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da: ufficio stampa Cna Ferrara

Lo ha nominato la Direzione provinciale che ha tributato un lungo applauso al Direttore uscente

A partire dal 1° gennaio, Diego Benatti, 45 anni, attuale responsabile del Dipartimento Bilancio, Personale e Organizzazione della Cna, sarà il nuovo Direttore provinciale dell’Associazione. Lo ha nominato ieri sera la Direzione provinciale, in seguito alle dimissioni presentate da Corradino Merli, che ha occupato l’importante incarico a partire dal 1994, al quale l’organismo dirigente dell’Associazione ha tributato un lungo sentito applauso.
Diego Benatti, di origine centese, vanta un lungo curriculum nell’ambito del Sistema associativo, nel quale è entrato 15 anni orsono con l’incarico di direttore di Ecipar Ferrara, la Società di formazione e servizi di consulenza alle imprese della Cna, ruolo che ha ricoperto per dieci anni fino responsabilità attuale, nell’ambito della Direzione operativa provinciale.
“Ringrazio la Direzione e la Presidenza della Cna – questa la prima dichiarazione di Diego Benatti – per la fiducia che mi hanno accordato. Sono consapevole della grande responsabilità di dover corrispondere alle aspettativa delle quasi 5 mila imprese nostre associate, rappresentandone gli interessi e la volontà di cambiamento, in una fase di grande complessità come l’attuale. Avrò bisogno del loro sostegno, così come di quello di tutti i 200 addetti che contribuiscono a rendere il nostro Sistema associativo leader nel mondo della rappresentanza imprenditoriale della nostra provincia. Per parte mia, cercherò di essere all’altezza di quanto oggi mi viene richiesto, mettendo tutto il mio personale impegno e ogni sforzo per rafforzare la nostra capacità di rappresentanza, accelerando i processi di cambiamento già avviati in questi anni, anche attraverso la creazione di una fitta rete di opportunità che ne accresca le capacità competitive e le occasioni di crescita. Ho la certezza di poter fare leva su un’Associazione forte, autorevole e sempre alla testa dei processi di innovazione che pervadono il mondo dell’artigianato e delle piccole e medie imprese, nonostante la durissima crisi di questi anni. Di questo ringrazio particolarmente Corradino Merli, che ha speso le sue grandi capacità dirigenti e di dedizione personale, per la crescita del nostro Sistema associativo divenuto, soprattutto per suoi merito, soggetto leader nell’ambito del nostro territorio”.
Nei 21 anni da direttore, Corradino Merli, 64 anni, ha portato la Cna a traguardi importanti, tra i quali il raggiungimento di circa seimila imprese associate dell’artigianato, piccola e media industria e commercio nel momento di maggiore sviluppo economico della nostra provincia (attualmente sono poco meno di cinquemila). Passaggi fondamentali della sua direzione alla testa della Cna, il consolidamento dell’autonomia associativa, l’affermazione del ruolo dirigente primario degli imprenditori e l’impegno lungimirante sul versante dell’innovazione, già a partire, dagli anni ’90. Scelta riaffermata con forza ancora maggiore negli ultimi anni, alla luce della nuova difficile fase economica e del trauma del sisma. Nel formulare i migliori auguri a Benatti, il breve commento di Corradino Merli, che costituisce anche il passaggio del testimone ad una nuova pagina della storia della Cna, che proprio nel 2016 festeggerà il suo 70° anniversario: “Lascio una Organizzazione forte, solida, dalle grandi potenzialità”.
I NUMERI DI CNA FERRARA
Gli associati alla CNA, in provincia di Ferrara, sono poco meno di 5000, di cui 600 le piccole e medie industrie, circa 500 le imprese commerciali; 4000 i pensionati CNA.
Inoltre, l’Associazione rappresenta un complesso di circa 1500 giovani imprenditori della provincia di Ferrara.
Gli Enti e Società del Sistema CNA sono:
• Cna Ferrara Servizi Ed Informatica Scarl
• Ecipar Ferrara scarl
• Patronato Epasa
• Immobiliare Caldirolo srl
• Caf Imprese Cna Ferrara srl
• Unifidi
• Cna Ferrara Servizi Finanziari
18 le Sedi e gli uffici CNA decentrati su tutto il territorio della Provincia di Ferrara.
Il Sistema CNA Ferrara conta 200 dipendenti.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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