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Da: Francesco Lavezzi

Introduzione tutt’altro che di circostanza quella del presidente della Provincia alla consulta dell’economia e del lavoro, che lo stesso Tiziano Tagliani ha convocato in Castello Estense per rispondere alle sollecitazioni espresse nelle ultime settimane dalle rappresentanze del mondo economico locale.

“Stiamo attraversando una fase di perdurante difficoltà – ha esordito – con segnali di ripresa che non sono quelli che ci aspettiamo e con la preoccupazione in più tutta locale per le sorti della Carife”. Il primo tema messo sul tavolo è stato quello dell’area vasta o, per meglio dire, delle aree vaste. Dal riordino istituzionale introdotto dalla legge Delrio (n. 56 del 7 aprile 2014), le Province sono uscite non solo cambiate ma anche dimagrite quanto a funzioni (essenzialmente pianificazione, strade e edilizia scolastica) e personale (da oltre 400 agli attuali 173 dipendenti solo a Ferrara). Da qui, dopo lunga discussione, l’approdo alla soluzione delle aree vaste funzionali. Formula che rimanda ad alleanze territoriali per tema: con Bologna (sanità e mobilità), con Modena (sviluppo economico e imprese) e l’area vasta della costa (per turismo e parchi), attualmente in fase di ulteriore definizione con le destinazioni turistiche introdotte dalla nuova legge regionale sul turismo. “Dunque le cose dette un anno fa – ha concluso Tagliani sull’argomento – le stiamo facendo, cercando di valorizzare le diverse vocazioni del territorio provinciale”. Parlando di cifre Tagliani ha poi elencato i volumi d’investimento. Solo per il Comune capoluogo negli ultimi anni (2010-2015) sono stati 142 milioni, cui sommare i 42 milioni della gestione commissariale per il terremoto del maggio 2012 (dei quali già erogati 17,5). A questi si devono aggiungere altri 15 milioni per il Meis e 22 per il progetto Ducato Estense (18 per edifici pubblici e privati più 4 per le Delizie estensi). Numeri che portano a dire che c’è una strategia e un disegno di soluzioni progettuali su Ferrara. La “zona economica speciale” è stata infine la proposta conclusiva del presidente, intesa come strumento previsto dai trattati Ue a sostegno di zone che devono recuperare gap infrastrutturali, di costo del lavoro e di peso burocratico. Uno strumento pensato per non incorrere nella scomunica degli aiuti di Stato da parte di Bruxelles. “È una proposta da condividere e costruire – ha terminato Tagliani – da affiancare ai più tradizionali canali di accesso ai finanziamenti Ue, con l’obiettivo ultimo di attrarre imprese e creare posti di lavoro”. La discussione si è aperta con la riproposizione delle otto linee di lettura già illustrate alla città dalla Camera di Commercio. È stato il segretario generale Mauro Giannattasio a ripercorrerne alcune: burocrazia locale (interpretazioni omogenee di norme e procedure su scala territoriale), rating della legalità, rigenerazione delle imprese (non solo nuove imprese, ma imprese nuove) e la verifica degli impatti. Bene le aree vaste, ma attenti a non disperdere l’identità territoriale di Ferrara, ha proseguito Diego Benatti di Cna, che ha anche chiesto più mercato per le aziende, con riferimento alle esclusioni di imprese locali dagli appalti della pubblica amministrazione. Considerazione cui è seguita la pronta replica di Tagliani: “Per gli appalti dobbiamo per legge fare riferimento al Mepa (ndr mercato elettronico della pubblica amministrazione), anche se

2 l’esperienza ci insegna che non sempre acquistare sulla piazza virtuale è più conveniente del negozio sotto casa”. Per il sindaco di Ostellato, Andrea Marchi, vanno bene le aree vaste funzionali, mentre occorre una riflessione seria sulle conseguenze della natalità cui sta andando incontro il territorio: più anziani, conseguenze sulla sanità, meno servizi educativi e rischio abbandono territoriale, mondo imprenditoriale compreso. È toccato ad Aurelio Bruzzo, docente di economia dell’Università di Ferrara introdurre il tema delle imprese 4.0, strettamente connesso con la rivoluzione in atto nelle imprese e che va sotto il nome di digitalizzazione. Un treno da non perdere per il docente ferrarese perché significa per la manifattura meno costi produttivi, più margini di profitto, più efficienza e produttività e vantaggi per terziario, pubbliche amministrazioni e mondo delle professioni. Al termine degli interventi la parola è tornata al presidente Tagliani che per concludere la discussione ha ripreso le priorità indicate dalla Camera di Commercio, proponendo la formazione di gruppi di lavoro col compito di entrare nel concreto delle varie linee di lettura.L’obiettivo è di ritrovarsi attorno al tavolo della consulta provinciale tra qualche mese, per fare il punto degli approfondimenti e delle eventuali piste propositive.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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