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da: Sindaco, Comunicazione 

“Con il progetto Movida Sicura ce l’abbiamo fatta la scorsa estate e ce la faremo anche questa volta a superare i momenti difficili. Nei prossimi giorni valuteremo le nuove modalità di applicazione e la possibilità di ampliare le sedute per le attività della zona o concederle a chi non le ha. Movida Sicura è un modello di gestione che garantisce alle attività di poter lavorare e ai cittadini la massima sicurezza sanitaria. Grazie a questo progetto Ferrara ha pronta una risposta efficace e un potente strumento per evitare assembramenti e conseguenti coprifuoco e per  permettere alle attività di lavorare e ai cittadini di frequentare le zone della vita serale in piena sicurezza. Si tratta di un modello virtuoso, di un’eccellenza esportabile e che, anzi, dovrebbe essere esportata anche nelle province vicine. Il punto di forza è quello di gestire le aree della movida, che vanno tutelate perché luoghi di socialità e di forte riscontro economico per la città, come dei grandi eventi ben organizzati con ingressi contingentati e con il rispetto garantito di tutte le norme anti contagio”. Così il vicesindaco Nicola Lodi commenta l’entrata in vigore del nuovo Dpcm che scarica sui sindaci la responsabilità di gestire le zone  della città a rischio assembramento e di istituire coprifuoco mirati.

“Il modello è adattabile alle diverse situazioni e, nei prossimi giorni tareremo insieme agli organizzatori e agli esercizi commerciali la migliore applicazione alla luce del Dpcm modificando gli orari di presenza degli operatori e tarando gli ingressi in base i numeri delle sedute, così come già abbiamo fatto lo scorso week end”, proesgue il vicesindaco.

“Grazie a questo progetto la nostra città riesce a dare una risposta concreta alle difficoltà che l’ultimo Dpcm del governo Conte va a creare agli amministratori locali. Attraverso questa gestione controllata si possono evitare i coprifuoco localizzati che andrebbero a danneggiare gravemente tutte le attività presenti nella zona ritenuta a rischio assembramenti.  Grazie all’iniziativa messa in campo già la scorsa estate, invece, le attività possono continuare a lavorare nel rispetto delle regole senza temere problemi e senza doversi preoccupare di quello che può accadere fuori dal proprio locale o temere restrizioni e coprifuoco”.

Allo stesso tempo “come amministrazione, grazie a questi protocolli abbiamo la garanzia che in quei luoghi non si creano assembramenti pericolosi per i cittadini e che la zona Movida, che in tante città viene demonizzata a Ferrara può continuare ad essere un’eccellenza e un luogo di attrazione – conclude Lodi -. Nei prossimi giorni incontreremo i rappresentanti delle attività che insistono nella zona dove già abbiamo riattivato il modello Movida Sicura per mettere a punto le modalità di gestione che verranno garantite dall’organizzazione”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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