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da: Consorzio Italiano Vivaisti

Quattordici gruppi privati e cooperativi hanno aderito con un impegno complessivo di 180 ettari sottoscritti, di cui 50 già coltivati. Visite tecniche previste a fine settembre

E’ passato un anno dalla presentazione del progetto della mela Fujion* elaborato dal CIV- Consorzio Italiano Vivaisti di Ferrara e si registrano sempre nuove adesioni da parte del mondo produttivo. Rispetto ai dieci gruppi privati e cooperativi che aderirono subito al progetto – Agrintesa (Ra), Coop Frutta Castelbaldo (Pd), Afe (FE), Soc. Agr. Melavì Soc. Coop (Sondrio), SFT (Trento), Patfrut (FE), CICO (FE), TC Frutta (FE), Co.Fru.Ta. (Baruchella), Pempacorer (Bagnacavallo RA) – si registrano ad oggi quattro nuove adesioni: Beoletto (Costigliole Saluzzo –CN), Jolly Soc. Coop (Verzuolo- CN), Opoe (FE), Calenna (Presenzano – CE) per un totale di 180 ettari sottoscritti. Degli ettari prenotati, 50 sono stati già attualmente piantati. I produttori interessati sono invitati a far richiesta di disponibilità di quote del progetto ai gruppi di produttori sopracitati al fine di riuscire a prenotare gli ettari di interesse e garantirsi le relative piante.
Sul fronte europeo il CIV è in fase di trattativa avanzata con una azienda leader dell’Ungheria per la gestione esclusiva della varietà per un totale di 250 ettari nei prossimi 5 anni nel territorio ungherese.
La varietà Fujion è stata presentata dal CIV tre anni fa nel corso di Interpoma nell’ambito della nuova serie di varietà “Sweet Resistants®”, mele dolci e resistenti alla ticchiolatura brevettate dal Consorzio vivaistico ferrarese. Tra queste la varietà Fujion evidenzia caratteristiche molto interessanti tra cui la facilità di colorazione in ambienti e situazioni climatiche difficili, epidermide non suscettibile al cracking e poco sensibile alle scottature, produzione costante e conservazione molto buona, sia come croccantezza che come sapore.
Il progetto prevede lo sviluppo della varietà per 750 ettari in tutta Europa nel quinquennio 2013-2018 attraverso la sottoscrizione di quote minime di 10 ettari ciascuna.
“Gli impianti pilota pregressi – dice il direttore generale CIV, Marica Soattin – mostrano una buona carica di frutti e quest’anno riusciremo ad avere i primi riscontri commerciali. Attorno alla fine di settembre e compatibilmente con lo stato di maturazione delle mele, prevediamo due giornate informative/tecniche”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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