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Ufficio Stampa Prefettura di Ferrara.

Terzo incontro della Consulta dell’economia e lavoro, convocata in videoconferenza dal vicepresidente della Provincia, Nicola Minarelli, e impegnata a condividere il Patto per il lavoro Focus Ferrara.

Pragmatismo e competenza sono stati i due criteri di fondo proposti a sindaci e rappresentanze del mondo economico e sociale, per condividere un primo documento inviato a tutti i soggetti, prima sintesi dei contributi espressi nel frattempo dai vari componenti del tavolo.

Un indice ragionato, sintetizzato con la collaborazione della struttura tecnica della Regione Emilia-Romagna e riassunto in quattro ambiti tematici individuati sulla base delle peculiarità del territorio provinciale: situazione demografica, connessioni, economia green e attrattività per favorire sviluppo e occupazione.

Un percorso che dovrà articolarsi in successive proposte di azioni progettuali operative, come declinazione ferrarese del Patto per il Lavoro e il Clima della Regione, con lo scopo di intercettare le opportunità di finanziamento principalmente collegate al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e alla nuova stagione di finanziamenti Ue 2021-2027.

Due sono state le osservazioni emerse durante il dibattito, che il vicepresidente Minarelli ha sintetizzato in due termini: concretezza e metodo condiviso.

Il primo fa riferimento alla richiesta proveniente innanzitutto dal mondo imprenditoriale, per la definizione di progetti operativi sul piano delle risorse, degli attori coinvolti e delle azioni concrete da mettere in campo, per creare nuove opportunità d’impresa, occupazione e sviluppo.

“Il Focus Ferrara – ha sintetizzato Minarelli – non dovrà essere un documento generico, ma essere in grado di cogliere necessità e bisogni effettivi del territorio e per questo è importante condividere la cornice dei filoni tematici di fondo, per intraprendere insieme la giusta direzione”.

Da qui il percorso delineato: se c’è condivisione dell’indice ragionato sulle priorità per Ferrara, si può procedere dando corpo ai temi con i progetti che saranno il frutto dei contributi dei vari componenti della Consulta.

Per quanto riguarda il secondo termine, metodo condiviso, l’osservazione viene dalle rappresentanze sindacali con un documento. In sintesi, Cgil, Cisl e Uil chiedono se la Consulta sia la sede condivisa da tutti – istituzioni e rappresentanze – nella quale concordare strategie, obiettivi e strumenti. Il problema è evitare che gli stessi temi siano affrontati in tavoli diversi, con il rischio di creare percorsi paralleli e con chiari squilibri territoriali.

Il riferimento è alla Consulta – composta da Provincia, sindaci, CCIAA, Unife e rappresentanze del mondo economico e sociale – e al tavolo costituito dal Comune di Ferrara, composto dagli stessi soggetti tranne Provincia, Comuni e sindacati.

“La Regione – è stata la replica dell’assessore Paolo Calvano – continuerà a essere a fianco del percorso ferrarese, seguendo impegni e metodo del Patto per il Lavoro e il Clima, condiviso da tutti i 55 firmatari”. Parole che hanno voluto essere un messaggio chiaro: il perimetro nel quale sottoscrivere obiettivi e impegni non può che essere quello che, analogamente al Patto regionale, vede inclusi tutti i soggetti, nessuno escluso.

Le conclusioni del vicepresidente della Provincia sono state all’insegna delle prossime tappe: la condivisione dell’indice ragionato, raccogliendo le osservazioni di metodo e concretezza emerse durante la discussione e la prosecuzione del percorso con incontri bilaterali, col supporto della Regione, per tradurre in pratica le sollecitazioni provenienti dal dibattito, in vista della prossima convocazione della Consulta in plenaria.

 

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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