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Ferrara film corto festival

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da: ufficio stampa Hera

Presentata a Ecomondo la quinta edizione del report “Sulle tracce dei rifiuti”: dati e mappe per scoprire dove va a finire la raccolta differenziata, che nel ferrarese è già arrivata a quota 54,1%.


La sfida della green economy: così si controlla la filiera del riciclo

Tracciare la filiera del riciclo, dare garanzie sull’effettivo recupero dei rifiuti, rendere chiaro il processo che si attiva grazie allo sforzo dei cittadini nel fare la raccolta differenziata. Sono questi gli obiettivi di “Sulle tracce dei rifiuti”, il report con cui il Gruppo Hera illustra ogni anno i dati sull’effettivo avvio a recupero dei rifiuti raccolti in modo differenziato.
Uno sforzo di trasparenza verso la comunità locale, per mettere in luce il forte impegno della multiutility sul fronte della sostenibilità, che si snoda durante tutto il processo di gestione dei rifiuti: dalla raccolta fino al processo che permette di dare nuova vita ai materiali che la società scarta. Quella del recupero è infatti una filiera chiave della cosiddetta green economy, tra i settori più promettenti per il futuro dell’economia italiana, europea e mondiale.

Il recupero della raccolta differenziata sale a quota 93,8%

Secondo i dati contenuti in “Sulle tracce dei rifiuti”, in Emilia-Romagna e nel Nord Est, i risultati parlano chiaro: nel 2013 è stato recuperato il 93,8% di verde, organico, carta, plastica, vetro, legno, metallo e ferro. Un dato in leggero miglioramento rispetto al 2012, quando si è recuperato il 93,5%. In media, dunque, la quantità di rifiuti scartata dagli impianti nel processo di recupero (perché, ad esempio, non idonea a essere riciclata o inquinata da corpi estranei) è di appena il 6,2%.
Il report, giunto alla quinta edizione, è stato presentato oggi a Rimini a Ecomondo, la più importante fiera dedicata al mondo del riciclo e alle energie rinnovabili.

Le mappe delle aziende della green economy che recuperano: 191 impianti, di cui 9 nel ferrarese

Sulle tracce dei rifiuti si presenta quest’anno in una versione tutta nuova, con 8 mappe, una per ogni materiale raccolto con la differenziata, che permettono di scoprire quali e dove sono i principali impianti che si occupano del recupero finale dei rifiuti.
In totale gli impianti di recupero coinvolti sono ben 191, di cui 47 collocati nel territorio servito dal Gruppo Hera e, in particolare, 9 nel ferrarese (in prevalenza impianti di recupero della plastica e della carta): attraverso l’impegno nella raccolta differenziata da parte dei cittadini alimentano il settore della green economy dedicato al recupero.

Del ferro non si butta via niente, del verde e del legno quasi nulla

Dall’analisi dei dati, anche quest’anno verificati dall’ente di certificazione indipendente DNV-GL, si nota subito che il materiale che si può recuperare totalmente è il ferro: se ne raccolgono 2,3 kg per abitante e il 100% viene reimmesso sul mercato o trasformato per il riuso nelle industrie metallurgiche o nelle acciaierie. Anche del verde si recupera tantissimo: nel 2013 nel territorio gestito da Hera il 96,6% di sfalci e potature hanno trovato nuova vita negli impianti di compostaggio producendo fertilizzanti e terricci o, in misura minore, in impianti a biomasse producendo energia rinnovabile. Il legno è stato recuperato per il 97,3% (sui 18,1 kg raccolti per abitante) ed è servito a produrre pannelli, cippato o pellet. La plastica, in particolare, viene recuperata all’87% (nel 2012 era all’84,9%), mentre il recupero della carta viaggia ora intorno al 93,8% (sui 61,6 kg raccolti per abitante). L’organico si attesta al 91,5% (con 48 kg annuali per abitanti), il vetro al 94,1%. Infine, i metalli come gli imballaggi in alluminio, acciaio e banda stagnata, al 94%.
Tutti i dati sono disponibili on line nella sezione interattiva e navigabile dedicata a questo tema all’indirizzo www.gruppohera.it/sulletraccedeirifiuti.
Il report, inoltre, sarà in distribuzione nei prossimi giorni anche presso le stazioni ecologiche, gli urp dei comuni più grandi e i principali sportelli clienti del Gruppo.

Raccolta differenziata del Gruppo al 54% nei primi 9 mesi del 2014, a quota 54,1% nel ferrarese

Il miglioramento della percentuale di rifiuti recuperati è legata anche ai buoni progressi della raccolta differenziata: nelle province dell’Emilia-Romagna servite da Hera il dato ha già raggiunto nei primi 9 mesi del 2014 il 54%, in aumento di oltre un punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2012 e di oltre 10 punti percentuali sopra la media nazionale (43,3%).
Nel territorio ferrarese a settembre 2014 la raccolta differenziata è arrivata al 54,1%, in lieve miglioramento rispetto al 53,8% nello stesso periodo del 2013.
La regione Emilia-Romagna, con 142 kg pro capite, è al primo posto in Italia per raccolta di frazione organica, materiale considerato un indicatore importante per valutare la diffusione e l’efficacia della raccolta differenziata nel suo complesso. Emilia-Romagna ed Hera sono ai vertici anche per la raccolta pro capite di carta, plastica, legno e metalli. Le alte rese della raccolta differenziata sono dovute, in particolare, all’assimilazione e alla capillarità dei servizi presenti con differenti modelli di raccolta per i vari target di utenza e i diversi fabbisogni.

Più qualità, meno costi: grazie alla differenziata si risparmiano fino a 24 euro all’anno

Lo scorso anno nel territorio servito da Hera la spesa per il servizio di igiene urbana di una famiglia media di 3 persone in una casa di 80 mq è stata di circa 236 euro. Grazie a una raccolta differenziata di qualità, è stato stimato per il 2013 un risparmio di circa 24 euro per famiglia, pari al 10% della bolletta.
La legge prevede, infatti, che dai costi del servizio di raccolta differenziata, che vanno a comporre le tariffe, vengano detratti sia i contributi che gestori e Comuni ricevono dal Conai (Consorzio nazionale imballaggi) sia i ricavi derivanti dalla vendita del materiale. Il Conai, che non ha fini di lucro e si occupa di avviare a effettivo recupero i rifiuti di imballaggio, si finanzia tramite i contributi delle aziende che producono imballaggi e la vendita dei materiali raccolti. In questo modo, può riconoscere a Comuni e gestori dei contributi economici utili a sostenere la raccolta differenziata. Maggiori sono le quantità e la qualità dei rifiuti raccolti in modo differenziato e ceduti al Conai, più alta sarà la cifra percepita da Comuni e gestori, che potrà poi andare ad abbassare i costi per il cittadino.
Nel 2013 i ricavi ottenuti dal Conai e dalla vendita dei materiali sono stati pari 23,6 milioni di euro, utili a coprire il 25% dei costi per raccolta e recupero di carta e cartone, vetro, plastica, lattine, legno e ferro.
Ecco perché è importante separare bene i rifiuti: fa bene all’ambiente e anche al portafoglio.

Venier: “Grazie agli investimenti nella green economy si generano 800 milioni di euro di indotto”

“Il report che abbiamo presentato oggi è unico in Italia: è una finestra di trasparenza verso i cittadini, che si aggiunge alla rendicontazione che il Gruppo porta avanti da anni con il Bilancio di Sostenibilità e con il report “In Buone Acque” sulla qualità dell’acqua del rubinetto” ha commentato Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera. “I risultati positivi sui quantitativi recuperati e sulla differenziata dimostrano l’impegno sempre maggiore del nostro Gruppo nel migliorare l’efficienza di tutta la filiera del riciclo, settore chiave della green economy. A questi numeri siamo arrivati anche grazie a oltre 2 miliardi di euro di investimenti negli ultimi 12 anni: uno sforzo importante che vale 800 milioni di euro all’anno di indotto solo per la parte generata da Hera. Abbiamo inoltre dotato il territorio di impianti come i biodigestori, che recuperano la frazione organica e producono energia elettrica, e di impianti di selezione a lettura ottica per i rifiuti secchi. La tecnologia, da un lato, e lo sforzo dei cittadini, dall’altro, sono quindi gli ingredienti di una ricetta vincente, che proietta il territorio gestito da Hera tra quelli più virtuosi in Europa nella gestione dei rifiuti”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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