
Lancio, riassumendo, da parte di Diedo anticipatorio della nuova poetica cosmica, ancora sottovalutata come fenomeno ad hoc e al passo con certo inconscio connettivo attuale, disvelato da certo ritorno infine dell’era spaziale (“Turismo Spaziale”, “Curiosity su Marte”, “Robot che accometano”), la stessa diffusione pop della musica cosmica in forme ambient e trance (dai Tangerine Dream e gli stessi Pink Floyd), nell’avanguardia letteraria dalla stessa giovane science fiction cosiddetta connettivista italiana (F. Verso, premio Urania, S. Battisti ed altri.)

Per saperne di più: Literary magazine [vedi], Rivista PoliticaMente [vedi formato pdf], intervista a Emilio Diedo [vedi]

* da Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, Este Ediiton-La Carmelina ebook [vedi] su Luuk Magazine [vedi]

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Roby Guerra

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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