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da: Movimento 5 Stelle Codigoro

Per l’ultima donazione dei gettoni presenza del consigliere Matteo Mingozzi abbiamo scelto i ragazzi del progetto “Play Back Theatre Gruppo Young”, che sono stati accompagnati al nostro punto d’incontro in via XX settembre 16 da Dante Lanzoni dell’associazione Gad Amici del Teatro.
“Playback Theatre per l’integrazione Sociale nasce nel 2013 sotto la direzione della Dott.ssa Ruggeri Anna, presidente dell’Ordine degli psicologi di Ferrara, per creare un servizio di supporto verso giovani e adulti disabili non più coinvolti nei processi di inserimento sociale (formativo e lavorativo), finalizzato a sostenere e promuovere lo sviluppo delle loro abilità comunicative. Il denaro verrà interamente impiegato per questo progetto e per questi ragazzi visto che negli ultimi mesi i finanziamenti pubblici sono stati sospesi” ci tiene a precisare Lanzoni.
Mentre i genitori e gli accompagnatori presenti all’incontro hanno raccontato del loro arricchimento personale e dei progressi avuti in questi anni, sottolineando che sarebbe un vero peccato non dare continuità al progetto.
“So che è una piccola cifra ma ci impegneremo affinché ad ognuno di voi venga data la possibilità di proseguire in questo percorso”, afferma Annalisa Fabbri del Movimento 5 Stelle di Codigoro. Il candidato Sindaco Claudio Dolcetti ci tiene a sottolineare che: “saremo sicuramente presenti alla prima rappresentazione dell’8 Maggio e cercheremo, sfruttando ogni possibilità, di aiutarvi a realizzare il sogno di partecipare al festival del Play Back Theatre Mytos di Lucca in Agosto”.
Dopo aver appreso di questi mancati finanziamenti abbiamo subito contattato Raffaella Sensoli, consigliere regionale M5S, che, oltre ad essere vice-presidente della commissione sanità e politiche sociali, è anche la promotrice del provvedimento approvato dalla Regione Emilia Romagna per la riduzione dell’Irap alle Asp. Da parte sua ci ha già confermato la piena disponibilità ad attivarsi per capire le motivazioni dei mancati finanziamenti di questo progetto.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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