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Da: Organizzatori

“Per la sanità ferrarese è arrivato il momento di progettare la Fase 2: gli ospedali devono tornare ad offrire le prestazioni interrotte in questi mesi e devono poterlo fare nella massima sicurezza per pazienti e operatori. Allo stesso modo le Rsa e gli ospedali dove si trovano pazienti Covid, devono essere oggetto di una strategia chiara e condivisa per mantenere il basso livello di contagi che ha caratterizzato la nostra città e la nostra provincia, fino ad oggi. Ferrara si conferma territorio a basso contagio e questo ci permette di guardare con più forza al futuro: è un vantaggio che va tutelato con azioni concrete”.

Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria commenta la seduta di questa mattina alla quale era presente anche il Commissario ad acta per l’emergenza Coronavirus, Sergio Venturi.

“Ringrazio il commissario ad acta per l’emergenza Coronavirus , Sergio Venturi per il suo prezioso contributo – spiega Fabbri – che ha fatto emergere oltre alla bassa diffusione del virus e una bassa mortalità in percentuale nel nostro territorio, il fatto che Ferrara è tra le prime province in Regione a ragionare di Fase 2 in ambito sanitario. E’ chiaro che le linee di intervento devono essere misurate alle necessità del territorio, come lo stesso Venturi ha avuto modo di ribadire, ma questo primato ci affida una importante responsabilità. Ferrara può diventare anche in questo ambito un esempio di buone prassi e crediamo di avere tutte le carte in regola per fare sì che questo accada”.

Per il presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria “è urgente per tutti i sindaci del territorio poter finalmente comprendere quali sono le strategie che verranno messe in atto negli ospedali, sia quello cittadino che quelli dei Comuni limitrofi, e ancor di più nelle Rsa per risolvere eventuali criticità – spiega Fabbri – così come è urgente poter comunicare ai cittadini quali saranno i prossimi passi per riattivare i normali circuiti sanitari in piena sicurezza per i pazienti e per tutti gli operatori”.

E conclude “siamo certi che il percorso avviato qualche settimana fa per la ricerca di un piano condiviso tra Ausl e Azienda Ospedaliera si concluderà positivamente nei prossimi giorni, grazie all’apporto di tutti, compreso lo stesso Venturi che si è detto disponibile a partecipare anche alla prossima seduta di Ctss, insieme a tutti gli altri attori del territorio”.

A breve per il Comune di Ferrara si aprirà anche la possibilità di sottoporre 350 dipendenti ai test per la ricerca del virus: “Abbiamo sottoposto alla Regione il progetto di screening, nei giorni scorsi, in linea con le indicazioni dell’ente e siamo in attesa di conferma per l’avvio delle procedure, tutte volte a garantire a cittadini e ai lavoratori a contatto con il pubblico la massima sicurezza possibile in questo contesto emergenziale”.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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