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da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Che cos’è che mette d’accordo gli appassionati di musica di ogni età? Solo il rock può e i giovani del Borgo di San Giorgio lo sanno bene, per questo propongono per la terza edizione consecutiva, la manifestazione “Sangio in Rock”.
Dal 31 luglio al 3 agosto, sul palco dell’evento presso gli spazi adiacenti la Chiesa di via Ricciarelli, saliranno le 12 band finaliste del concorso promosso dalla Contrada di San Giorgio per sfidarsi a suon di plettro e batteria fino alla finalissima di domenica sera.
“Sangio in Rock” è realizzato in collaborazione con il Comune di Ferrara, l’Ente Palio città di Ferrara, All For Music, Sergio Tomassone, Studyone, The Mask Record, Roch Pub, Katalmedia, RB e Jaywork.

Le rock band si esibiranno giovedì 31 luglio e sabato 2 agosto in due gruppi da sei. In ogni serata verranno selezionate tre band ( grazie al voto della giuria popolare e di quella tecnica): le prime sei, quindi, parteciperanno al concerto-finale del 4 agosto.
Sul palco – dalle ore 21.00 – giovedì 31 luglio si sfideranno: We’re all to blame, London Sixties Dream, Ideafissa, Ominoacidi, Over Time, Setting Fire. Sabato 2 agosto sarà il turno di: The Banshee, Cultura Minimal , Biff, 300 Hz, Do it, Meaningles.

Per l’edizione 2014 “Sangio in Rock” propone uno special event: venerdì 1 agosto la manifestazione ospiterà il 1° “Moto Incontro SangioInRock”, (un evento supportato e approvato da Blackdevilsmcferrara Circolobikers Pistoni Alati), che alle 21.30 vedrà il live concert di “Rock from the Girl”.
Ogni sera rock-apertivo-time dalle 19.30 e stand gastronomici organizzati e gestiti dalla Contrada di San Giorgio; sabato mostra fotografica del contest “Fotografa il tuo Rock” a cura degli Instagramers Ferrara con l’hashtag #rockislife; domenica degustazione di birre artigianali in collaborazione con FEshion Coupon.
“Gustosi” e per rockettari dal palato fine i premi in palio: alla band vincitrice la realizzazione di un videoclip a cura di Katalmedia, alla seconda classificata un buono acquisto in un negozio di articoli musicali. Alla band che si accaparrerà il premio della Giuria Tecnica sarà aperta la partecipazione come guest band ad uno dei festival della stagione.

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ENTE PALIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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