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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

La scorsa settimana, una delegazione del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, composta dai proff. Paolo Billi e Paolo Ciavola e dal Dr. Massimiliano Fazzini, ha effettuato una vista in Montenegro, nel corso della quale vi sono stati vari incontri con autorità governative, università e istituzioni locali per attivare relazioni accademici e scambi scientifici.

I colloqui si sono rivelati quanto mai costruttivi tanto che si è giunti ad elaborare una proposta per un progetto Europeo Horizon 2020 Twinning che prevede scambi di personale, expertise, organizzazione di scuole estive e workshops.

Non solo. I membri della delegazione ferrarese, che hanno visitato numerose aree di studio sia nella parte interna montana che in quella costiera, sono stati nominati da parte del Ministero delle Scienze montenegrino, revisori esterni internazionali, per la selezione di progetti di ricerca presentati per il finanziamento al Ministero.

Massimo interesse da parte dei colleghi delle varie istituzioni a collaborare su temi e problematiche di climatologia, geomorfologia ed idrologia fluviale ed di monitoraggio e gestione delle coste per i quali non esiste in Montenegro sufficiente esperienza, in relazione, in particolare, alle problematiche connesse con il crescente sviluppo urbano e turistico del paese. Sono stati avviate anche collaborazioni scientifiche con la programmazione della stesura di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

Ma ecco i nomi di tutte le strutture e le autorità governative incontrate.

Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, Viceministro con delega alle foreste, Adem Fetic.
Ministero delle Scienze, Viceministro con delega alla Ricerca, Sasa Ivanovic
Institute of Forestry, Chairman and Governing Board, Velibor Spalevic, che ha guidato la delegazione in tutte le visite sul terreno e alle varie istituzioni.
Faculty of Civil and Structural Engineering, Università del Montenegro, Prof. Nobojsa Duranovic, Prof. Goran Sekulic e Dr. Milan Radulovic
Agenzia Nazionale per la gestione della zona costiera, Vicedirettore Rajiko Mihovic
Institute of Hydrometeorology and Sesismology
Istituto di Biologia Marina
Department of Forestry, Biotechnical Faculty, Università del Montenegro, Prof. Milic Curovic

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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