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Comunicato Stampa Ministero Della Cultura.

Il 7 e l’8 maggio si terrà, interamente in modalità on-line su piattafoma Zoom, il convegno internazionale Dal Po al Danubio. I rapporti tra la Corte Estense e l’Ungheria attraverso i secoli, organizzato dall’Archivio di Stato di Modena e dal Gruppo di Ricerca “Vestigia” dell’Università Cattolica Péter Pázmány di Budapest.

Perché “Vestigia”? Perché l’Ungheria ha l’esigenza di trovare le fonti archivistiche che gli consentano di ricostruire fedelmente la propria storia (soprattutto tra i secoli XIV-XVI), colmando le gravi lacune documentarie subite dagli archivi ungheresi dopo le distruzioni causate dall’occupazione turca.

Un’operazione che vede l’Archivio di Stato di Modena da 10 anni sostenere il progetto del Prof. György Domokos che sta coordinando un cospicuo gruppo di studiosi in una complessa e vasta indagine storico-archivistica, volta a recuperare presso archivi e biblioteche italiane le fonti necessarie.

Nel corso delle due giornate di convegno, Studiosi e ricercatori italiani e ungheresi illustreranno gli esiti degli approfondimenti scientifici condotti in diversi ambiti tematici, nel ricchissimo programma che delineerà i rapporti tra la Corte Estense e l’Ungheria attraverso i secoli, ricostruiti grazie al prezioso patrimonio documentario conservato in Archivio. Fra i tanti documenti troviamo un unicum quale l’atto di matrimonio originale del 14 maggio 1234 tra il re d’Ungheria Andrea II Árpád e Beatrice figlia del fu marchese Aldobrandino I d’Este, il cui testo è stato pubblicato, in ungherese, dal Direttore dell’Archivio di Stato di Modena Patrizia Cremonini negli Atti del convegno presieduto da Attila Zsoldos e László Pósán “Králynék a középkori Magyarországon és Európában” (“Regine in Ungheria medievale e in Europa”), svoltosi a Székesfehérvár il 22 settembre 2016 e promosso dall’Istituto degli Archivi e della Ricerca della città di Székesfehérvár.

O ancora i carteggi cifrati che celavano importanti rapporti politici e diplomatici tra la corte estense e quella ungherese, come in particolare nel caso dello scambio di lettere fra il cardinale Ippolito d’Este e la zia Beatrice, regina d’Ungheria dal matrimonio stretto nel 1476 con il re Mattia Corvino, con cui si cercò di organizzare, grazie all’opera di un misterioso “Messer Andriolo”, la fuga dalla Francia all’Ungheria dell’ostaggio turco Djem, fratello del sultano Bajazet.

Dopo due precedenti convegni, tenutisi in Ungheria nel 2014 e 2018, questo è dunque il terzo appuntamento che, svolgendosi interamente in modalità on-line a causa delle restrizioni legate al Covid-19, avrà due giornate rispettivamente in diretta, il 7 maggio dalla sede dell’Archivio di Stato di Modena, e l’8 maggio dall’Università Cattolica Péter Pázmány di Budapest.

Le conferenze del 7 maggio e della mattina dell’8 saranno in italiano, quelle del pomeriggio dell’8 in ungherese.

 

I COLLEGAMENTI PER SEGUIRLE IN DIRETTA SARANNO PUBBLICATI SUL SITO DEL CONVEGNO:

 https://sites.google.com/view/dal-po-al-danubio/home?authuser=0

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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